In un panorama televisivo dove troppe serie tv Netflix iniziano nel modo migliore per poi perdersi strada facendo, riuscire a portare a termine una storia con coerenza, qualità e coraggio e concluderla nel migliore dei modi è quasi un miracolo. Specialmente in casa Netflix, dove il modello di produzione — rapido, ad alto budget, ma spesso impietoso con gli ascolti — ha condannato molte opere a chiusure premature o finali affrettati.
Eppure, ci sono eccezioni. Serie originali Netflix che, pur non essendo miniserie, hanno saputo restare eccellenti per tutta la loro durata. Otto titoli che, ognuno a modo suo, hanno raccontato storie complete, emozionanti, complesse.
Ecco quindi la nostra selezione delle 8 migliori serie tv originali Netflix già concluse che hanno avuto il raro pregio di risultare perfette dal primo all’ultimo episodio.
1) Dark

Nell’epoca seriale contemporanea, la fantascienza ha smesso di accontentarsi di gadget futuristici e viaggi nel tempo usa-e-getta. Dark, per esempio, è arrivata come un fulmine a ciel sereno proprio per ribaltare il concetto stesso di viaggio nel tempo in una serie tv. Prima produzione originale tedesca di Netflix, la serie creata da Baran bo Odar e Jantje Friese è una matrioska temporale che parte da un evento quasi banale e si trasforma in un’epopea filosofica sul libero arbitrio, il determinismo e il dolore intergenerazionale.
Ambientata a Winden, cittadina fittizia circondata da una foresta cupa e una centrale nucleare sospetta, Dark intreccia le vite di quattro famiglie legate da segreti, tradimenti e paradossi temporali. Ogni stagione complica la rete narrativa, spingendo lo spettatore a diventare lui stesso investigatore degli eventi. Ogni personaggio ha tre versioni in tre epoche diverse, ogni decisione sembra già scritta. Eppure nulla è mai davvero prevedibile.
Il valore aggiunto di Dark (ritrovabile in queste serie tv) è la sua struttura narrativa rigorosa, matematica, che riesce miracolosamente a non perdere mai il controllo. È una serie che si fida dell’intelligenza del pubblico, che non si cura di spiegare tutto.
A rendere Dark una delle migliori serie tv Netflix dalla prima all’ultima puntata è anche la sua estetica.
La fotografia plumbea, i paesaggi immersi nel verde marcio, il montaggio ipnotico, e la colonna sonora elettronica (con echi di Reznor e Jóhannsson) che amplifica l’angoscia di fondo. Ma soprattutto, la serie ha il coraggio di porre domande vere: l’amore può rompere il ciclo della ripetizione o è solo un’altra forma di condanna?
La terza stagione non solo chiude le trame con lucidità chirurgica, ma riesce a sorprendere senza tradire nulla. Con Dark, Netflix ha firmato un manifesto di ambizione, complessità e coerenza narrativa. E, cosa più rara ancora, ha saputo fermarsi al momento giusto.
2) GLOW

GLOW — acronimo di Gorgeous Ladies of Wrestling — è uno di quei rari miracoli narrativi che trasformano un’idea stramba in un piccolo capolavoro. Basata (liberamente) su una vera trasmissione televisiva degli anni ’80, la serie segue un gruppo di donne che, per ragioni diverse e spesso disperate, finisce coinvolto nella creazione di un programma di wrestling tutto al femminile. Sembra una premessa da commedia kitsch, e invece è una delle serie tv migliori, più intelligenti e affettuosamente ironiche che Netflix abbia mai prodotto.
Creata da Liz Flahive e Carly Mensch (già autrici per Orange is the New Black), GLOW è ambientata nella Los Angeles reaganiana e racconta la nascita dello show attraverso gli occhi di Ruth Wilder (Alison Brie), un’attrice frustrata e idealista, e Debbie Eagan (Betty Gilpin), ex star di soap opera alle prese con un divorzio e un’identità che le sta scivolando via. Al centro della loro relazione c’è un tradimento personale che si riflette sul ring, trasformando i conflitti privati in dramma performativo. Attorno a loro, una galleria di personaggi, ognuna con una storia da raccontare.
Il valore aggiunto di GLOW è la sua straordinaria umanità.
La serie tv riflette su questioni di genere, razza, immagine corporea, mascolinità tossica e solidarietà femminile senza mai diventare un pamphlet promozionale. Lo fa attraverso un equilibrio delicatissimo tra comicità e dramma, tra trash anni ’80 e introspezione moderna. Al centro, però, resta la relazione Ruth-Debbie. Complicata, competitiva, affettuosa, distruttiva, salvifica. Non c’è mai un momento banale o forzato tra loro.
Purtroppo GLOW è stata cancellata prima della quarta e ultima stagione a causa della pandemia. Ma le tre stagioni andate in onda sono talmente solide e coerenti che non lasciano rimpianti, solo la nostalgia per ciò che sarebbe potuto essere. Ed è raro, rarissimo, che una serie venga ricordata non per come è finita, ma per quanto sia rimasta perfetta anche senza un finale.






