3. The Handmaid’s Tale

Sei stagioni in otto anni, dal 2017 al 2025, sono tante. Ed è chiaro che, arrivata alla sesta, The Handmaid’s Tale possa aver perso un minimo di aderenza sul suo stesso pubblico. C’è da dire, però che non perde mai il suo smalto e la sua voce. Quella stessa voce che è necessario, oltre che straziante, ascoltare ancora oggi, ancora dopo otto anni. La serie, tratta dall’omonimo romanzo di Margaret Atwood, porta avanti una narrazione distopica che vede l’esistenza di un mondo in cui le donne esistono solo per la procreazione e poco altro. Offred (o June), interpretata da una bravissima Elisabeth Moss, è la prima pedina di questo mondo che cerca di ribellarsi e di riprendersi la sua vita. E, di conseguenza, anche quella delle altre. I romanzi da cui viene tratta sono, in realtà, due: Il racconto dell’ancella e I Testamenti. Chiaramente la serie tv ha allungato la narrazione, per offrire anche quella sana suspense che non annoia mai e che rende il tutto ancora più appassionante. Come si possa escludere una serie come The Handmaid’s Tale dalle premiazioni degli Emmy 2025 è difficile da capire, soprattutto per la sua importanza sociale oltre che politica.
4. Pachinko

Pachinko è una serie tv poco conosciuta (e non è l’unica), che fa parte di quel piccolo pantheon che forma il catalogo di Apple Tv+. Che da sempre punta molto di più sulla qualità che sulla quantità, vantando relativamente pochi prodotti ma tutti di una qualità eccelsa. Pachinko è uno di questi (uno dei migliori). La produzione è statunitense ma l’ambientazione è metà tra Giappone e Corea, intorno al 1915. Sunja è una donna tenace e forte, che fa di tutto per ribellarsi alla dittatura giapponese che incombe sul suo paese. È una donna che dovrà affrontare molti più ostacoli di quelli che si sarebbe mai aspettata ma che, nonostante tutto, dà grande importanza all’amore. La fotografia di Pachinko (che la rende una tra le serie con l’ambientazione più interessante) è l’elemento che più si apprezza in maniera istantanea. La sua nitidezza e la sua freddezza trasportano in un mondo lontano e avvolgono quasi fisicamente, coinvolgendo persino i sensi. È una fotografia strabiliante, impossibile non premiarla. Forse, proprio per questo, Pachinko (qui un piccolo approfondimento) viene esclusa da ogni premiazione agli Emmy 2025. Che potesse essere un rivale da temere non c’è dubbio, soprattutto per quanto riguarda la tecnica cinematografica ma anche in merito ai temi trattati. Che sono sicuramente pesanti ma fin troppo attuali.







