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L’Italia e l’arretratezza in campo Serie Tv. Ma c’è un modo per uscirne

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L’avete mai notato quel bannerino con la P inerente a tantissimi programmi del Bel Paese? Se ci fate caso, lo ritroverete in tutte le serie tv italiane più famose, quelle delle ammiraglie, da prima serata. 

Indica che in quei programmi ci sono dei prodotti che pagano apposta per essere lì, detto in altri termini, vuol dire che quella pubblicità indotta è vitale per l’esistenza della serie.

Lo sponsor non si accontenta più di stare “in panchina”, a cavallo tra uno stacco e un altro, entra, ma ormai da anni, prepotentemente dentro la serie e impone, se non le sue idee (ve lo immaginate, che so, Doctor House a parlare con l’uccellino di Del Piero che gli consiglia di bere acqua per calmare l’astinenza da Vicodin?) almeno la sua visione del mondo.

E’ una specie di circolo psicologico e vizioso, che funziona più o meno così: il personaggio X, carismatico capo di un gruppo ben riconosciuto (famiglia, chiesa, squadra sportiva e chi più ne ha più ne metta) ha a che fare con un certo prodotto per una sua azione quotidiana (esempio: la colazione). Bene, per empatia, lo spettatore che amerà quel personaggio sarà più propenso a comprare quel prodotto di quella marca per l’occasione quotidiana.

Dunque non è troppo sbagliato dire che una serie tv in Italia per passare debba avere l’ok anche (e forse soprattutto) di chi la usa per fare pubblicità indiretta dei suoi prodotti. Ma chi sono questi?

Ecco, e qui viene il dramma: sono gli stessi che hanno scelto, per la loro pubblicità normale, personaggi che parlano con gli uccelli, personaggi che parlano con le galline, personaggi che parlano a Bruce Willis con la labirintite, voci fuori campo che parlano con le bollicine di sodio, ecc, oppure doppi sensi che a confronto i film di serie B italiani anni ’70 sono opere di David Lynch ispirato al massimo.

Come dite: ci prendono per culo? Sì, e ci riescono benissimo!

Sono inserzionisti che non possono accettare nulla di diverso da una visione convenzionale della famiglia o sessocentrica dell’individuo perché in fondo a quella si rivolgono: ai famosi “spettatori paganti” che però pagano dopo, dai supermercati ai pizzicagnoli, per comprare quei prodotti di pubblicità indotta… Che ovviamente non può essere inserita in una serialità estera!

Come si risolve il cortocircuito? In maniera semplice ma allo stesso tempo terribile! Al netto di paturnie ideologiche accettabili solo in parte, Rai e Mediaset hanno l’obbligo di guadagnare da quello che mandano in onda. Niente più di questo. Fategli arrivare un centesimo in più per una serie fatta bene e vi daranno quella, senza fiatare.

E non c’entra il semplice auditel, che tra l’altro in questo periodo sta cambiando forma, e chissà che non ne parleremo qui. C’entrano introiti preventivi (come appunto la pubblicità indiretta) e contratti di pre e post produzione che possono anche sopportare un possibile flop.

Quale serie estera valida (a voi la scelta, metteteci il nome che volete), ad oggi, garantirebbe questo a chi la produce? Chi può permettersi, da solo, di pagare preventivamente una scelta tipo Netflix per la tv italiana?

Domanda retorica, risposta scontata; però…… c’è un però, tra l’altro di non poco conto. I serialisti sono tanti, e stanno continuando ad aumentare: se volessero, potrebbero davvero creare un blocco mica da ridere, capace di influenzare l’auditel e quindi le scelte di palinsesto.

Il problema è che non lo si fa: si preferisce stare, fin troppo spesso, ognuno nella sua isola di tempo e la lasciare le cose come stanno. Mutatis mutandis, è come non andare a votare e poi lamentarsi dei politici. Se non scegli, deleghi ad altri che sceglieranno per te e nessuna crescita vera avverrà mai.

Quindi? Quindi non vi resta che una cosa:

Serialisti di tutta Italia, unitevi e fate richieste comuni: quando sapranno quanti siete, dovranno per forza almeno iniziare ad ascoltarvi. Siete tanti, siete soldi, basta ricordarselo

Volete degli esempi? Che ci crediate o meno, in questi anni in Italia ci sono stati anche programmi decisamente anticonvenzionali in prima serata con botti di ascolti e rinnovati. Ne scelgo tre a caso, molto diversi tra loro: Doctor House, (che nessuno mi toglierà mai dalla testa che ha avuto tanto successo perché lo streaming dagli USA non era ancora così diffuso), Camera Cafè e Braccialetti Rossi . Niente bella morale, niente famiglie felici, politicamente scorretto a iosa, tutto il contrario del mondo perfetto propugnatoci dalle pubblicità che finanziano molte delle serie di prima serata. Però non importava a nessuno, perchè avevano milioni di telespettatori, facevano guadagnare e andava bene così.

Ora resta l’ultima domanda. A continuare a isolare la visione personale in uno streaming/download pirata o nell’onestissimo Netflix chi ci guadagna?

Io non lo so, però so chi ci va a perdere….

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