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Nuova Scena – La recensione dei primi quattro episodi del nuovo talent show di Netflix

Questo articolo contiene SPOILER su Nuova Scena.

Da alcuni giorni è disponibile su Netflix un talent show nuovo di zecca (è disponibile qui sulla pagina dedicata Netflix), che sta facendo parlare parecchio di sé: Nuova Scena. Si tratta di un progetto molto ambizioso figlio del format statunitense Rhythm + Flow. I protagonisti, nelle inedite vesti di giudici, sono Rose Villain, Geolier e Fabri Fibra. I primi due, freschi di Sanremo, sono già diventati noti al grande pubblico. Lo stesso vale per il rapper di Senigallia, autentico gigante del genere in Italia. Nuova Scena è un talent show a tutti gli effetti. Nonostante ciò, si concentra su diversi aspetti riguardo il percorso degli artisti, non limitandosi alla sola esibizione. I concorrenti in gara avranno la possibilità di esibirsi davanti ai propri idoli, oltre che a un vero pubblico.

Ma potranno anche lavorare sulla propria identità e su tanti aspetti che in un talent show classico faticano a trovare spazio. La nostra recensione.

Nuova Scena propone un nuovo modello di talent show, adattandosi alle necessità del proprio posizionamento su una piattaforma. (A proposito, se siete fan dei talent non perdete le nostre recensioni di LOL – Talent su Prime Video)

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Elmatador: uno dei concorrenti di Nuova Scena

Una delle cose che emerge dai primi quattro episodi del programma disponibile su Netflix, è che si vede, e non poco, che si tratta della prima stagione (anche se, al contrario, esistono anche prodotti che hanno una buonissima prima stagione e basta). Nuova Scena sembra quasi un esperimento, con diverse falle strutturali che per certi versi ne compromettono la riuscita. Tutto ciò è dovuto, ovviamente, alla posizione su una piattaforma come Netflix rispetto alla televisione lineare. I talent show italiani ci hanno sempre abituato a una mirata e prolungata attenzione all’elemento del “drama”, ossia del racconto che si fa dei concorrenti. Spesso anche troppo rispetto a quanto necessario.

Nuova Scena invece va di fretta, non ha il tempo materiale per soffermarsi più di qualche minuto sul racconto della vita dei rapper durante le selezioni. In più, nel primo vis a vis tra i concorrenti e il pubblico, si nota parecchio la mancanza di regole e schemi fissi. Anche se questo aspetto potrebbe anche essere legato a questioni di abitudine e non necessariamente imprescindibile. 

Un po’ di disordine lo si riscontra anche nel racconto che si fa dei luoghi da cui provengono alcuni dei concorrenti. Sono state selezionate Milano, Roma e Napoli: tre città che rappresentano i centri nevralgici della scena rap italiana attuale e non solo. Tuttavia, così facendo si va a negare la possibilità di raccontare le proprie radici a quegli artisti che provengono dal resto d’Italia. Come accaduto con Sir Prodige, per dire, che ha avuto pochissimi secondi per introdurre il quartiere (Ballarò) della sua città, Palermo. Si tratta comunque di elementi tecnici che stridono ma che possono essere risolti con semplici accorgimenti, ma che tutti insieme conferiscono a Nuova Scena quel senso di “nuovo imperfetto”.

L’alchimia tra i tre giudici è in fase di costruzione, ma le premesse ci sono tutte e il loro carattere ha già creato dei personaggi (a proposito di personaggi ben fatti, vi abbiamo parlato dei migliori secondo la nostra community).

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Geolier, Fabri Fibra e Rose Villain: I giudici di Nuova Scena

Fabri Fibra, Geolier e Rose Villain sono tre artisti molto differenti in termini di stile, background e immagine. Durante le selezioni sono stati rispettivamente a Roma, Napoli e Milano per reclutare alcuni dei migliori rapper emergenti. Con il supporto di altri grossi nomi della scena rap italiana (tra cui Gué, Ernia, Rocco Hunt, Lazza ecc.). Le prime selezioni perdono un po’ di enfasi perché ambientate in strada, mentre ai Magazzini Generali (sede delle prime esibizioni di fronte a un pubblico), i tre giudici si trasformano.

Per chi ha imparato a conoscerli nel loro percorso artistico e per chi ha familiarità, almeno superficialmente, con il clima che si respira nella scena rap italiana in questo momento, è quantomeno particolare vederli in queste vesti. La scena italiana è molto coesa, o almeno dà l’impressione di esserlo, e c’è grande rispetto tra la maggior parte degli artisti. Rispetto che viene ribadito in Nuova Scena, negli scambi tra i tre giudici, che comunque dimostrano di essere parecchio presi dal progetto.

Si è creata una specie di competizione in cui, per ovvi motivi, Fabri Fibra è the expert per eccellenza, nonostante non disdegni le sonorità che lo riportano ai tempi di Mr. Simpatia.

Geolier è un uomo in missione: vuole portare ancora più napoletanità nella scena, sempre nel nome dell’originalità. Rose Villain ha un animo più selvaggio ed è molto difficile da impressionare: se siete bravi e vi azzardate a sbagliare qualcosa ve la metterete contro. Nonostante siano alla prima esperienza in assoluto come giudici di un talent, i tre artisti hanno dimostrato di avere la severità necessaria, nonostante alcune sbavature. Tornando al discorso su ciò che funziona e ciò che stride in Nuova Scena, c’è anche da considerare il fatto che un talent show rap non poteva essere uguale agli altri per diversi motivi. Le due fasi di selezione sono state divise perché, per un rapper emergente, esibirsi davanti a un pubblico è un passaggio determinante e ne attesta il carattere.

Il rap è un genere musicale nato per strada. Tutti coloro che si approcciano a questa musica iniziano a sfoderare le prime rime tra amici, nei parchetti o nei luoghi di ritrovo. Era dunque necessario, in questo caso, proporre una prima esibizione più “intima”, per poi aprire le porte del palco ai concorrenti.

Al di là delle imperfezioni, Nuova Scena ha dei punti forti evidenti che collocano lo show in una dimensione a metà tra reality e serialità.

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Nuova Scena: i Monti Tiburtini dall’alto

Fin dai primi minuti di Nuova Scena si capisce che non si tratta del solito reality show. La regia e il racconto del dietro le quinte hanno un ruolo importantissimo nella costruzione dei personaggi e nella narrazione che si fa delle città. Napoli, Roma e Milano vengono dipinte per ciò che effettivamente sono in questo momento: le culle del rap italiano. Se è vero che il tempo dedicato all’introspezione è poco, è vero anche che i concorrenti di Nuova Scena sono ancora agli inizi della loro carriera. Motivo per cui non è fondamentale raccontare tutto e subito, perché un’artista ha bisogno di tempo per esprimersi e per parlare di sé e del suo passato.

È invece molto più impattante mostrare i luoghi in cui sono cresciuti, così da legare gli stessi all’identità dei tre poli principali del rap italiano. Un altro aspetto importante riguarda le motivazioni dei concorrenti. Rispetto a un talent classico, infatti, molti di loro sono emozionati per il solo motivo di potersi esibire di fronte ai propri idoli. C’è un attaccamento diverso, un approccio alla musica che solo il rap può regalare in questo momento storico.

Le prossime puntate di Nuova Scena saranno utili per capire effettivamente la validità del prodotto, almeno in termini di funzionalità. E lo stesso discorso vale per la crescita personale dei concorrenti, che dovranno vedersela anche con la cura della propria immagine. Al di là del montepremi finale, chi ci crede davvero, in questo percorso avrà la possibilità di costruirsi un’identità, che è la cosa più importante nel panorama musicale moderno: non solo nel rap, ma soprattutto nel rap. E per restare in tema, in attesa delle nuove puntate di Nuova Scena, non perderti la lista delle migliori serie tv musicali di sempre.