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Quel che rende affascinante il mondo della serialità è la consapevolezza che non smetteremo mai di conoscere nuovi personaggi. I protagonisti principali – a meno che non succedano delle disgrazie – rimangono, ma la Serie Tv evolve inserendo nuovi personaggi a cui si rapporteranno.
Cosa intendiamo con la dicitura ‘personaggi non originari’? La caratteristica di ognuno di loro è semplice: non li abbiamo mai conosciuti durante la prima stagione, sono tutti arrivati in corso d’opera, dalla seconda stagione di una serie in poi. In alcuni casi il loro contributo è stato fondamentale perché ha dato, al protagonista della serie, un vero e proprio nemico. Lo abbiamo visto con Gus in Breaking Bad: Walter White ha sempre avuto diversi nemici, e lo sappiamo, ma Gus è stato IL nemico, quello con N maiuscola. In altri casi, invece, quel personaggio è stato creato per la durata poche puntate, riuscendo comunque e a spezzarci il cuore, e chi ha visto l’ultima stagione di Stranger Things sa. Insomma, in qualsiasi maniera la poniamo, spesso i personaggi che vengono introdotti durante lo sviluppo della serie sono fondamentali perché sapranno scombinare le carte, alterando completamente l’equilibrio della serie. Questo avviene sia in positivo che in negativo, ma è la prima opzione che vogliamo analizzare andando dunque a comprendere quali siano i personaggi non originari che più abbiamo amato nella storia delle Serie Tv.
Da Mike Ehrmantraut di Breaking Bad a Eddie Munson di Stranger Things: ecco i personaggi non originari più amati delle Serie Tv
Eddie Munson – Stranger Things

Eddie Munson è arrivato all’interno di Stranger Things soltanto nell’ultima stagione andata in onda, ma ci sembra di conoscerlo da sempre. Dentro di noi si era subito fatta strada la consapevolezza che fosse proprio lui uno dei personaggi a cui avremmo detto addio, e così è stato. Eddie ha scelto di giocarsi il tutto per tutto solo con l’obiettivo di non fuggire più da nessuna responsabilità. Voleva diventare quello che aveva sempre sognato, voleva essere l’eroe della storia, e non per una questione di ego. Voleva esserlo perché tutti hanno sempre visto in lui un fallimento, tanto da mostrargli la stessa cosa. Non riusciva più a sentirsi così, e per rendere concreta la sua trasformazione ha cercato di combattere anche quando poteva svignarsela. Il suo è un personaggio che abbiamo amato nell’immediato: in lui abbiamo visto il senso dell’ingiustizia, la fragilità e i pregiudizi di una città che non saprà mai di star dando del colpevole a qualcuno che in realtà è un eroe. Non lo saprà mai, ma noi sì. E per Eddie andrà bene così.
Mike Ehrmantraut – Breaking Bad

Quando abbiamo iniziato Breaking Bad non potevamo sapere che Walter White era solo il primo personaggio magistrale che incontravamo, e non uno dei tanti. Perché nulla viene lasciato al caso in Breaking Bad, e innamorarsi di un personaggio è più semplice che odiarlo, anche se nessuno potrebbe mai tenere una lezione di buone maniere o civiltà. Lo sa bene Mike Ehrmantraut, uno dei personaggi che più ha conquistato il pubblico della serie. E’ chiaro: per conoscerlo in modo più approfondito abbiamo avuto bisogno di Better Call Saul, ma per comprendere che gran personaggio fosse era già bastata Breaking Bad. La sua ambiguità, il suo pugno fermo, perfino la sua morte: ognuna di queste cose è riuscita a consegnarci un ritratto affascinante ed enigmatico, uno di quelli che dimostra di aver scritto uno dei personaggi migliori che siano mai stati scritti. Dentro il volto di Mike si cela un passato che l’ha totalmente anestetizzato, rendendolo quasi di ghiaccio come i suoi occhi. Ma c’è ancora qualcosa di vivo dentro di lui, e si risveglia ogni volta che di fronte a lui appare la propria nipote. In quel caso il ghiaccio fa spazio al fuoco, e la l’apatia si fa da parte ricordandogli che, nonostante tutto, lui è ancora in grado di saper sentire.
Hot Priest – Fleabag

Arriva durante la seconda e ultima stagione, e si comporta come se ci fosse sempre stato. Bastano pochi istanti, e poi la sensazione sarà chiara: sembra di conoscerlo da sempre. Lo pensiamo noi, lo pensa Fleabag. Lo pensa chiunque abbia visto in lui il ritratto di un personaggio arrivato per sconvolgere l’equilibrio già precario della protagonista. Il loro rapporto copre soltanto le sei puntate della seconda stagione, ma sembra in realtà ricoprire l’intera storia. Qualsiasi cosa ci sia stata, è stata totalizzante. Insieme sono riusciti a essere quello che non ci aspettavamo fossimo, e non solo per i motivi religiosi. Il loro saluto finale in questo senso si traduce come il perfetto riassunto della loro crescita: non potevano stare insieme, e sono riusciti ad accettarlo. Non potevano stare insieme, ma questo non ha mai implicato l’arrivare a perdersi davvero. Si potevano amare anche in silenzio, separando le loro strade e percorrendo due vie diverse. Per questo la figura del prete sarà sempre una delle più amate e apprezzate nonostante la sua breve durata: è stata capace di scrivere una storia, fornendo gli strumenti per la rivoluzione reale di Fleabag. Le ha permesso di riscoprirsi e di provare ancora qualcosa. Quando non senti più nulla, una persona così, diventa oro. E così è stato, per lei e per noi.