6) Tremembé
Concludiamo con un’altra pagina deludente dell’ultimo periodo. A non rispettare le aspettative è anche Tremembé, la nuova Serie Tv brasiliana che sembrava pronta a raccontare la realtà carceraria oltre ogni stereotipo, andando ben oltre il concetto di reato o crimine e mettendo al centro la vita dentro quelle mura. Un presupposto narrativo che ci aveva entusiasmato sin dall’inizio, ma che purtroppo si è rivelato un’illusione. Tremembé disattende infatti le aspettative a causa di personaggi piatti e poco approfonditi, e di dialoghi forzati, spesso eccessivamente drammatici e lontani dall’autenticità che una produzione del genere avrebbe dovuto incarnare.
Il più grande limite di Tremembé è proprio la superficialità, un difetto che, in un’operazione di questo tipo, pesa come un macigno. Da un prodotto simile ci si aspettava ricercatezza e profondità, un racconto capace di intrattenere ma al tempo stesso di farsi veicolo di una verità sociale, un racconto potente che – pur con inevitabili imperfezioni – non dimenticasse la sua funzione principale: analizzare e restituire il contesto narrativo attraverso personaggi che ne fossero portavoce e testimoni.
Il loro ruolo viene invece svuotato e ridimensionato, trattato con approssimazione e ridondanza, mettendo in discussione l’intera qualità narrativa di Tremembé, che spreca la sua occasione più grande a causa di un’eccessiva leggerezza e di una costruzione artificiosa, capace solo di allontanare lo spettatore dall’emozione autentica. Per far funzionare tutto sarebbe servito un equilibrio sottile, un respiro più consapevole, ma qui quel bilanciamento si perde fin dai primi minuti del primo episodio.
