
Un abbonamento per scoprire che Serie Tv guardare
Con così tante piattaforme e poco tempo a disposizione, scegliere cosa vedere è diventato complicato. Noi vogliamo aiutarti ad andare a colpo sicuro.
Arriva Hall of Series Discover, il nostro nuovo servizio pensato per chi vuole scoprire le serie perfette i propri gusti, senza perdersi in infinite ricerche. Ogni settimana riceverai direttamente sulla tua email guide e storie che non troverai altrove:
- ✓ Consigli di visione personalizzati e curati dalla nostra redazione (e non un altro algoritmo)
- ✓ Articoli esclusivi su serie nascoste e poco conosciute in Italia
- ✓ Pagelle e guide settimanali sulle serie tv attualmente in onda
- ✓ Classifiche mensili sulle migliori serie tv e i migliori film del mese
- ✓ Zero pubblicità su tutto il sito
Nel vasto e affollato panorama delle serie tv, capita spesso che alcune piccole gemme passino inosservate. È il caso di tante miniserie sottovalutate, sommerse dal rumore dei titoli più chiacchierati o penalizzate da una distribuzione poco efficace. Alcune di esse, pur avendo ricevuto riconoscimenti internazionali o ottime recensioni, in Italia non sono riuscite a conquistare l’attenzione che avrebbero meritato. A volte il problema è la piattaforma su cui vengono distribuite, altre volte è il tono narrativo troppo sobrio o la mancanza di una promozione adeguata. Eppure, proprio in quei titoli dimenticati o sottovalutati si nasconde spesso la serialità più autentica e coraggiosa. In questo articolo vi proponiamo otto miniserie – alcune delle quali recuperabili qui – che meritano una riscoperta. Piccole grandi storie di miniserie ingiustamente sottovalutate che hanno qualcosa da dire e che meritano più di quanto hanno raccolto.
1) The Stranger
The Stranger è il titolo della miniserie thriller di Netflix basata sull’omonimo romanzo di Harlan Coben. La trama ruota attorno ad Adam Price, interpretato da Richard Armitage, un avvocato e padre di famiglia la cui vita viene sconvolta da una rivelazione scioccante. Rivelazione che gli viene fatta da una sconosciuta, una misteriosa donna interpretata da Hannah John-Kamen e che riguarda un segreto sulla moglie Corinne. Questo evento innesca una catena di misteri e segreti che coinvolgono l’intera comunità, portando Adam a intraprendere un’indagine personale per scoprire la verità. La serie è caratterizzata da una narrazione ricca di colpi di scena e sottotrame che si intrecciano, mantenendo alta la tensione e l’interesse dello spettatore. La performance del cast, in particolare quelle di Richard Armitage nei panni del protagonista e di Siobhan Finneran nel ruolo della detective Johanna Griffin, sono state lodate dalla critica.
Stessa critica che, tuttavia, ha evidenziato la suddetta presenza di troppe sottotrame e personaggi secondari. Un elemento che ha reso la narrazione meno coesa a discapito del ritmo della storia. Nonostante il successo internazionale e una valutazione positiva su Rotten Tomatoes con un punteggio dell’87% , The Stranger non ha ricevuto particolare attenzione in Italia. La serie è passata relativamente inosservata rispetto ad altri titoli di punta di Netflix e questo potrebbe essere attribuito a una promozione meno incisiva o alla concorrenza di altre produzioni più pubblicizzate. Tuttavia, per gli appassionati del genere thriller e dei drammi familiari, The Stranger è un ottimo prodotto. Una visione coinvolgente e ben realizzata, capace di intrattenere e sorprendere dal primo all’ultimo episodio.
2) The Corner
The Corner è una delle miniserie più sottovalutate di HBO. Distribuita nel 2000 e composta da sei episodi, frutto della mente di quel genio di David Simon, autore di The Wire, e David Mills. E’ tratta dal libro The Corner: A Year in the Life of an Inner-City Neighborhood scritto dallo stesso Simon insieme a Ed Burns. Girata con uno stile semi-documentaristico e una cruda autenticità, racconta la vita quotidiana di una famiglia afroamericana che lotta per sopravvivere tra povertà, droga e disperazione nel quartiere di West Baltimore. Al centro della narrazione troviamo Gary e Fran, due ex coniugi dipendenti dall’eroina, e il loro figlio DeAndre, adolescente disilluso che cerca un proprio equilibrio in un contesto dove il degrado sembra l’unica costante. Ogni episodio esplora non solo le dinamiche familiari ma anche l’intero ecosistema del quartiere. Dalle piazze di spaccio alle case fatiscenti, i servizi sociali, le scuole e gli operatori di comunità.
Con uno sguardo empatico ma imperturbabile, The Corner non giudica i suoi personaggi, li mostra per quello che sono. Esseri umani fragili, spesso sconfitti dalla vita, ma non privi di dignità. Il grande pregio della serie sta proprio nella sua capacità di raccontare il lato umano della tossicodipendenza e della marginalità urbana, andando oltre gli stereotipi. Non a caso The Corner ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui tre Emmy Awards, ed è considerata un precursore spirituale di The Wire, altro capolavoro di Simon. In Italia, tuttavia, è rimasta per lo più sconosciuta. Nonostante la qualità narrativa e la forza del racconto, non ha mai goduto di una vera distribuzione o promozione significativa nel nostro Paese. Questo è probabilmente dovuto sia alla sua natura documentaristica, lontana dalle logiche più commerciali della serialità, sia alla scelta di non doppiarla. Si tratta di un vero peccato, perché The Corner è una delle opere più potenti mai realizzate sul fallimento del sogno americano.