7. Industry

Mickey Down e Konrad Kay, gli ideatori di Industry, sono degli ex banchieri che riportano parte della loro vita sul piccolo schermo. Dal 2020, anno in cui esce la prima stagione di Industry, fino al 2024, anno in cui è uscita la terza stagione (la più recente) e per almeno altre due stagioni che devono arrivare. Un viaggio lungo e dettagliato nella vita di un gruppo di neo laureati che competono, tra loro e con gli altri, per accaparrarsi un posto in una grossa banca d’investimento. Oscurato, forse, da uno dei migliori prodotti degli ultimi anni che è Succession (simile nella tematica), Industry ha un approccio molto realistico ad un mondo in pieno fermento, soprattutto nella Londra moderna. Mostra una realtà molto cruda e molto competitiva che non fa prigionieri e che non ammette quasi nessun tipo di empatia o umanità. La terza stagione, che è quella che avrebbero dovuto candidare agli Emmy 2025 senza alcun dubbio, è solo l’ennesima conferma di tutto questo. Industry parla la lingua dell’economia e della finanza e spesso è anche difficile da comprendere. Ma come spesso succede, riesce comunque ad appassionare grazie alle dinamiche interne che vengono rese necessarie. Un buon esempio di come, anche un prodotto di ottima qualità, uscendo dalla confort zone del pubblico, anche detto mainstream, rischi l’ingiusta esclusione.







