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9 Serie Tv fantasy e fantascientifiche con un world-building incredibile

7. Severance

Un'immagine del primo episodio della seconda stagione di Scissione, una delle migliori serie tv uscite a gennaio

Severance è una delle serie più originali e disturbanti degli ultimi anni. Un’opera che mescola thriller psicologico e fantascienza esistenziale, creata da Dan Erickson e prodotta da Ben Stiller. Ambientata nei freddi corridoi della Lumon Industries, la serie immagina un futuro in cui alcuni dipendenti si sottopongono volontariamente a una procedura chiamata “severance” (scissione, in italiano): una separazione chirurgica della coscienza tra vita lavorativa e vita privata. Chi ha subito il trattamento vive due esistenze distinte e inconsapevoli l’una dall’altra: l'”innie”, confinato eternamente all’ufficio, e l'”outie”, che non sa nulla di ciò che accade sul posto di lavoro. Al centro della storia c’è Mark Scout, un uomo distrutto dal dolore per la perdita della moglie, che accetta la proceduta per fuggire da se stesso. Ma qualcosa, lentamente, inizia a incrinarsi nell’ordine asettico della Lumon. Il world-building di Severance è minimalista ma potentissimo: gli ambienti sterili, i codici comportamentali criptici, le tradizioni aziendali assurde e inquietanti.

Tutto contribuisce a costruire un mondo che sembra familiare e alieno allo stesso tempo. La Lumon non è solo un luogo fisico, ma un ecosistema chiuso, governato da logiche misteriose, culti aziendali e gerarchie opache. Ogni dettaglio suggerisce che sotto la superficie si cela qualcosa di profondamente sbagliato. Severance costruisce un mondo che fa riflettere sull’identità, sulla libertà e sulla perversione del concetto di “lavoro”, e rientra tra le migliori ambientazioni delle serie tv.

8. Silo – Una delle migliori ambientazioni delle serie tv

Migliori ambientazioni delle serie tv (640x360)

Tratta dalla trilogia letteraria di Hugh Howey, Silo è una serie distopica che ci cala in un futuro claustrofobico e misterioso. L’umanità superstite vive all’interno di un enorme silo sotterraneo, profondo oltre 140 piani, costruito per proteggere gli uomini da un esterno tossico e invivibile. Nessuno conosce davvero cosa sia successo al mondo in superficie: le informazioni sono rigidamente controllate, la memoria storica è andata perduta, e ogni tentativo di indagare la verità è considerato un crimine. I cittadini seguono regole rigide imposte da un’autorità invisibile, e la punizione per chiunque esprima il desiderio di uscire è una sola: essere mandato fuori, dove si muore rapidamente. La protagonista, Juliette Nichols, una meccanica dei piani bassi, viene inaspettatamente nominata sceriffo. Ma la sua testardaggine e sete di verità la porteranno a scoprire segreti che mettono in discussione tutto ciò che credeva reale.

Il world-building di Silo è magistrale nella sua essenzialità: l’intero universo si sviluppa verticalmente, e ogni piano ha una funzione e una classe sociale distintiva. Dal controllo dell’IT al reparto meccanica, fino alla coltivazione. L’architettura stessa del silo diventa una metafora del controllo e della segregazione, mentre la società che vi si è sviluppata appare sospesa tra rassegnazione e ribellione. Silo costruisce un mondo chiuso che, paradossalmente, riesce a farci riflettere sul nostro bisogno di verità e di memoria collettiva.

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