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Taboo: occulto e mistero in una Londra Ottocentesca

Taboo è la nuova miniserie targata BBC One, che vede protagonista Tom Hardy, nei panni anche di ideatore insieme al padre Chips Hardy, allo sceneggiatore Steven Knight e al co-produttore Ridley Scott. E’ una serie TV dai toni dark, misteriosi e macabri che si mescolano in perfetta sintonia con una Londra di inizio Ottocento.

Finalmente Hardy, con Taboo, ha un ruolo da protagonista in cui mettere in mostra il suo talento di attore. Grazie anche ai suoi lineamenti duri e trasandati, si immedesima perfettamente nel personaggio, James Keziah Delaney, dal passato tetro e ricco di succulento mistero.

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James Keziah Delaney, creduto morto in un naufragio in Africa da parenti e commilitoni dell’esercito inglese, sorprende tutti quando torna a casa per i funerali del padre. “Si sono spalancate le porte dell’Inferno?” esordisce la sorellastra Zilpha, interpretata da Oona Chaplin, quando lo vede entrare in chiesa. Marchiato come pazzo da tutti,  si dice abbia ereditato questo tratto dal padre, morto proprio di follia (o così almeno sembra). James si sente oppresso da questa società dalla doppia faccia di cui ormai non fa più parte. Una civiltà corrotta e velenosa ci viene fatta percepire in modo molto più orribile degli atti commessi dal protagonista e dalle storie che circolano su di lui.

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Gli atti bestiali che si narrano sul conto di James, vengono accostati a immagini di una Londra deplorevole dove i bambini poveri vengono fatti prostituire, i corpi dei defunti vengono riesumati per i dottori e i loro esperimenti e dove omicidi per avvelenamento passano in sordina. Inoltre si scopre che James ha ereditato un lembo di terra dal nome di Nootka Sound sulla costa pacifica del nord-america. Per questo viene convocato al palazzo della Compagnia delle Indie Orientali presidiato da Sir Stuart Strange (Jonathan Pryce, l’Alto Passero di GOT), che vuole a tutti i costi accaparrarsi quel terreno al confine con il Canada per sottrarlo agli americani. La scena si presenta in un primo momento come un meeting tra personaggi di spicco della Compagnia, che mettono in gioco varie offerte per James. Ma il carattere fuori da ogni schema dell’epoca del protagonista fa ben capire al signor Strange che quella terra non è in vendita.

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E qui nasce una domanda: cosa ne farà di quella terra James? Ha scopi commerciali o c’è qualche segreto sepolto in un quella landa abbandonata da tutti? Nella puntata vi è qualche accenno, vago, che fa crescere la suspense sulla figura del padre e del soprannaturale modo di comunicare con il figlio.

Gli scenari costruiti su una Londra dickensiana sono curati a livello cinematografico, con dettagli sulla vita quotidiana e aspetti nascosti di una civiltà colonialista e pre-industriale, che da subito fanno immergere il pubblico nella storia. Il personaggio creato su misura per Hardy, sempre al centro della scena, quasi eccessivamente, riesce a farci comprendere l’importanza del suo ruolo e sopratutto il proprio carattere. Scontroso, duro e pieno di tormento, James Delaney cova in sé misteri occulti che in nessun modo devono essere rivelati.

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Taboo può sembrare una storia già vista, un incrocio tra Cime Tempestose e il Conte di Montecristo, condito da un po di soprannaturale alla Penny Dreadful. Eppure ha elementi nuovi: la mistica terra lontana da salvaguardare dal colonialismo inglese e le visioni macabre del protagonista, che fanno riferimento ad un passato non solo suo ma di qualcun altro. Come se avesse ereditato questo attaccamento all’occulto ancestrale e ai sentimenti primordiali senza alcuna moralità a fare da filtro. La prima puntata ha creato quel giusto alone di suspense che ci spinge a fremere per la prossima messa in onda. Pilot promosso a pieni voti.

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