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Se amate lo stile epico di Shogun, lo spiritualismo di Vikings e non sdegnate l’azione in stile Apocalypto, Chief of War fa proprio al caso vostro. Ancora prima della colonizzazione occidentale del 1780, la Serie racconta l’unificazione delle Hawaii nella sua complessa lotta per il potere e il controllo di Maui, Kauaii, Oʻahu e Hawai’i (le quattro isole che formano l’arcipelago nel Pacifico centrale). Doppi giochi, tradimenti, guerre. I popoli delle Isole sono divisi da capi che bramano il potere. Una profezia, però, annuncia l’arrivo di un guerriero che terminerà ogni lotta, portando alla pace. Quel guerriero è Kaʻiana (Jason Momoa).
La Serie – disponibile ora su Apple TV+ – creata da Jason Momoa (che si avventura con successo anche alla sceneggiatura) e Thomas Pa’a Sibbett sfida il successo di Shogun e controbatte (alla grande, oserei aggiungere). Un progetto, quello di Chief of War, che ha preso forma per ben dieci anni e, trepidanti fin dal suo primo trailer, ora finalmente è arrivato al pubblico. Una Serie che racconta dalla prospettiva natia (e di fatti è pure recitata in lingua hawaiana) alcuni scenari drammatici che finora hanno avuto poco spazio sia al cinema sia nella televisione.
Chief of War, racconta sì una storia vera, ma ci permette anche di conoscere un popolo in cerca di un nuovo leader: Ka’iana.

La presenza di Momoa nel cast, alla produzione e – a mia sorpresa – alla sceneggiatura certo da un senso di garanzia. Vi garantisco però che, non appena inizia la prima puntata, Momoa non è che passi in secondo piano, anzi si integra alla perfezione in un prodotto cinematograficamente e narrativamente di qualità. Momoa è l’esca per agganciarci, ma Chief of War si distingue immediatamente per essere molto di più.
Momoa interpreta Ka’iana, un valoroso e formidabile capo guerriero aliʻi – un rango nobiliare hawaiano – vissuto dal 1775 al 1795, figlio a sua volta di un altro temibile guerriero. Incontriamo Ka’iana, però, dopo queste formidabili gesta guerriere. Ora è un reietto, un disertore di Maui. Lui, i due fratelli, la moglie e la cognata sono in fuga dal re Kahekili (Temuera Morrison – il Jango Fett & cloni in Star Wars). Kahekili, nella sua distruttiva corsa alla conquista delle isole, ha ingannato Ka’iana durante l’invasione di O’ahu e la distruzione del suo popolo. Questo per il guerriero e la sua famiglia era troppo. E ora sono in fuga. Il fato vuole che Ka’iana venga strappato dalla sua terra e dalla sua famiglia e venga imbarcato su una nave mercantile britannica. Da qui inizia la sua odissea che lo porta alla scoperta del mondo, nel bene e nel male.
Jason Momoa è nato per questo ruolo
L’atleticità e la fisicità di Momoa si riversano completamente in un ruolo che fa poco uso delle parole, ma che strasmette comunque tutte le emozioni di un uomo preoccupato per la sua famiglia e per la sua terra. Magnetico e allo stesso tempo imperscrutabile, il Ka’iana di Momoa non vorrebbe più essere un guerriero, ma d’altronde è l’unica cosa che è mai stato. Almeno finora. Tra i primi nativi ad aver lasciato le Hawai per viaggiare negli Stati Uniti e in Cina, Ka’iana ha decisamente aperto molte porte. Ma è dalla nuova prospettiva datagli dai suoi viaggi che Ka’iana definirà la storia dell’arcipelago pacifico.
Chief of War omaggia la cultura hawaiana nella sua dimensione più pura
Dalla prima scena di pesca allo squalo a mani nude, sino all’omaggio dei defunti, Chief of War ci fa immergere completamente nella cultura hawaiana. Con un omaggio che Jason Momoa stava aspettando da molto tempo di fare, questa Serie dal nostro punto di vista è un dramma storico, ma da quello di un bambino hawaiano è una lezione sulla propria cultura natia. Prima della colonizzazione.
I suoi scorci mozzafiato, i magnifici abiti celebrativi, la vita di comunità nelle loro capanne di paglia. Chief of War è un’immersione totalizzante. Le tradizioni polinesiane sono il fulcro di ogni episodio. Dalle ritualità religiose sino alle pratiche più ancestrali. Ogni aspetto della vita di questi popoli viene mostrato naturalmente. Sottolineo naturalmente. Infatti non c’è alcuna forzatura, nessun elemento viene inserito all’interno della sceneggiatura come un obiettivo raggiunto della lista delle cose da fare. L’omaggio di Chief of War è mastodontico, nei toni e negli intenti. Hans Zimmer, poi, alla colonna sonora aumenta ancora di più l’imponenza che la serie vuole raggiungere.
Chief of War non è qui per giocare, ma per lasciare un segno nella narrazione che finora è stata fatta della cultura polinesiana
Apple TV+ non ha mancato di far sentire la sua voce in merito a prodotti di qualità. E Chief of War, personalmente, rientra a tutti gli effetti nei canoni prestabiliti dalla piattaforma, ma anche dalla Serialità di qualità in primis. L’azione di certo non manca, e la regia non ne abusa nemmeno. Il dramma, nelle prime due puntate, pone comodamente le sue basi e si prospettano sviluppi interessanti da entrambi i capi della narrazione. Le interpretazioni sono magnifiche. Per non parlare della cinematografia: da brividi
Come Ka’iana nel 1780 con l’unificazione delle Hawaii, Chief of War vuole lasciare il segno nell’attuale panoramente televisivo. E se le premesse sono quelle di queste due prime puntate, allora possiamo essere abbastanza sicuri che ci riuscirà.






