The Walking Dead: Daryl Dixon 3×01 – Una puntata che abbiamo già visto

Dopo una pausa di due settimane, Sky e NOW riaprono le porte ai sequel dedicati a una delle saghe più controverse, imponenti e discusse di tutti i tempi. Dopo il finale della deludente Dead City (qui la nostra recensione), torniamo ancora nel mondo di The Walking Dead: Daryl Dixon 3, lo spin-off che ha inaugurato l’estate 2025 con le sue prime due stagioni (qui la recensione del finale della seconda) e che ora apre le danze dell’autunno con la terza. A differenza di Dead City, Daryl Dixon è riuscito – nel corso delle stagioni precedenti – a mantenerci coinvolti più a lungo, non spezzando immediatamente la magia.

A un certo punto, però, il velo si è strappato e siamo tornati alla realtà: The Walking Dead: Daryl Dixon non era solida come avremmo sperato, e la gestione di alcuni personaggi secondari lo ha dimostrato chiaramente. Tuttavia, il quadro generale era fortunatamente meno grave rispetto al sequel Dead City. Qualcosa di valido c’è sempre stato, e oggi l’unica speranza che ci resta è che The Walking Dead: Daryl Dixon 3 non ci faccia rimpiangere anche questa parentesi.

Il primo episodio di The Walking Dead: Daryl Dixon 3 getta le basi per la terza stagione, annunciando la nuova ambientazione e la trama che ci aspetta. Ma sembra un film già visto.

Il primo episodio di The Walking Dead: Daryl Dixon 3 ci conduce tra le strade di una Londra completamente deserta, svuotata di ogni traccia di umanità. In ogni luogo visitato finora, per quanto disperato, i sopravvissuti non sono mai mancati. Tutto si basava sulla legge del più forte, sull’istinto di sopravvivenza nel caos del mondo post-apocalittico. Ma Londra è diversa. A Londra ci sono solo i vaganti. Camminano in gruppo, si insinuano in ogni fessura possibile, e non partecipano alla nuova, grottesca realtà: loro sono la realtà. Totale, ineluttabile, senza alcun compromesso.

Daryl e Carol si ritrovano così in uno dei luoghi più ostili mai visti finora, ancora una volta con lo sguardo rivolto verso l’America. Un’America che ritorna sotto forma di un hot dog consumato a metà, sospesa tra nostalgia e illusione. Ancora una volta. È in mezzo a quel vuoto, coperto dalle macerie, che i due incontrano l’ultimo sopravvissuto di Londra: Julian, un uomo solitario che non ha ancora perso l’ironia, e che in loro intravede semplicemente la possibilità di ritrovare un legame umano, in un mondo in cui sembra essere rimasto davvero da solo.

Grazie alla sua barca, Carol e Daryl intravedono la speranza di tornare in America, nonostante li attendano 17 giorni di navigazione a bordo di un mezzo che non offre alcuna garanzia. Ma quando arriva, la speranza è feroce. Inonda tutto, anche la disperazione. E così il viaggio ha inizio. Un viaggio che porterà Julian a trovare una nuova casa, e Daryl e Carol verso la propria. Ma, com’era prevedibile, una tempesta distrugge ogni piano. I tre naufragano sulle coste della Spagna: Carol è ferita e Julian è stato trasformato in uno zombie. Il viaggio di Daryl verso casa si interrompe di nuovo nel più brusco dei modi, come avvenne già in Francia.

Ed è proprio qui che The Walking Dead: Daryl Dixon 3 entra nel vivo, trasferendo l’azione nella nuova ambientazione europea. Ma ciò che vediamo negli ultimi minuti dell’episodio sembra voler raccontare qualcosa di già noto, ma con i ruoli capovolti. Osservando un gruppo di uomini passare, Daryl si accorge che Carol è scomparsa. L’episodio si chiude così, lasciando intuire che questa terza stagione ruoterà attorno alla ricerca di Carol e al tentativo di tornare in America proprio come accadeva nelle prime due stagioni, ma a parti invertite.

Per avere conferme dovremo attendere i prossimi episodi, ma questo sospetto non genera entusiasmo. Come sottolineato più volte nelle recensioni di The Walking Dead: Daryl Dixon, questo spin-off avrebbe bisogno di una scossa, di qualcosa che lo risvegli da quello che ormai somiglia a uno stato di dormiveglia narrativo. E, viste così, le premesse di questa prima puntata non sembrano offrire basi solide.

Questo primo episodio – ambientato tra Londra, l’oceano e le coste della Spagna – non è che un prologo, un frammento iniziale che getta le fondamenta di una terza stagione ancora tutta da scrivere. La narrazione, al momento, rimane sospesa, come trattenendo il fiato dopo un’ultima stagione assopita, anestetizzata, che ha liquidato troppo in fretta personaggi dal potenziale ancora intatto, condannandoli a un’uscita di scena priva di gloria.

Ora, tutto è nelle mani di questo nuovo capitolo che ha scelto di aprirsi con una storia già raccontata. Ma da questa terza stagione pretendiamo di più. Un sussulto. Un rumore che spacchi il silenzio. Un colpo di scena che spezzi la prevedibilità. Qualsiasi cosa, purché dimostri di avere ancora voce, anima e coraggio. Non vogliamo una copia sbiadita del passato, ma una narrazione capace di reinventarsi davvero. Che rompa gli schemi, che scuota le certezze, e che abbia finalmente il coraggio di essere qualcosa di diverso.

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