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Secret Invasion: inizia la Fase Cinque

Conclusasi da pochissimo l’ennesima serie tv dell’MCU, non possiamo non guardare avanti ponendoci alcune domande (scomode) su quale sia il futuro che si distende dinanzi l’universo Marvel dopo Secret Invasion. Un futuro che, ci dispiace ammetterlo, non ammicca più allo spettatore in maniera sensuale ma che sbadiglia stancamente facendo un po’ sbadigliare anche noi. Trascorsi ormai più di dieci anni dall’inizio del franchise è più che lecito domandarsi fino a che punto questo universo cinematografico potrà ancora continuare. Perché, anche se la presenza in sala rimane corposa contro ogni pronostico, quella “quantità che supera la qualità” si sta imponendo in maniera sempre più presuntuosa. E non solo perché numericamente le produzioni messe in cantiere ogni anno, e successivamente date in pasto al pubblico tra cinema e streaming, sono davvero troppe ma anche per via di una complessità narrativa che si sta pericolosamente avvicinando all’ ingestibile.

Il grande elefante nella stanza è proprio quel Multiverso – temporaneamente messo in pausa con Secret Invasion – che ha ormai invaso ogni singolo anfratto dell’MCU. Un multiverso al quale, evidentemente, piace cambiare come le scale di Hogwarts, dal momento che in ogni progetto viene affrontato, eviscerato e raccontato secondo modalità differenti e in contraddizione le une con le altre. Va da sé che intrecci narrativi più corposi fossero auspicabili dopo più di dieci anni di progetti e supereroi. Il mondo fumettistico trae la propria linfa vitale, in effetti, da una caleidoscopica sovrapposizione di eventi e personaggi, rimanendo sempre coerente. Almeno nel 98% dei casi. Il cinema deve invece rispondere a tempistiche e spazi molto differenti, per non dimenticare quel fatidico fattore umano. Con la Fase Cinque, dunque, i complessi meccanismi del Multiverso promettono di prendere ancor più piede ma prima è d’obbligo un piccolo ripassino.

Secret Invasion
Secret Invasion (640×360)

Dove eravamo rimasti? La Fase Quattro riparte un po’ da zero, dopo la saga del Guanto dell’Infinito, e allo stesso tempo pigia il piede sull’accelleratore. Se da un lato vengono, infatti, introdotti diversi nuovi personaggi, più o meno validi, dall’altro è il concetto del Multiverso a farla da padrone. Tra l’addio a Black Widow e lo sconvolgente capitolo finale di Black Panther, si intromette Kang aka He Who Remains aka il grande lupo cattivo della nuova saga. È altresì il turno di Moon Knight, di Shang-Chi, degli Eterni, di Ms. Marvel, di She-Hulk e dei giovani volti che siederanno presto alla tavola degli Avengers 2.0. Insomma, stiamo parlando di una Fase Quattro piena zeppa di storyline intrecciate tra loro, dall’alto potenziale per diventare un arazzo di pregiata fattura ma che finisce per ritorcersi su se stesso come un gomitolo di qualità scadente.

La Fase Quattro funge anche da collante tra passato e presente, tra vecchia saga e nuova, quella che ci è stata promessa in tutta la sua magnificenza nella Fase Cinque, da poco iniziata, e nella futura Fase Sei. I progetti di questo nuovo arco cinematografico e seriale sono, se possibili, ancora più ambiziosi dei precedenti con l’arrivo annunciato degli X-Men e dei Fantastici 4 nell’MCU.

Dove si piazza allora Secret Invasion in tutto questo? E che effetto avrà sulla Fase 5?

Secret Invasion MCU 640x360
Nick Fury (640×360)

Esiste una costante nell’MCU per cui i progetti, nel corso degli anni, hanno sempre seguito due direzioni opposte per poi rincontrarsi nei grandi film evento. Da un lato troviamo le pellicole con maggiore componente fantastica e dal tono più propriamente fumettistico, come per esempio Thor, i Guardiani della Galassia, Doctor Strange e via dicendo. Dall’altro, invece, pellicole che strizzano l’occhio alla spy story e che si focalizzano moltissimo su contenuti politici e problematiche attuali, è il caso di Black Widow, Captain America, Daredevil.

Prima serie tv della Fase 5, Secret Invasion segue questo secondo filone, riuscendo a inserire l’elmento sci-fi dell’ivasione aliena all’interno di un contesto presente e molto vicino a noi. Il crossover fumettistico pubblicato nel 2008 raccontava, appunto, dell’infiltrazione su vasta scala del popolo alieno degli Skrull, arrivati a infiltrarsi persino tra i ranghi dello SHIELD e degli Avengers. Nel fumetto le premesse dell’invasione sono decisamente diverse e gli Skrull sono un popolo unito e deciso a conquistare la Terra, ben lontani quindi da quei profughi abbandonati da Nick Fury tratteggiati nello show. Inoltre, è dagli Avengers e non da Fury stesso che ha inizio il caos globale, con i più grandi supereroi della Terra chiamati a combattere in prima linea per fermare la silenziosa invasione.

I cambiamenti apportati nello show nascondono, si da il caso, un duplice scopo. Il primo, abbastanza evidente, è quello di collegarsi a quanto visto e raccontato in Captain Marvel, dando allo stesso tempo forma a una narrazione incentrata su Fury che possa continuare anche in The Marvels, in uscita in autunno. Il secondo, più sotteso, è il messaggio che pervade l’intera miniserie. La paranoia, la paura per lo straniero, il fanatismo e l’isolazionismo. Sono tutti elementi già molto vivi nel fumetto ma che nello show vengono messi ancor più al centro, a ragione di un mondo, quello vero, che ne è quasi totalmente pervaso.

Nelle parole piene d’odio di Gravik, nelle divisioni interne tra gli Skrull e persino nell’indifferenza di Nick Fury è possibile ritrovare sentimenti angoscianti che superano lo schermo di Secret Invasion per rivolgersi direttamente a tutti noi.

Gravick e Talos (640×360)

Una direzione, quella intrapresa da Secret Invasion, che si mette finalmente alle spalle l’umorismo becero degli ultimi progetti MCU e che si dimostra, invece, matura e profonda. Gli Skrull diventano allora solo una metafora per raccontare la nostra realtà e tutte le sue contraddizioni. Per questo motivo l’unico vero problema di Secret Invasion è che dura troppo poco. Un progetto così complesso e che fa affidamento su del materiale lungo e articolato avrebbe meritato almeno altre due puntate, se non una seconda stagione. Nel finale della serie tv, la tensione viene meno, i personaggi si sbiadiscono e la trama implode su se stessa senza rispondere ad alcuni quesiti fondamentali. Tuttavia, rimane un inizio con il botto per il panorama seriale dell’MCU, ormai arenato dai tempi post-Loki tra risatine sterili e personaggi macchiettistici. Il futuro? Chi può dirlo con certezza. I titoli sono tanti, ancora una volta divisi idealmente tra quei due filoni di cui parlavamo prima: Captain America: Brave New World e Daredevil Born Again da un lato, Agatha Coven of Chaos, la stagione due di Loki e Blade dall’altro.

Il ruolo di Secret Invasion rimane abbastanza nebuloso. Ci sono senza dubbio parecchi semi che vengono lanciati e che potrebbero avere un’importanza decisiva per i supereroi del domani, così come per altri progetti annunciati ma ancora molto lontani nel futuro (parliamo ad esempio di Captain Britain). Rimane l’amarezza di un progetto sviluppato a metà, che poteva davvero compiere il grande salto qualitativo ma che, sul più bello, ha fatto inversione. Lo sguardo adesso è tutto rivolto verso l’alto, in direzione di quello spazio cosmico in cui presto vedremo prendere vita le avventure delle Marvels e nuovamente di Nick Fury. L’hype c’è ancora? Dispiace dirlo ma no, non più come prima. Le costanti delusioni cominciano a fiaccare il morale.

Che Secret Invasion possa essere un augurio e un ritorno a un MCU che predilige intrattenimento e qualità in egual misura.