4) Normal People
Lasciamo l’Italia per ritornare nel panorama internazionale. Ad anticipare il podio troviamo Normal People, la miniserie tratta dall’omonimo romanzo di Sally Rooney che, in poco tempo ha fatto il giro del mondo trasformandoci in spettatori silenziosi – e complici – di un amore segnato dall’inconciliabilità. Se tu puoi, io non posso. Se tu vuoi, io non voglio. E quando io vorrò, tu non lo farai. E quando vorremo entrambi, non potremo. Una malinconica melodia d’addio suonata da due anime che per tutta la vita restano su sponde opposte dello stesso fiume. Rimangono lì, in attesa di qualcosa che sanno potrebbe non arrivare mai. Sono disillusi, fragili, sospesi in un presente che non sa diventare futuro. Eppure, ogni volta che si incontrano, la vita accade. È un evento, un lampo. Perché solo la casualità – quel che non si pianifica, quel che sfugge a ogni logica – riesce a unirli davvero.
Quello che Normal People racconta prende forma fin dai primi passi: i due protagonisti sono adolescenti, con tutta la vita davanti, ma con una consapevolezza che li marchia fin da subito. Il vero obiettivo della narrazione, però, è guardare oltre. È costruire una linea del tempo fatta di tappe, di inciampi, di ritorni. Prima adolescenti, poi universitari, poi giovani adulti che cercano un posto nel mondo. In ognuna di queste fasi si incontrano – e si perdono. Ma ogni fine custodisce la promessa di un’altra possibilità, nascosta tra le pieghe del tempo. E quando quella possibilità finalmente arriva, svanisce subito l’illusione che possa essere quella giusta, quella definitiva.
Forse perché esistono amori che non sono destinati a compiersi. O forse il loro compiersi risiede proprio in ciò che manca. Nel vuoto che resta. Nella nostalgia che persiste. Nel ritrovarsi per poi lasciarsi ancora, anche se a dividerli è mezzo mondo. Perché ci sono legami che non cercano conferme, ma solo il coraggio di restare incompleti.
3) The Good Doctor
Torniamo nel mondo dei medical drama con The Good Doctor, il titolo che apre il podio delle migliori serie tv disponibili su RaiPlay. Se qualcuno avesse ancora dubbi sul talento di Freddie Highmore, allora probabilmente non ha mai visto la sua straordinaria interpretazione in The Good Doctor, una serie che affronta con delicatezza, autenticità e sincerità temi come l’inclusione sociale e l’importanza del talento, al di là di ogni etichetta. Siamo ciò che sappiamo fare, la dedizione che mettiamo nelle cose. E questo lo sa bene il dottor Shaun Murphy, giovane chirurgo affetto da sindrome del savant e disturbo dello spettro autistico assunto al San Jose St. Bonaventure Hospital: il luogo che più di tutti lo metterà alla prova, che lo costringerà a ricominciare da capo, ma che finalmente gli restituirà la certezza del proprio valore.
Non sarà semplice conquistare la fiducia dei colleghi, che soprattutto all’inizio non crederanno nelle sue diagnosi, nella sua intraprendenza, pensando che ogni intuizione sia frutto soltanto di entusiasmo ingenuo e inesperienza. Eppure, il viaggio che Shaun Murphy affronterà sarà molto più profondo di quanto avrebbe mai potuto immaginare. Conoscerà l’amore, l’amicizia, la stima autentica. Imparerà che sbagliare è umano e che perdonarsi è sacrosanto. Tutto questo in sette stagioni che, dopo una lunga attesa, si sono concluse con un finale perfettamente coerente con lo sviluppo della narrazione.
The Good Doctor ce l’ha fatta. Ha salutato il pubblico con grazia, chiudendo il cerchio con un ultimo episodio che non vi lascerà indifferenti. Il capitolo conclusivo non è ancora disponibile su RaiPlay, ma nell’attesa – se non l’avete ancora vista – sapete già dove trovarla.
