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7 attori che avrebbero potuto essere i protagonisti di 7 grandi Serie Tv (e invece no)

Steve Carrell e Bob Odenkirk

3. Penn Badgley come Jesse Pinkman (Breaking Bad)

Penn Badgley

Penn Badgley, all’epoca, era un giovane attore emergente, con qualche film indipendente e piccoli ruoli televisivi alle spalle. Fece il provino per Breaking Bad, presentandosi come possibile Jesse Pinkman, ma non convinse i produttori. La scelta fu cruciale: Jesse non doveva essere solo un comprimario. Era pensato per morire alla fine della prima stagione, ma l’interpretazione di Aaron Paul fu talmente potente da cambiare i piani degli sceneggiatori. Senza di lui, probabilmente la dinamica tra i due personaggi Walter White-Jesse Pinkman, che regge buona parte della serie, non avrebbe avuto lo stesso impatto. È difficile, adesso, immaginare Penn Badgley – elegante, controllato, con quell’aria da “bravo ragazzo misterioso” – calarsi nei panni del criminale tossicodipendente.

Eppure, se avesse ottenuto la parte, la carriera di Penn avrebbe preso una direzione completamente diversa. Ma è stato proprio quel “no” a portarlo a ricoprire il ruolo che poi l’ha reso celebre: Dan Humphrey, il lonely boy di Gossip Girl. Un ruolo completamente diverso da Jesse, ma che diede all’attore fama mondiale e una forte identità. Alla fine, si può dire sia andata bene a tutti: Aaron Paul ha trovato il ruolo della vita e Penn Badgley ha avuto tempo e spazio per costruire un percorso tutto suo, passando dall’iconica Gossip Girl al volto della serie tv Netflix You.

4. Ray Liotta come Tony Soprano (I Soprano) – tra gli attori delle serie tv che avrebbe potuto interpretare il ruolo di protagonista

Black bird

Quando si parla de I Soprano, il nome di James Gandolfini è indissolubilmente legato a quello di Tony Soprano: la sua interpretazione ha riscritto le regole del protagonista televisivo, dando vita a un antieroe vulnerabile, crudele e umano come nessuno prima di lui. Eppure, prima che i creatori della serie si decidessero, tra i nomi circolati per il ruolo c’era anche quello di Ray Liotta. L’attore all’epoca era già un volto nuovo, sopratto per Quei bravi ragazzi, entrando di diritto nell’immaginario dei film di mafia. La sua intensità e quel misto di fascino e minaccia lo rendevano un candidato naturale per un boss televisivo come Tony Soprano. Ma Ray rifiutò: non voleva impegnarsi in un progetto televisivo a lungo termine, preferendo restare legato al cinema. All’epoca, infatti, la tv era ancora considerata “minore” rispetto al grande schermo, e Liotta, forte della sua carriera, non se la sentì di correre il rischio.

Gandolfini non era il gangster classico dal carisma magnetico: oscillava tra brutalità e fragilità, tra la violenza cieca e le sedute di terapia piene di dubbi esistenziali. Proprio questa contraddizione ha reso Tony Soprano uno dei personaggi più rivoluzionari della tv. Anche se Ray Liotta non è mai diventato Tony, non è rimasto del tutto estraneo al mondo de I Soprano. Nel 2021, infatti, ha recitato in I molti santi del New Jersey, il prequel cinematografico della serie tv, dove interpretava due ruoli: i fratelli Moltisanti. È affascinante pensare a come sarebbe stata diversa la storia delle serie tv se Liotta avesse detto sì. Forse I Soprano avrebbe avuto un tono più vicino al gangster movie, più patinato e meno intimo e quotidiano. Forse non avrebbe aperto la strada a quella “Golden Age” della televisione fatta di antieroi imperfetti, da Walter White a Don Draper.

5. Paul Rudd come Don Draper (Mad Men)

Paul Rudd, nei primi anni Duemila, era conosciuto principalmente per i ruoli nelle commedie romantiche. Aveva un’aria da bravo ragazzo spiritoso, il vicino di casa che conquista con il sorriso e la battuta pronta. I produttori di Mad Men, in fase di casting, lo presero in considerazione per il ruolo di Don Draper come protagonista della serie tv: dopo tutto, l’attore aveva fascino e il giusto carisma per guidare una serie ambientata negli anni ’60. Eppure, col senno di poi, ora ci sembra quasi impossibile immaginarlo in quei panni. Don Draper non era solo un uomo affascinante in giacca e cravatta: era un personaggio oscuro, pieno di segreti, costruito sulle menzogne e sul dolore.

Jon Hamm seppe incarnarne la complessità: il maschio alfa dell’America pubblicitaria, ma anche un uomo fragile, segnato da un passato da cui non riusciva a fuggire. Hamm era relativamente sconosciuto prima di Mad Men, ma proprio per questo gli spettatori credettero nel personaggio fin da subito. Paul Rudd, al contrario, aveva già un’immagine molto definita: quella dell’uomo simpatico e rassicurante. Se fosse stato Don Draper, forse la serie avrebbe avuto un tono diverso: meno cupo, più ironico, forse meno rivoluzionario. Probabilmente avremo sempre intravisto dietro Don il sorriso disarmante di Paul Rudd, rendendo più difficile credere alla sua oscurità interiore.

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