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Mid-Century Modern prima, Leanne ora: abbiamo di nuovo bisogno delle vecchie sit-com di una volta?

Leanne è una delle sit-com di maggiore successo dell'ultimo periodo

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Forse sta succedendo qualcosa. Una tendenza silenziosa, sotterranea. Più che un vero fenomeno, un’evoluzione da monitorare. Non spingiamo troppo sul sensazionalismo: sarebbe scorretto enfatizzare oltremisura la situazione. Però è una situazione: un caso è un caso, due potrebbero esserlo come non potrebbero esserlo, ma manca ancora una prova. Di cosa stiamo parlando? Del presunto ritorno in auge delle vecchie sit-com, grazie a due titoli che hanno avuto un ottimo successo nell’ultimo periodo. Un successo per molti versi imprevisto, quello di Mid-Century Modern e Leanne. Della prima parlammo qualche tempo fa, con un titolo evocativo: “Mid-Century Modern, la sit-com nata vecchia che ha fatto il giro e funziona lo stesso”.

Sì, vecchia, vecchissima. E non ci risparmiammo a riguardo: “Il bello di Mid-Century Modern è che non necessita di analisi mirabolanti per motivarne il successo: è un prodotto industriale di un’altra epoca realizzato da straordinari artigiani fuori dal tempo. Artigiani che sanno scrivere e che trovano la massima valorizzazione in un cast di grandi nomi che sanno dare intensità e autenticità a personaggi essenziali, ben caratterizzati e con solide backstory, ma senza grandi fronzoli. È una serie divertente ma non frivola, alla ricerca delle risate senza chissà quale altro sottotesto. È come se Mid-Century Modern ci chiedesse: cosa c’è di male nell’essere datati, se si sa intrattenere?”.

Già, cosa c’è di male? La stessa domanda sembra essersela fatta Leanne, disponibile da fine luglio su Netflix.

Una vetusta sit-com multicamera con le solite risate sullo sfondo, tutta improntata su un gran ritmo, trame essenziali, battute che non rivoluzioneranno il genere – e non sempre vanno a segno, a dirla tutta – una buona trazione empatica, una protagonista riconoscibile e un’ottima spalla. Con una trama riassumibile in poche parole: dopo un lungo matrimonio, Leanne si separa dal marito a seguito di un tradimento subito. Come reagirà? Come reinventerà una vita ormai instradata da tempo sui binari rassicuranti? Tutto qui, e va bene così. Eccome se va bene: ideata dalla stessa protagonista, Leanne Morgan, insieme a Susan McMartin e a Chuck Lorre, uno che di sit-com di successo se ne intende più di chiunque altro al mondo, la serie Netflix è andata piuttosto bene e ha già ottenuto il rinnovo per una seconda stagione, affatto scontato all’esordio.

Due indizi non fanno una prova, e in questo caso non sarebbe sufficiente manco un terzo esempio. In un periodo storico in cui le sit-com stanno faticando come non mai, tuttavia, l’indicazione è significativa: il grande pubblico ha ancora bisogno delle vecchie sit-com. E no, non parliamo di prodotti che stanno cercando di apportare reali elementi di novità al genere: non parliamo allora di Adults, la comedy reduce da una fenomenale prima stagione che si inserisce sul solco di mostri sacri del calibro di Friends, o dei numerosi prodotti ibridi che mescolano la commedia con incursioni nel crime, nel drama, nell’action o chissà dove.

No, non parliamo nemmeno di comedy più tradizionali con linguaggi e temi che allargano gli orizzonti e fanno da anello di congiunzione concreto tra le vecchie e le nuove generazioni: lo sta facendo per esempio Abbott Elementary e l’ha fatto, in minor misura, Young Sheldon. No, qui parliamo di sit-com. Vere sit-com. Sit-com di cui abbiamo, evidentemente, ancora bisogno.

Prima di procedere, un chiarimento necessario: qui usiamo sit-com in un senso più ampio e rispondente alle concezioni meno rigide del nostro tempo, includendo anche serie single-camera come The Office.

La distinzione multicamera/monocamera resta comunque importante sul piano tecnico perché definisce linguaggi, tempi comici e modalità produttive diverse. Nel caso di Leanne e Mid-Century Modern parliamo invece di sit-com nel senso più classico, con risate di sottofondo e un’impostazione da studio.

Ciò detto, un aspetto è chiaro: la voglia di sit-com da parte del grande pubblico è sempre stata evidente. Anche in questi anni di crisi.

Steve Carell in una scena di The Office
Credits: Chris Haston/NBC -TV/KOBAL/SHUTTERSTOCK

Negli ultimi anni, soprattutto nei mesi difficili del lockdown e degli spettri più oscuri della pandemia, si era assistito a un ritorno in auge delle sit-com tradizionali: The Office, giusto per dirne una, aveva vissuto una seconda vita, ma anche Friends aveva mostrato ancora una volta la sua ormai certificata immortalità.

Successivamente, la tendenza si è smorzata ma non si è dissolta: mentre i vari network accumulavano un flop dietro l’altro e anche i prodotti più ambiziosi crollavano – non sempre meritatamente – dopo una o due stagioni, il pubblico si affidava alle solite certezze. Preferiva l’ennesimo rewatch della sua serie preferita, mentre le nuove produzioni subivano contingenze sfavorevoli e, spesso, palesavano una certa carenza di idee. Ne abbiamo parlato più volte, e questo accresce il valore dei successi di Leanne e Mid-Century Modern: sembravano essere nate con presupposti simili a troppe altre produzioni bocciate sia dalla critica che dal pubblico, ma il risultato è stato diverso.

Perché? Cosa hanno Leanne e Mid-Century Modern che le altre non hanno?

Leanne punta tutto sul carisma di una protagonista over 40, una formula rassicurante e l’esplicita ricerca di un pubblico più maturo, alla costante ricerca di prodotti del genere. È l’erede diretta delle sit-com comfort che riempivano i palinsesti generalisti, niente più niente meno: un prodotto per famiglie, rassicurante ma anche caustica nei momenti giusti, empatica ma coi conflitti giusti. Ha, soprattutto, una tendenza all’empowerment femminile che strizza l’occhio alle sensibilità contemporanee con una buona dose di realismo, senza risultare pretestuosa né stucchevole.

Per molti versi, è un segno dei tempi. E una prima dimostrazione del ritorno delle vecchie sit-com.

Le sit-com che rassicuravano e sapevano incidere con una buona immediatezza, perseguendo la leggerezza e le risate senza troppi fronzoli. Un porto sicuro in cui rifugiarsi dopo le fatiche quotidiane: qualcuno potrebbe addirittura allargare gli orizzonti e vedere il fenomeno in risposta ai tempi di forte instabilità che stiamo vivendo, ma non saremo tanto ambiziosi all’interno di questa analisi. Anche il percorso che sta affrontando Chuck Lorre con le sue comedy è significativo: pur non essendo sempre impegnato attivamente sui singoli titoli con un ruolo da showrunner, è interessante associare la tradizionale Leanne a Mom, comedy che aveva invece innovato il genere con un linguaggio più peculiare e uno sconfinamento più deciso nel terreno della dramedy con la gestione, intelligentissima, di tematiche molto complesse.

Parallelamente, la tradizionale e innovativa The Big Bang Theory aveva trovato in Young Sheldon un’eredità più particolare, anch’essa tendente a linguaggi contemporanei. Non esattamente una serie di rottura, ma cosa pensare del fatto che abbia trovato in una sit-com più classica, Georgie & Mandy’s First Marriage, il suo sequel? È interessante: il ritorno del multicamera e delle risate di sottofondo danno quasi l’idea di una tendenza alla restaurazione all’interno del genere. Ogni caso ha però vita a sé, e sarebbe scorretto schematizzare con una modalità tanto drastica. Anche perché il sequel di The Big Bang Theory, annunciato nei mesi scorsi, dovrebbe essere molto meno tradizionale. Possiamo quindi vedere nella parabola di Chuck Lorre, al massimo, un eclettismo che cavalca tendenze più variegate di così.

L’impressione, tuttavia, è che prodotti come Georgie & Mandy’s First Marriage e Leanne possano trovare oggi un terreno più fertile rispetto a pochi anni fa.

Mid-Century Modern funziona
Credits: Hulu

Una questione di nostalgia? Sì, per certi versi sì. Così come Leanne stuzzica i gusti di un pubblico cresciuto con le comedy familiari e con le sit-com classiche, altrettanto sta facendo Mid-Century Modern. Una comedy che ha raccolto platealmente l’eredità della fortunatissima Will & Grace, tanto da condividerne un’infinità di aspetti, nonché gli autori. Con una differenza chiave, nonché una similitudine ulteriore: la tradizione e la nostalgia necessitano di essere combinate con le esigenze stringenti delle sensibilità attuali, trovando la misura ideale per essere divertenti e liberi senza risultare offensivi.

Non è semplice, ma non è manco impossibile: alla faccia di chi sostiene ancora che “non si possa più dire niente”, la chiave è dire tutto con intelligenza. Ridere con qualcuno e non di qualcuno, si direbbe in questi casi. Mid-Century Modern è quindi un compromesso perfetto: ha i punti di forza di una sit-com di venticinque anni fa, ma asseconda lo spirito del nostro tempo con discreta autenticità.

Un po’ come Leanne, in sostanza. Si arriva, così, al punto finale: la restaurazione del genere passa attraverso il rispetto della classicità, a patto che si abbia davvero qualcosa da raccontare e la nostalgia non celi pulsioni reazionarie.

Si risponde così a un mercato che aveva incontrato una voragine negli ultimi tempi. Un pubblico più esperto, ormai residente in pianta stabile nelle piattaforme di streaming, premia prodotti non eccelsi e manco memorabili, ma capaci di intercettarne i gusti al momento giusto. Un’esigenza anche dei network, alla ricerca costante di prodotti con costi contenuti che ben si prestino al binge watching di massa.

I più giovani, invece, continueranno a cercare prodotti più ibridi e audaci, o storie generazionali in cui identificarsi: non hanno smesso a loro volta di cercare le risate, e il mercato ha pensato anche a loro. Non saranno le nuove vecchie sit-com, in definitiva, a contrastare le evoluzioni radicali del genere: Leanne e Adults, per intenderci, giocano in campionati differenti e non si sfidano nemmeno. Altrettanto potremmo dire del neonato spin-off di The Office: inseguirà i millennial, probabilmente senza spingersi oltre.

Accogliamo con piacere, comunque, il possibile ritorno delle sit-com: in attesa di una nuova prova, la necessità è evidente. L’ennesimo rewatch delle solite serie potrà attendere: c’è qualcosa di nuovo da guardare. Arrivano dal passato, ma sono radicati nel presente. “Cosa c’è di male nell’essere datati, se si sa intrattenere?”, dicevamo? Ecco, appunto.

Antonio Casu