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In nome del cielo: non si torna più indietro – La Recensione della miniserie su Disney+

Tratta dall’omonimo libro-inchiesta di Jon Krakauer, la miniserie FX In nome del cielo sbarca dal 31 agosto su Disney+, offrendo la cruda analisi del fondamentalismo religioso e delle sue più estreme conseguenze.

A dare il via alla vicenda è il ritrovamento del cadavere della giovane Brenda Wright Lafferty (Daisy Edgar-Jones) e di sua figlia Erica di appena 15 mesi. I primi sospetti ricadono sul marito della vittima Allen Lafferty (Billy Howle) ma, per arrivare alla verità, la miniserie composta da 7 episodi sviscera la storia a partire dal 1830, anno di fondazione della Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni. In questo viaggio lungo tre diverse linee temporali, In nome del cielo analizza la storia vera dell’omicidio della giovane ventiquattrenne, vittima del folle fondamentalismo religioso dei suoi due assassini mormoni. La morale celata dalla miniserie creata da Dustin Lance Black, però, va ben oltre l’ammonimento dalla cieca fede.

Procedendo con ordine, la prima sequenza temporale segue le indagini del detective Jeb Pyre (Andrew Garfield), fervente mormone affiancato dal collega ateo Bill Taba (Gil Birmingham). I due sono gli unici personaggi immaginari inseriti nell’adattamento cinematografico della vicenda; lo showrunner Black motiva la scelta come dettata dalla volontà di rendere la miniserie molto più di un semplice trattato di storia dei mormoni, in grado di accompagnare e coinvolgere lo spettatore offrendo il duplice punto di vista dell’uomo religioso e di quello distante dalla fede. Le scoperte sempre più angoscianti fatte dai detective spianano la strada a una delle tematiche centrali della narrazione, rappresentata dalla dissonanza cognitiva del detective Pyre, logorato dal divario tra ciò che crede e ciò che sa, costretto a scavare nella sua chiesa e a dubitare della sua fede fino a quel momento irremovibile, avvicinando In nome del cielo all’esistenzialismo messo in scena da True Detective. Ad alimentare la crisi spirituale di Pyre è il marito della vittima che, dimostrata la sua innocenza, condurrà la polizia (e lo spettatore) al cuore del movente dietro l’omicidio di sua moglie e di sua figlia, avvenuto per mano della sua stessa famiglia. I flashback dei racconti di Allen portano dunque alla seconda linea temporale, quella che ha per protagonista Brenda nel suo inserimento all’interno della famiglia Lafferty.

In nome del cielo

Aspirante giornalista dell’Idaho, Brenda interpreta la fede mormona in chiave moderna rispetto alla visione conservatrice delle famiglie tradizionaliste dello Utah, incontrando, per questo motivo, la disapprovazione della famiglia Lafferty fin da prima di convogliare a nozze con Allen, il più piccolo della numerosa stirpe. Fervente sostenitrice dell’emancipazione femminile, l’aver conciliato la fede con i suoi studi universitari ha reso Brenda un modello pericoloso per tutte le altre donne della famiglia, da sempre sottomesse ai detentori del sacerdozio (gli uomini), mandati dal cielo per separare il grano (gli eletti, i fedeli devoti) dalla zizzania (i peccatori). Il fanatismo della famiglia Lafferty, retto dall’inflessibile patriarca Ammon (Christopher Heyerdahl), diviene ancor più estremo con la morte di quest’ultimo, rappresentando per i fratelli Ron (Sam Worthington) e Dan (Wyatt Russell) molto più della possibilità di prendere il suo posto a capo della famiglia: i due fratelli aspirano all’unicità (“solo e unico leone del Signore” ), ritenendosi i nuovi profeti e reincarnando la filosofia del fondatore del mormonismo Joseph Smith, la cui storia occupa il terzo filone narrativo della miniserie, volto a spiegare le origini del movimento religioso e, di conseguenza, delle azioni dei fratelli Lafferty. La volontà della miniserie di spiegare i capisaldi del mormonismo dedicandogli una timeline, però, ha soprattutto lo scopo di rendere chiaro quanto quelle usanze fossero ormai superate anche all’interno della chiesa stessa. Per lo showrunner, infatti, la vera questione sollevata da In nome del cielo non ha a che fare con la fede di per sé, quanto con l’errore che l’umanità compie ogni volta che torna indietro; quanto è utile, nell’epoca corrente, seguire testi appartenenti a epoche troppo distanti da quelle attuali? La critica di Dustin Lance Black si estende soprattutto alla Corte Suprema, che ritiene stia pericolosamente tornando indietro nel tempo del fondamentalismo degli Stati Uniti.

“Se la legge dell’uomo si scontrerà con quella eterna, allora i fedeli si schiereranno in massa in nome del cielo

Il fondamentalismo dei fratelli Lafferty implica anche un ritorno al costituzionalismo, che vede legittima solo la Costituzione ispirata da Dio, quella cioè composta dai soli primi 10 emendamenti. Per i “nuovi profeti”, le leggi di Dio sono state pervertite da quelle dell’uomo e pagare le tasse è dunque peccato. Oltre al costituzionalismo e alla lotta al governo, il fondamentalismo incarnato da Ron e Dan vede il ritorno al sacro principio della poligamia e all’espiazione di sangue. Quest’ultima prevede di versare il sangue del peccatore sulla terra affinché venga purificato dai suoi peccati, ed è la sorte delle donne che rifiutano il diritto dell’uomo alla poligamia o che si macchiano del peccato della fornicazione. Dal fanatismo dei fratelli Lafferty ne deriva la creazione della Scuola dei Profeti, attraverso la quale Ron e Dan rendono note le rivelazioni che ricevono dal Signore. Le rivelazioni comprendono i nomi dei peccatori che i Lafferty hanno il compito di eliminare attraverso l’espiazione; la prima persona della lista è Brenda Wright Lafferty.

Brenda Lafferty

“Brenda è al centro di tutto”. Il creatore della serie, egli stesso mormone, ha scelto di lavorare all’adattamento cinematografico del libro di Krakauer poiché leggendolo ha rivisto sua madre in Brenda, in particolar modo nella forza, nella curiosità e nel coraggio che non le sono mai mancati nonostante l’assenza di protezione dalla sua chiesa e dalla sua famiglia.

“Purtroppo non è solo per mia madre o per Brenda, ci sono innumerevoli donne nella chiesa mormone e in altre fedi cristiane che sono trattate come esseri umani inferiori solo a causa del loro genere”.

La donna mostrata dalla miniserie colpisce soprattutto per la sua caparbietà e la sua gioia, che non hanno mai smesso di accompagnarla anche nei momenti più oscuri. Brenda, in perfetta antitesi con il travagliato detective Pyre, non mette mai in discussione la sua fede nonostante tutto, promuovendone solo una versione moderna. Il contrasto tra i due indiscussi protagonisti è reso evidente anche dall’uso differente delle luci nelle scene che vedono protagonista l’uno o l’altra, sottolineando la luminosità radiosa della donna in contrasto con i dubbi oscuri dell’uomo.

“Ho cercato di sconfiggere la chiesa nella mia testa per capire che tipo di persona viene lasciata indietro. La storia delle rivelazioni mi sembra solo il frutto di uomini che ascoltano i loro desideri egoistici e poi li chiamano “Dio” in modo da giustificare qualunque cosa.”

Possono dunque le azioni dell’uomo essere legittimate dalla religione? Quanto bisogna mettere in discussione la propria fede? In nome del cielo è una miniserie complessa che abbraccia appieno il nuovo filone del true crime che non si limita più a mostrare i crudi fatti di cronaca, ma intende scavare nella profondità dell’animo umano lasciando spazio a spunti di riflessione sul presente e sul futuro dell’umanità. Il cui punto di forza risulta nell’interpretazione e nella scrittura dei suoi personaggi.

“Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo” : In nome del cielo, grazie alle sue differenti linee temporali, ci dimostra ancora una volta la necessità di imparare dalla storia e di superarla guardando al futuro, senza tornare più indietro.