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6 scene spiazzanti delle Serie Tv che ho dovuto rivedere due volte

Cosa ci viene in mente se pensiamo a serie tv psicologiche? Sicuramente le sfaccettature sono diverse e tutte interessanti. Inevitabilmente ricordiamo per la maggiore i thriller a stampo psicologico, che ci tengono sospesi tra emozioni come la suspense, l’introspezione psicologica e il mistero. Tuttavia possiamo considerare serie tv psicologiche anche le serie drammatiche che trattano argomenti della psicologia conclamati. Questi possono riguardare i vari disturbi della mente per i quali, durante la visione, ci catapultiamo spesso in arene specifiche come ospedali psichiatrici o incontriamo esperti come psicologi e terapeuti.

Pertanto andrò a descrivere 6 scene di serie tv psicologiche (anche trasversalmente) impattanti e per nulla scontate. Quelle che diversificano appunto il comune denominatore psicologico.

Non si tratta di una classifica, ma di un elenco di scene cult di serie tv che ci sorprendono all’improvviso e possono risultare da un lato stucchevoli, dall’altro decisamente tragiche e infine quasi paradossali. Alla base resta il fatto che non sono di facile comprensione se non guardate più di una volta. Fanno sorgere infatti inaspettate domande sulla vicenda in sé, sulla storia dei personaggi e sulle scelte di regia e montaggio.

Oltre a questi fattori, vista la magistralità con cui spesso vengono eseguite, va evidenziato come diventi oggettivo provar piacere nel visionarle più volte.

1) Tutto chiede salvezza: il “volo” di Mario è più di una scena cult

Tutto chiede salvezza serie tv psicologiche (1200x798)
Mario scena di riflessione

La tragicità delicata ma allo stesso tempo verace di questa scena cult della serie tv Tutto chiede salvezza (Netflix 2022), ci racconta in maniera puntuale quanto la mente umana possa essere effimera. Quanto la persona possa dissociarsi dal pericolo e dall’attaccamento cosciente alla vita. Mario è un maestro in pensione che è ricoverato nell’istituto psichiatrico poiché da tempo ha perso un po’ la ragione e la consapevolezza della realtà. Tuttavia sembra il meno problematico insieme a Daniele, protagonista e voce narrante.

Mario vede ogni giorno dalla finestra un passerotto appollaiato su un albero, a volte canta per lui, altre volte va via per poi tornare. Tuttavia quel passerotto vive soltanto nella sua mente e nessuno dei compagni di stanza, si permette di distruggergli questa speranza.

Un giorno venerdì però, in un momento di insolita quiete in camera con tutti i suoi compagni presenti, il maestro apre la finestra e si siede sul davanzale per avvicinarsi di più al suo uccellino e nutrirlo. Daniele lo richiama più volte perché ha paura che si possa sporgere troppo, ma Mario sembra non sentire niente se non il desiderio di ricongiungersi con l’animaletto. Ebbene, si sporge troppo e cade giù, senza ali. Mario non poteva volare come il suo uccellino ed esattamente come lui, non fa più ritorno sul davanzale. Nella stanza irrompe l’aria più gelida e densa di sempre.

Daniele trema, raggiunge la finestra ma non ha il coraggio di sporgersi e guardare, ha conati di vomito.

Gianluca scoppia in un pianto soffocato, in preda ad una crisi e allo sgomento, così come Giorgio e Madonnina. Ogni personaggio a suo modo dà sfogo ad una sofferenza lancinante e incompresa. Ecco in che modo questa si configura come una tra le serie tv psicologiche più provanti. Incompresi lo sono da sempre, si sentono nudi e privi di amore il più delle volte. Il titolo infatti riassume al meglio la difficoltà di queste persone di stare al mondo, ma anche e soprattutto il desiderio di aggrapparsi comunque alla vita.

2) Maid: cuore distrutto e voglia scomparire

Maid serie tv psicologiche (696x440)
Alex e Maddy scena traghetto

Svariate vicissitudini ed eventi drammatici cadono con forza sulla vita di Alex in Maid (Netflix 2021). Anche questa, una serie tv drammatica che può in qualche modo definirsi trasversalmente una delle serie tv psicologiche più formative. Una giovane domestica che cerca di salvare la figlia dal ricordo di famiglia disfunzionale che grava su di lei da quando piccola. Si tratta di una tragica ereditarietà della colpa che vede Alex innamorarsi di Sean, un ragazzo violento e vittima dell’alcol, così come la madre aveva fatto con suo padre.

Nonostante la fermezza nelle posizioni prese e gli enormi sacrifici quotidiani, Alex ricade per un attimo tra le braccia di Sean, che non perde occasione per tradire ancora una volta la sua fiducia. Eccezionale è una scena cult presente nell’ottavo episodio della serie tv. Qui Alex, non appena si accorge che Sean ha riportato indietro la macchina prestatale da Nate, si sente nuovamente prigioniera del suo compagno, che continua a privare di rispetto sia lei che la figlia. Così Alex scoppia in un pianto disperato, il velo d’ombra della depressione cala sulla sua vita e le toglie ogni energia vitale.

Decide però di non trasmetterlo alla sua bambina e decide di portarla nel bosco come sono solite fare. Non appena ha davanti a sé i primi alberi, la penetra una sorta di allucinazione e comincia a vederli ravvicinati e immensi. Il primo dinnanzi ai suoi occhi presenta una grande crepa sul tronco, anticipazione di un buco nero in cui vorrebbe gettarsi e scomparire. Inoltre un notevole effetto vertigo caratterizza questa scena che mostra Alex di spalle con davanti il bosco che si avvicina e si allontana a velocità.

La giovane donna si trova adesso nella sua bolla priva di sensi, lontana dal reale e sola più del solito.

La figlia la fa rinvenire da questa visione e rientrando in casa trova Sean seduto al tavolo con una melodia di sottofondo, così quasi fosse una morta vivente, si distende sul divano e la macchina da presa segue il punto di vista di lei che guarda in orizzontale la stanza davanti a sé.

È qui che ritroviamo l’anticipazione del buco nel tronco. Con un un arto alla volta, quasi fosse un fluido, vediamo Alex che sprofonda dentro al divano letteralmente, che scompare come niente di più irreale nell’intera serie. La carica emozionale che regala questa scena cult della serie tv è sconvolgente. Lo spettatore si sente a sua volta ovattato grazie agli effetti sonori e al potere delle immagini e del montaggio. Queste risultano essere di grande qualità e decisamente funzionali a raccontare con pochi elementi, tutto il male che si porta dentro la protagonista, come abbiamo spiegato in questo approfondimento di Maid.

3) La Regina degli Scacchi: scene cult tra ossessione e dipendenze

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Beth scena con Shaibel

Cosa troviamo di “psicologico” nel fantasmagorico mondo de La Regina degli Scacchi (Netflix 2020) a misura di Beth Harmon? Nulla di detto o di confermato, ma c’è tanto di deducibile dall’estrosa personalità della protagonista, così come dai suoi pensieri e dalle modalità d’azione. E attenzione, perché non è l’unico personaggio dalla personalità sfaccettata, e questo rende La Regina degli Scacchi una delle serie tv psicologiche da trattare in questa sede. Parliamo di una bambina di otto anni che è costretta a vivere in un orfanotrofio, decisamente introversa, taciturna e invasa da una passione che non esprime a parole, ma attraverso il genio e l’abilità: gli scacchi. La sua unica via di fuga in quell’istituto che ha tutti i connotati di una prigione, è personificata nel custode Shaibel. Lui le insegnerà i suoi trucchi da maestro di scacchi, aiutandolo così a nutrire la sua unica ragione di vita.

Si tratta di pura e prepotente passione oppure di una travolgente ossessione? Di certo capiremo alla fine della serie che sarà entrambe le cose. Diventerà di fatto l’unico obiettivo dell’esistenza di Beth soprattutto da giovane donna, unito al sentito desiderio di vincere e superare così i più abili maestri dell’epoca. Tuttavia è innegabile che questa sua attitudine arguta ma paranoide, sia provocata dalla sua duratura dipendenza da sostanze.

Dall’epoca dell’orfanotrofio si porta infatti questa pesante croce fino ai ventidue anni, rincarando le dosi e unendovi l’alcol.

Proverà pure a disintossicarsi, ma verrà inesorabilmente schiacciata dall’astinenza e dall’estrema fragilità che si nasconde dietro al suo rigido profilo, alla corazza puntellata e al fascino superbo. Una tra le scene cult della serie tv compare brillantemente nel primo episodio, per poi riproporsi anche nel secondo. Beth in preda ad un overdose di tranquillanti si scontra con l’allucinazione e con l’ossessione, tanto da non riuscire a dormire la notte. Piuttosto vedrà materializzarsi sul soffitto un’enorme scacchiera su cui giocherà partite del tutto mentali per affinare così la tecnica, sperimentare mosse e superare tutti i suoi limiti.

Ogni vizio che diventa dipendenza attecchisce quando la persona è già vulnerabile per qualcosa e questo non poteva che essere rappresentato in maniera puntuale ma sottile tramite Beth. La sua è una sofferenza che racchiude tanti fattori: grande insicurezza, paura dell’abbandono, ricorrente sociopatia. Nonostante ciò fa in modo che il suo unico e totalizzante talento, diventi la sua ancora di salvezza. In una vita a tratti immaginaria e a tratti insostenibile come poche altre.

4) La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra: pioggia e allucinazioni

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Anna scena nuovi vicini

Con questo titolo più che parlante e ridondante si potrebbe parlare di B-series. Tuttavia questa serie (Netflix 2022, che puoi recuperare qui all’apposita pagina della piattaforma), rappresenta inaspettatamente e in modo piuttosto coinvolgente il genere delle serie tv psicologiche, con un thriller legato a situazioni da commedia nera. La donna citata si chiama Anna e vive da sola in una grande casa in un classico sobborgo residenziale americano. Lei stessa sembra una di quelle tipiche donne alla Bree Van de Kamp dal viso angelico, di gran lunga rispettabile e pronta a stringere buoni legami con i vicini.

Vista da un’altra prospettiva però, Anna vive il grande dramma di aver perso la piccola figlia uccisa da un serial killer e la conseguenza del divorzio con il marito. Si ritrova in una grande casa, da sola, in balia della depressione e costretta a vivere una vita insensata e priva di qualsiasi stimolo. Per far passare le giornate in modo tollerabile, beve copiosi litri di vino rosso unito a psicofarmaci, rimanendo seduta ad osservare pigramente cosa succede fuori dalla finestra. A catturare la sua assopita curiosità sono i nuovi vicini che si sono trasferiti nella casa di fronte: Neil, un piacente padre vedovo e la sua figlioletta Emma, che sarà protagonista del colpo di scena finale.

Numerosi sono i momenti cupamente esilaranti della storia.

Citiamo l’attrazione di Anna per Neil che diventerà una forte diffidenza, dopo che vedrà dalla finestra la sua fidanzata Lisa pugnalata al collo. Oppure la scoperta che il suo tuttofare ex paziente psichiatrico, viveva da tempo nella sua soffitta di nascosto. Il tutto viene condito da mancanza di sobrietà e paranoia che le provocano percezioni allucinatorie sulla sua persona e sugli eventi circostanti. Una scena cult della serie sempre accarezzata da un leggero humor nero si trova nel terzo episodio, la quale è la più emozionante delle altre due simili, presenti nel primo e nell’ultimo episodio.

Anna vede appunto Lisa vittima di un omicidio. Così esce di casa di gran lena per andare a soccorrerla ma a bloccarla c’è una delle sue principali paure: la pioggia. Soffre infatti di ombrofobia da quando la figlia è morta. Così quando si trova fuori casa e delle gocce iniziano a caderle addosso, comincia ad avere una forte crisi che le impedisce di muoversi per poi svenire profondamente. In questa scena abbiamo l’incontro tra l’ansia di avere avuto l’ennesima allucinazione, la paura disarmante della pioggia e quella di non riuscire ad aiutare Lisa. Metafora del dramma di non aver potuto salvare la figlioletta da quella macabra morte, avvenuta in una giornata piovosa.

5) Euphoria: nella gara delle scene cult della serie Rue non è sola

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Nate scena post partita

C’è poco altro da aggiungere su questa serie tv, in quanto è ormai noto il grande seguito che ha avuto per via delle tematiche forti, delle modalità di racconto e, non per ultimo, per la perfomance dei protagonisti. Ogni personaggio della serie ha qualcosa da raccontare e di certo non si tratta di storie piacevoli e nemmeno leggere o divertenti. Questo la pone di diritto nella lista delle serie tv psicologiche da trattare in questa sede. Qui viene rappresentata con estrema plasticità quella linea crepuscolare dell’adolescenza, che per molti ragazzi diventa una fase difficilissima da affrontare e per l’appunto da psicanalizzare.

Pertanto in parallelo a Rue, protagonista indiscussa di Euphoria (HBO 2019), da non sottovalutare è sicuramente la figura di Nate. La sua apparenza racconta di fatto tutto l’opposto di quello che si porta dentro e di fatto, della persona che è davvero. Abbiamo infatti la classica vicenda in cui la rivalità padre-figlio è centrale, a tratti latente, ma decisamente subdola. Soprattutto dopo che Nate scopre come lo squallido hobby sessuale del padre si sia riversato su una nuova compagna di scuola.

Non avere stima di un genitore (qui abbiamo approfondito il tema della responsabilità genitoriale in Euphoria), ma anzi profonda ritrosia, distrugge un ragazzo adolescente.

È infatti a quell’età che ci si fa un’idea su chi voler essere da adulti, su quali modelli seguire e su che direzione prendere. In questo Cal pecca senza troppo risentimento e Nate deve lottare da solo tra la rabbia estrema verso il padre e la paura che il fatto esca allo scoperto, infangando la reputazione della famiglia.

Ad essere latente è anche la presunta omosessualità di Nate. Sebbene probabilmente, si tratti di un disorientamento innescatasi quando da piccolo aveva trovato video del padre impegnato in atti sessuali su ragazzi minorenni. Ecco che Cal diventa per lui uno specchio su cui adesso vede riflesso se stesso e che non riesce ad apprezzare, in quanto non sopporta che sia proprio suo padre a tradire da tempo la famiglia. Iconico resta dunque l’ultimo episodio della prima stagione.

Qui a padroneggiare la scena cult è Cal che, in preda all’astio, recrimina a Nate di non aver avuto il controllo della sua squadra di football durante l’ultimo incontro giocato. Al contempo il ragazzo si trovava già reduce di un fallimento con Maddy sul piano sessuale per la storia dell’omosessualità. Comincia un affronto tra i due. Nate si alza in piedi e gli si pone dinnanzi con il desiderio di intimidirlo e quasi sormontarlo, ma Cal inizia sin da subito a colpirlo per difendersi prima che lui potesse attaccarlo. Allora Cal blocca Nate sul pavimento e gli immobilizza le mani. Allora il ragazzo in preda ad un vero esaurimento nervoso, comincia a battere forte la testa sul pavimento e ad urlare disperato come mai prima d’ora.

Continua pure dopo che Cal esce dalla stanza sgomento e spaventato, tanto da rifugiarsi nel suo studio con una stoica calma apparente. Attraverso la porta chiusa continuiamo a sentire Nate che si fa del male e questo non potrebbe dimostrarci con più trasparenza la sua enorme sofferenza e fragilità. Cal ha nel frattempo capito di aver sbagliato tutto con lui e la famiglia e che sarebbe meglio sparire dalle loro vite.

6) L’infermiera: scene cult della serie tv o dramma vero in Danimarca?

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Christina e Pernille scena ospedale

In pochi avranno sentito parlare di questa miniserie danese lanciata su Netflix nell’aprile 2023 e tratta dall’omonimo libro di Kristian Corfixen. Si tratta di una storia vera che coinvolge due infermiere in un ospedale di Nykøbing Falster: una è la colpevole, l’altra la sua giustiziera. La protagonista è quest’ultima, Pernille Kuzrmann, che è appena stata assunta nel reparto di pronto soccorso ed è alla prima esperienza. Verrà all’inizio affiancata da una veterana del mestiere e del reparto: Christina Aistrup, apprezzata dai più e decisamente la più abile a fare massaggi cardiaci.

Tutto diventa sospetto quando durante la notte, cominciano ad avvenire strane morti proprio per arresto cardiaco di pazienti che fino a prima risultavano esenti da complicazioni. Nota inoltre che parecchie dosi di diazepam scompaiono frequentemente dal magazzino. Inizia così a fare domande in giro riguardo ad atteggiamenti sospetti di Christina o ad eventi a lei correlati.

A questo punto nel secondo episodio Pernille si fa modificare un turno per trascorrere la notte con Christina e cercare di carpire informazioni.

Così la segue e la ritrova nella stanza di una pazienza con delle siringhe che sembra contengano morfina e diazepam. Risulta a questo punto d’effetto la scena cult della serie che vede Pernille partecipe di una situazione controversa. Christina, dopo essere scattato l’allarme di arresto cardiaco di quella stessa paziente, comincia a fare uno dei suoi concitati massaggi cardiaci. Pertanto si siede letteralmente sopra la paziente facendo movimenti quasi a simulare un atto sessuale, coinvolgendo quindi sia il corpo che il viso. Riesce a salvare la paziente. Tuttavia la ritroviamo esausta ma con un’espressione più che gaudente, come se avesse superato una fase di piacere estremo e adesso si sentisse appagata.

Era chiaro che, per una mente disturbata come la sua, il suo obiettivo fosse quello di provocare l’arresto cardiaco dei pazienti iniettando il diazepam. Entrare in azione con le sue manovre infatti le permetteva di dimostrare la sua spiccata professionalità e così dare adito al suo egocentrismo davanti ai colleghi. Nell’ultimo episodio, fedele alla realtà dei fatti, Pernille denuncia alla polizia Christina per mezzo di prove oggettive. Quest’ultima verrà accusata di quattro omicidi e condannata a dodici anni di reclusione, sebbene non sia possibile escludere pure altre morti. A proposito di accuse, processi e serie tv psicologiche, vi lasciamo con una lista di serie che vi renderanno paranoici.