3) La Caduta della Casa degli Usher

Avete presente quella sensazione di detestare qualsiasi personaggio? Bene, se l’avete presente (e come non potreste, considerando queste Serie Tv) aggiungete alla lista anche La Caduta della Casa degli Usher. Amarne anche solo uno sarà estremamente complesso, considerando quanto siano narcisisti. Certo, affascinanti, ma insopportabili. Gente a cui non potremmo affidare neanche un gelato in mano. D’altronde, nella miniserie di Mike Flanagan ogni cosa riporta al sentimento di rancore, indirizzato sempre e solo nei confronti della propria stessa famiglia. In una storia drammatica ed esasperante in cui ogni personaggio perde la vita, i componenti della famiglia protagonista non trovano mai il tempo per piangere un proprio caro. Per sentire la mancanza di un fratello che ha perso la vita.
Per loro esiste sempre e solo il proprio tornaconto, il distacco totale da qualsiasi tipo di empatia. Un patto con il diavolo: è questo il motore che ha azionato le tragedie in casa Usher. Ma, seppur inconsapevoli di tale evento, nessuno ha pensato di mettersi una mano sul cuore, e pensare a che cosa avesse perso. Se avete amato The Haunting Of per la sua delicatezza, scordatevi di provare qui la stessa sensazione. A differenza delle altre opere del regista, La Caduta della Casa degli Usher non si concentra sul bene e sul capitale emotivo dei suoi protagonisti, bensì sul loro niente, sulla loro dilaniante e avvolgente apatia.
Quel che conta in questa miniserie è soltanto il potere. A dimostrazione di ciò, i protagonisti continuano a mandare avanti la propria casa farmaceutica che, negli anni, ha ucciso più di 50.000 persone. Nonostante l’assenza di alcun tipo di codice morale, La Caduta della Casa degli Usher è una produzione estremamente raffinata ed elegante, che può inoltre contare sulle straordinarie prove di recitazione di Kate Siegel, Carla Cugino, Bruce Greenwood ed Henry Thomas, quattro attori che oramai sono una certezza nelle opere firmate Mike Flanagan.
4) Adolescence, una delle migliori miniserie di questa prima parte del 2025

Se questa fosse una classifica, Adolescence (di cui lasciamo qui la nostra recensione) salirebbe sul podio. Solo quattro episodi, ma capaci di generare tutto il rumore del mondo. Tra le diverse miniserie presenti in lista, Adolescence è una delle poche ad aver conquistato sia il pubblico generalista sia quello più esigente, costruendo una narrazione trasversale. E non era affatto scontato. La miniserie è rapidamente diventata una delle serie più viste su Netflix, superando in termini numerici perfino Stranger Things. Su una piattaforma come Netflix, Adolescence è un oggetto raro: lenta, girata interamente in piano sequenza e con una trama che non nasce per intrattenere. A primo impatto, infatti, la miniserie sembrava voler essere un thriller basato sul ‘chi ha ucciso chi’ e una lunga serie di colpi di scena che richiamavano il modello narrativo di Serie Tv Defending Jacob o The Undoing. Ma era tutta apparenza, perché la sostanza racconta una storia ben diversa da questa.
Dove ho sbagliato? Eddie, il padre di Jamie, se lo chiede continuamente portando gli strascichi dei sensi di colpa come una croce. Prova a riflettere sul passato, quantifica le volte in cui ha alzato la voce. Si mette in discussione, si interroga sul perché suo figlio sia arrivato a compiere un gesto così disumano togliendo a qualcuno il diritto di vivere. Cerca di capire. Ci prova. Ci prova come ci proviamo tutti, ogni giorno, quando veniamo tempestati da un’ennesima notizia che avremmo voluto non sentire. Ed è proprio a noi che Adolescence si rivolge. D’altronde, si tratta di una miniserie sui figli e per i figli.
Ed è proprio a noi che Adolescence si rivolge. Perché è una miniserie sui figli e per i figli. Mostra come la superficialità possa trasformarsi in un punto di non ritorno, con conseguenze irreparabili. Uno dei problemi più gravi – ci racconta – nasce da una catena continua di responsabilità rimbalzate, sempre affidate a qualcun altro. Ma Adolescence lo spiega chiaramente: il compito non è mai di uno solo, ma di un’intera comunità.
Adolescence resta una delle migliori miniserie degli ultimi due anni. Una produzione che, fin da subito, è stata destinata a riempire le più grosse classifiche globali e che con ogni probabilità rivedremo ancora. Probabilmente, perfino nelle classifiche di fine anno.







