Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » RECENSIONI » Ahsoka 1×01 – 1×02 – Maestro e apprendista

Ahsoka 1×01 – 1×02 – Maestro e apprendista

Con Ahsoka, la nuova serie tv approdata su Disney+ nella notte tra il 22 e il 23 agosto con i suoi primi due episodi, Star Wars si gioca il tutto per tutto. Dopo le visualizzazioni in calo prima della pur apprezzatissima Andor e poi della terza stagione di The Mandalorian, dato il grande battage promozionale a cui abbiamo avuto modo di assistere nel corso delle ultime settimane, pare infatti ormai chiaro che LucasFilm sia determinata a ottenere grandi risultati grazie alla serie, curata in tutto e per tutto da Dave Filoni, creativo che sempre più pare aver assunto il controllo sui nuovi prodotti del brand. Dopotutto, a seguito degli annunci di quest’anno, la destinazione finale a cui si avviano gli eroi di quello che potremmo chiamare Mandoverse è il cinema e, con Ahsoka, ciò che prima appariva fumoso inizia a delinearsi più nettamente. L’entusiasmo rilevato dagli appassionati alla visione dei trailer della serie avrà avuto riscontro? Per scoprirlo, vi lasciamo alla nostra recensione di Ahsoka 1×01 e 1×02. Buona lettura!

Attenzione: nel seguente articolo troverete pesanti spoiler su Ahsoka 1×01 e 1×02, nonché sul finale della serie animata Star Wars: Rebels, rispetto a quale lo show si pone come sequel diretto.

Partiamo con il dire questo: le prime due puntate di questa nuova serie di Star Wars sono largamente promosse sotto tutti i punti di vista e sono riuscite a farci nuovamente respirare quell’atmosfera che solo la famosa Galassia Lontana Lontana e i suoi personaggi sono in grado di regalare. Sia dal punto di vista narrativo che da quello visivo, infatti, Ahsoka riesce ad arrivare tranquillamente a standard che oseremmo definire cinematografici delineando molto bene i protagonisti della storia e creando un incipit accattivante e che promette di restituire l’epicità che ci si aspetterebbe nel parlare di Jedi e di avventure spaziali.

Prima di proseguire nello spiegare cosa esattamente ha più funzionato all’interno di queste prime due parti, però, urgono delle specifiche: al netto della buona qualità degli episodi, è possibile che non tutti i tipi di spettatore possano apprezzare del tutto quanto visionato. Il perché è presto spigato: Ahsoka è stata pensata e idealmente prodotta per essere una sorta di sequel sotto mentite spoglie di Star Wars: Rebels, serie animata in 3D composta da quattro stagioni e conclusasi nel 2018. Ecco, dunque, che la serie, oltre a citare a spron battuto eventi e situazioni verificatosi nel corso della storia animata, presenta le versioni live action di molti dei suoi protagonisti. Quello che per i fan hardcore potrebbe essere un pregio e un motivo di entusiasmo, potrebbe quindi rivelarsi d’altro canto come un aspetto problematico per una fetta di pubblico piuttosto larga, quella di chi ha approcciato Star Wars solo dal punto di vista filmico o, al massimo, della serie tv live action.

Ahsoka Tano (640×360)

La stessa Ahsoka, che in Clone Wars rivestiva i panni della giovane padawan di Anakin, pur già presente all’interno della seconda stagione di The Mandalorian rischia di risultare una completa estranea per molti. Questo implica, dunque, che chi non si è mai approcciato al comparto animato di Star Wars necessariamente faticherà a comprendere il filo narrativo della serie? Non esattamente. Lo show fornisce infatti tutte le informazioni del caso, ma siamo consapevoli del fatto che a uno spettatore che non ha avuto modo di affezionarsi ai personaggi presentati su schermo, sembrerà inevitabilmente di mancare di qualcosa. Un aspetto, questo, da non sottovalutare assolutamente!

Detto questo, siamo abbastanza sicuri che chi deciderà di accettare quanto proposto su schermo senza porsi per ora troppe domande circa questa fetta di mitologia di Star Wars potrebbe rimanere comunque molto soddisfatto dalle premesse della serie, che, invece, siamo sicuri farà, almeno per ora, la gioia di moltissimi fan.

A dettare il tono della serie ci pensa il tanto famoso testo a scorrimento (stavolta a caratteri rossi) che ci fornisce le informazioni di partenza nonché l’idea di una grande orizzontalità a livello narrativo, un aspetto che per ora le serie Star Wars avevano saputo coltivare solo in parte. Nel periodo del consolidamento della Nuova Repubblica, Ahsoka Tano è sulle tracce di una mappa che condurrebbe all’ubicazione del temibile Grand’ammiraglio Thrawn, il cui ritorno comporterebbe una possibile rinascita dell’Impero. Ecco così partire una caccia al fantomatico oggetto da parte dei due schieramenti. Da una parte troviamo Ahsoka Tano, ex padawan di Anakin Skywalker allontanatasi dall’ordine Jedi prima di divenire Cavaliere, il suo droide Huyang, direttamente da un tempio Jedi, e due ex membri dell’equipaggio della Ghost: Hera Syndulla, generale della Nuova Repubblica, e Sabine Wren, mandaloriana addestrata all’uso della spada laser. Dall’altra, invece, Morgan Elsbeth, fedele all’Impero, nonché sopravvissuta al massacro delle Sorelle della Notte di Dathomir, delle “streghe” dedite al Lato Oscuro della Forza e una coppia di “Jedi Oscuri” che desiderano ardentemente il ritorno di Thrawn.

Ahsoka
Baylan Skoll, interpretato dal compianto Ray Stevenson (640×360)

Anche se per ora la trama della serie risulta solo abbozzata, è interessante vedere come tutta la narrazione ami giocare di parallelismi. Entrambi gli schieramenti in gioco hanno un chiaro obiettivo in mente: Ahsoka vede nella mappa non solo un modo per evitare il ritorno di Thrawn ma anche per avvicinarsi a Ezra Bridger, personaggio cardine di Rebels che, proprio nel finale di serie, sceglie di sacrificarsi portando via con sé proprio Thrawn. Quelli che ci vengono presentati sono quindi personaggi estremamente carismatici: la protagonista, ottimamente interpretata da Rosario Dawson, che si è battuta molto per ottenere un ruolo per lei perfetto, esprime bene la propria determinazione, ma non è immune agli sbagli. La stessa Sabine, che assume qui un ruolo di spicco e che si presenta come ex allieva della Togruta (aspetto inedito rispetto a Rebels e probabilmente da far risalire al periodo intercorrente tra la fine della serie animata e l’inizio di Ahsoka), ci mostra un personaggio forte, ma ancora in costruzione. In opposizione alla coppia, troviamo invece Baylan Skoll, interpretato dal compianto Ray Stevenson (a cui viene dedicata la prima puntata) e la sua allieva Shin Hati, personaggi che, pur non avendo ancora avuto modo di far vedere tutto il loro potenziale hanno dimostrato di avere una certa presenza, sia in quanto a carisma che durante le sequenze action.

Persino la Hera Syndulla di Mary Elizabeth Winstead (moglie di Ewan McGregor, il nostro Obi-Wan Kenobi), forse il personaggio che, almeno visivamente convinceva di meno, si rivela un personaggio affabile e capace di trasmettere la dolcezza mista a ferrea determinazione che avevamo imparato a conoscere in Rebels. Completano il quadro i droidi, immancabili presenze all’interno dell’universo starwarsiano: se da un lato rivedere il burbero Chopper ci ha scaldato il cuore, la vera sorpresa risiede all’interno di Huyang, a cui dà voce un perfetto David Tennant, che riveste il duplice ruolo di comic relief e di saggio consigliere.

Sotto il punto di vista dell’azione, alla serie possono essere riservate ben poche critiche: tra inseguimenti spaziali e combattimenti con spade laser ben coreografati ed eseguiti, gli sforzi produttivi dietro alla serie risultano ben visibili. Ciò si riscontra inoltre anche dal punto di vista estetico: costumi, trucchi prostetici e scenografie sono stati curati nel minimo dettaglio: guardando Ahsoka 1×01 e 1×02, lo spettatore non si troverà praticamente mai di fronte al famoso “effetto televisivo” tipico di prodotti dalle grandi ambizioni ma molto spesso lontani dai budget hollywoodiani. Pregio della serie si conferma poi essere una costante all’interno del filone Star Wars: la colonna sonora, sempre calzante e capace di dare quel tocco in più sia in quanto a emozionalità sia in quanto a epicità, capace di conferire solennità alla serie.

Grazie a una narrazione in medias res che catapulta direttamente nell’azione e alla presenza di una buona alternanza tra scene più statiche in cui a dominare sono i dialoghi e i rapporti interpersonali tra i personaggi con altre più d’azione che movimentano la narrazione, Ahsoka 1×01 e 1×02 non annoiano e regalano un intrattenimento di alto livello, seppur al netto di alcune ingenuità nella sceneggiatura e alcune perdonabili facilonerie volte a far proseguire la trama.

Ahsoka
Ahsoka 1×01, Sabine Wren, interpretata da Natasha Liu Bordizzo, attrice australiana di origine cino-italica (640×360)

In attesa della prossima puntata, in arrivo nella notte tra il 30 e il 31 agosto su Disney+, possiamo solo teorizzare cosa succederà! Le nostre eroine riusciranno a impedire il realizzarsi del piano nemico e a trovare Ezra? Chi sono davvero Baylan Skoll e la sua allieva? Cosa vogliono di preciso? Cosa è successo di preciso in passato a Ahsoka e Sabine? Noi non vediamo sinceramente l’ora di scoprirlo.

Ahsoka 1×01: Nel cast David Tennant