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Pochissime Serie Tv al mondo riescono davvero a rappresentare la morte come The Pitt. In molte altre, anche se si tratta di medical drama, quest’ultima possibilità si manifesta il più delle volte solo quando diventa inevitabile: quando hai tentato di tutto, per intere puntate, e il caso è talmente particolare e assurdo da non lasciare alcuna via d’uscita. Ma non in The Pitt. Lì la morte è come la vita: accade nello stesso modo. Con la stessa intensità, la stessa ferocia, colpendo chiunque. Anche chi è appena entrato in scena, chi non immagineresti mai di vedere morire. Abbiamo già spiegato, nel corso delle precedenti recensioni, il motivo di questa scelta: nella Serie Tv HBO non esistono solo il cuore, la speranza o il miracolo.
Esistono cose che semplicemente sono come la medicina: ineluttabili, incontestabili. Situazioni contro cui non possiamo fare assolutamente nulla, se non accettare l’imprevedibilità della vita mentre scivola verso la morte. Un’opzione che qui, purtroppo, si ripresenta. E torna a imporsi in questo penultimo episodio, in cui tutto crolla, Robby si accascia, il personale si spezza, i pazienti aumentano. Ma il mondo va avanti comunque, rispondendo a una tragedia con un’altra.
Ed è nel bel mezzo di una delle puntate più emotivamente struggenti che, a sorpresa, ci è parso di vedere Scrubs. E forse lo abbiamo visto davvero, negli occhi di Robby

Non si è trattato di un momento, né di un semplice istante. Abbiamo rivisto l’anima di Scrubs nel corso di queste due nuove puntate di The Pitt, cogliendola nella disperazione di Robby, la stessa che aveva travolto il Dottor Cox in uno degli episodi più strazianti del medical drama. In quel caso si trattava della rabbia; in questo, di una sparatoria iniziata nella puntata precedente, che qui si svolge solo un’ora prima. Entrambi disillusi, esausti, svuotati, si ritrovano tra le mani il destino di esseri umani che non possono salvare. Lo vorrebbero, darebbero tutto, sacrificando ogni cosa pur di riuscirci. Ma la vita, a volte, non accetta nemmeno questo e, più implacabile che mai, prosegue diritto lungo la strada dell’inevitabile.
My Lunch, uno degli episodi più devastanti di Scrubs, è stato il fantasma riflesso di questa puntata, la quattordicesima ora di The Pitt. Lo è stato nella disperazione, nella consapevolezza di dover lasciare andare, pur continuando a lottare contro qualcosa che non dipende da noi. Gli sfoghi di Robby e del Dottor Cox sono simili, uniti dalla stessa consapevolezza del dolore. Da una parte, chi vede i pazienti andarsene, senza alcuna possibilità di ripresa, sentendosi colpevole, quasi fosse egli stesso la malattia; dall’altra, il ritorno inesorabile al fallimento.
La morte della fidanzata del figliastro rappresenta per Robby una colpa, la certezza di non aver fatto il proprio dovere per la seconda volta dopo il suo mentore, esattamente due anni prima. Ancora una volta, una vita si riduce a un nome su un elenco di chi non ce l’ha fatta. Vent’anni, in questo caso, diventano una salma riposta in un reparto freddo e affollato da vittime che non hanno potuto opporsi all’inevitabile, a un uomo che – prima di porre fine alla propria vita – ha deciso anche per quelle degli altri.

Per la morte del suo mentore, Robby non si è mai davvero perdonato. E quella colpa ritorna oggi con la forza di un boomerang, impedendogli di andare avanti. Nella sua mente, tutto ricade su di lui – ancor più che su chi ha deciso il destino dei suoi pazienti puntandogli un’arma – perché non è riuscito a proteggerli dall’orrore che può essere la vita. Ed è su queste note amare che The Pitt abbassa il sipario sulla penultima puntata, conducendoci verso il tanto atteso finale di stagione (di cui forse cominciamo a capire qualcosa).
Da questo momento si giocano le ultime carte, e tutto è sospeso sull’orlo del precipizio. L’emergenza è terminata, e il turno regolare è ripreso, mostrandoci la società per ciò che è davvero: genitori che, di fronte a un personale competente, cercano risposte su internet; madri disperate in cerca di aiuto per il proprio figlio; bambini costretti a guardare la morte negli occhi prima ancora di aver assaporato la vita.
Tutto è tornato, orridamente, al proprio posto in The Pitt. Nel suo tetro quotidiano, nel suo ordinario tragico. In ciò che non vorremmo mai più rivedere, e in quello che, invece, continueremo a vedere anche fuori dalla Serie Tv HBO. Perché, dopotutto, qui la sceneggiatura si scrive da sola, senza bisogno di troppa fantasia né di ispirazioni lontane. Basta affacciarsi alla finestra o varcare la soglia di casa, per ritrovarsi esattamente sospesi tra l’incanto e la disperazione. La luce e l’oscurità. La vita e la morte. Tutto, vittima della stessa imprevedibilità.







