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Breaking Bad, Dexter, Lost: la durata conta

Sono numerosi i motivi che spingono una casa produttiva a prolungare le stagioni di una serie tv: il successo di pubblico, conseguentemente la possibilità di guadagnare molto, o ancora la necessità di plasmare una storia basata su un romanzo o su una storia vera. Ne consegue che molte serie tv contano di tante stagioni, a volte anche ognuna con molti episodi, che spesso risulta difficile seguire ma soprattutto che non riescono a mantenere elevato il livello qualitativo in maniera costante. Nello specifico cercheremo di soffermarci su tre fenomeni della televisione degli ultimi anni, tre serie Tv di successo ma che hanno avuto sviluppi completamente diversi: Breaking Bad, Dexter e Lost.

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Dexter

Dunque le domande da porsi sono: chi è riuscito a non “perdersi” col proseguire delle stagioni? E chi addirittura è riuscito a migliorare col tempo? Come detto, il livello delle tre serie considerate è buono, se non addirittura ottimale. Si consideri per prima Dexter. Il progetto attraverso cui nasce è di impostazione molta classica (un criminale infiltrato nelle forze dell’ordine con “buoni propositi”), ma al tempo stesso è ambizioso visto il chiaro intento di concentrare tutte le puntate in maniera primaria sulla psicologia di un solo personaggio, cioè del protagonista. Ma può una serie durare 8 stagioni (con 12 episodi ciascuna) concentrandosi in maniera così assidua solo di lui?  Le due prime stagioni sono molto belle (forse la seconda addirittura meglio della prima), con una incredibile vivacità di trama e soprattutto con la capacità rinnovativa presente in ogni puntata. Grande attesa dunque per la terza stagione che non è certamente un flop, ma non si conferma agli stessi livelli delle due precedenti: si inizia ad intravedere quello che è il virus di Dexter, cioè l’incapacità di rinnovarsi, avendo puntato tutto su un personaggio che sembra destinato a farla sempre franca. La quarta stagione ha un nuovo picco (dovuta anche alla bravura dell’attore antagonista, John Lithgow) anche in questo caso non seguito dalla stagione 5 (forse la più deludente); da qui il livello qualitativo si abbassa definitivamente (si passa da un 8 pieno per le prime due stagioni alla media del 6.5 per le ultime quattro) fino ad un finale che lascia abbastanza perplessi: paradossalmente, dopo 8 stagioni, si ha l’impressione di una certa frettolosità nel voler chiudere la storia. Ricapitolando, Dexter è decisamente una buona serie Tv, che non riesce però (come la maggior parte) ad andare in crescendo, ma vive del suo successo iniziale senza essere capace di rinnovarsi. Verdetto: doveva concludersi qualche stagione in anticipo, magari anche in maniera differente.

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Dexter

Passando brevemente per Lost, le premesse (e, purtroppo, le conclusioni) sono molto simili a quelle riferite a Dexter, ma con caratteristiche di sviluppo totalmente diverse. Perchè, se è vero che sembra intuirsi la prevalenza dell’importanza di alcuni personaggi rispetto ad altri, è anche vero che lo sviluppo della serie gioca molto sulla capacità di analizzare tutti i personaggi; personaggi che continuano ad aggiungersi in quantità in ogni stagione! Va subito detto che nel caso di Lost parliamo di 6 stagioni, ma con tantissimi episodi (24, 23, 22, 14, 16, 16). Anche Lost ha una grandissima partenza: riesce a trasmettere subito quell’aria di mistero che circonda non solo la trama, ma col tempo anche i personaggi, risultando una storia molto originale; forse, col senno di poi, potremmo dire anche troppo originale. Quello che infatti traspare (e non è mai stato chiarito se i produttori e sceneggiatori avessero bene in mente la trama fin da subito oppure se l’abbiano sviluppata col tempo) è un certo cambiamento di rotta nelle ultime due stagioni, in cui lo sviluppo in alcuni frangenti è talmente lontano dall’idea iniziale che sembra quasi un “arrampicarsi sugli specchi” nell’analisi dei (troppi) personaggi, facendo perdere valore all’iniziale innovazione del progetto. Comunque, Lost risulta una buona serie che forse perde l’occasione per diventare grande col passare del tempo: anche qui, una gestione migliore avrebbe forse permesso di capire quando fermarsi.

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Lost

Veniamo infine al capolavoro, Breaking Bad. Questa serie Tv parte con un’idea molto chiara e definita: il protagonista deve diventare l’antagonista. Conta 5 stagioni (per un totale di 62 puntate, 7, 13, 13, 13, 16) in cui la trama non è incentrata solo sul protagonista, ma riesce a cogliere tutte le sfaccettature degli altri 2-3 (massimo) personaggi principali, puntando all’autonomia della trama in alcuni casi e al modellarla sulle psicologie in altri casi. Ma la grande caratteristica di questa serie (ed è quasi impossibile trovare altre serie con questo aspetto) è l’elemento che da buona serie la fa diventare ottima serie: Breaking Bad migliora di stagione in stagione. Parte infatti da una media voto di 7.5/8 nella prima stagione per arrivare al 9.5/10 dell’ultima. Certo, la bravura degli attori ha fatto la sua parte; tuttavia è innegabile che non può essere l’unico aspetto. Avendo un’idea e un obiettivo preciso in testa, Vince Gilligan ha capito quando fermarsi: per i fan è doloroso, certo, ma l’intelligenza deve portare a capire che la conclusione di Breaking Bad è la migliore che si potesse avere: il fatto stesso di pensarlo ci fa percepire la grandezza. Infatti, è difficile immaginare una continuazione per le vicende di Albuquerque, è questo è un bene. Significa che l’obiettivo è stato raggiunto, e significa forse anche che 5 stagioni sono la quantità giusta per fare la serie perfetta.

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Breaking Bad
In pratica sembra evidente una differenza: lo sviluppo della trama. Infatti, Breaking Bad è riuscita a creare una parabola con un preciso inizio e che doveva avere una determinata fine; diversamente, Dexter e Lost da un certo punto in poi si sono instradate in un percorso che le ha portate a diventare serie che sarebbero potute continuare praticamente per sempre, battendo sugli stessi temi, senza rinnovarsi (oppure, come in Lost, trasformando il rinnovamento in stravolgimento) e senza trovare una degna fine. Spesso si dice che quando una cosa è conclusa non va continuata, perchè si rischia di essere ripetitivi o rovinare ciò che si è fatto: questo dovrebbe essere il punto di partenza per capire quando fermarsi, e Breaking Bad c’è riuscita perfettamente.

Un saluto agli amici di Breaking Bad – Pagina Italiana