Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » Reacher » Jack Reacher: un personaggio per due attori

Jack Reacher: un personaggio per due attori

James Dover Grant, ai più noto con lo pseudonimo di Lee Child, è il padre letterario di Jack Reacher, personaggio che ormai comincia a essere conosciuto anche al di fuori dei suoi milioni di fan (i libri di Child, ventisei tutti dedicati al protagonista, hanno venduto più di cento milioni di copie) grazie alle due trasposizioni cinematografiche e quella televisiva uscite tra il 2012 e il 2022.

Grant, nato a Coventry nel 1954, tra il 1977 e il 1995 ha lavorato alla Granada Television, una costola dell’ITV Network, prima rete commerciale inglese, come autore di importanti programmi televisivi degli anni Ottanta e Novanta di grande successo. Nel 1995 venne licenziato per ristrutturazione aziendale e decise, è lui stesso ad ammetterlo in una intervista, di mettersi a scrivere per potersi guadagnare il pane creando una icona della letteratura mondiale: Jack Reacher. Il successo del suo personaggio fu immediato e dall’ uscita di Killing Floor nel 1997 (in Italia il suo primo romanzo venne pubblicato nel 2000 col titolo di Zona pericolosa) i fan di Reacher non vedevano l’ora di vederlo sullo schermo, non importa se piccolo o grande.

Lee Child

Dopo diversi tentativi caduti nel vuoto, finalmente nel 2005 le cose sembrano prendere la giusta piega: la Cruise/Wagner Production (insieme alla Paramount) acquista i diritti del nono libro dedicato a Jack Reacher, One Shoot (in italiano pubblicato con il titolo La prova decisiva). Per il ruolo del protagonista vennero provinati diversi attori, tra i quali Bruce Willis, Dwayne Johnson e persino Denzel Washington, ma tutti scartati per lasciare il posto a Tom Cruise. La scelta di Cruise , il quale era accompagnato da Rosamund Pike, Richard Jenkins, Robert Duvall e Werner Herzog, e diretti da Christopher McQuarrie, scatenò una reazione avversa nella fan base reacheriana: infatti, l’attore americano non poteva andare bene non avendo il physique du rôle per interpretare il personaggio.

A difesa di Cruise intervenne lo stesso Lee Child il quale, in diverse interviste, ci tenne a precisare che la scelta del famoso attore americano doveva servire a dare un volto noto e accattivante al suo personaggio perché il film potesse raggiungere il maggior numero di spettatori. Una scelta puramente di marketing, dunque, che soddisfò chi non conosceva il Reacher letterario ma che disgustò, forse un po’ esageratamente, quelli che se n’erano innamorati leggendolo sui libri.

In ogni caso, il primo film dedicato a Jack Reacher uscì nelle sale americane il 21 dicembre 2012, ottenendo un discreto successo sia in termini di critica che di biglietti al botteghino (218 milioni di dollari contro una spesa di produzione di 60).

Quattro anni dopo, nel 2016, uscì il sequel, Jack Reacher – Never Go Back (in italiano Jack Reacher – Punto di non ritorno), adattamento dell’omonimo libro di Lee Child, il diciottesimo della serie. La scelta del diciottesimo libro venne fatta in previsione di ulteriori film in quanto si pensò di sviluppare un Reacher che lentamente si distaccasse da quello del libro e camminasse sulle sue gambe.
Oltre a Tom Cruise vennero scelti Cobie Smulders, come partner femminile, e Robert Lyle Kneeper. Il film non replicò il successo del primo ottenendo al botteghino 162 milioni di dollari fronte a una spesa di 96. Anche la critica, soprattutto quella del pubblico, decretò che il secondo capitolo della saga dedicata a Jack Reacher poteva essere quello conclusivo.
Lo stesso Lee Child, in una intervista, decise di chiudere definitivamente con i binomio Reacher/Cruise. Pur ringraziando ed elogiando l’attore, lo scrittore inglese disse che avrebbe dato retta maggiormente alle critiche mosse dalla fan base già prima dell’uscita del primo film riguardanti, più che la recitazione, la prestanza fisica di Tom Cruise.

Siccome molto spesso si passa dal niente all’abbondanza, praticamente in contemporanea, nel 2020, vennero annunciati ben due nuovi progetti dedicati a Jack Reacher. Il primo targato Amazon Prime Video che, dopo essersi accaparrata il personaggio di Jack Ryan di Tom Clancy, ha deciso di mettere il produzione una serie sul personaggio di Child. Il secondo, per ora ipotizzato solamente, sarebbe il terzo capitolo della saga cinematografica a cura del duo Tom Cruise/Christopher McQuarrie il quale, in un podcast, ha voluto specificare che il terzo capitolo sarebbe stato qualcosa di tremendamente cupo e feroce, molto hard boiled, tanto da far impallidire i primi due capitoli.
Staremo a vedere. Per ora ci siamo goduti la serie, uscita il 4 febbraio del 2022, già rinnovata per una seconda stagione, e basata sul primo libro di Child, Killing Floor, scritta da Nick Santora e con Alan Ritchson nei panni del protagonista.

A quanto pare il brand Reacher sembra sul punto di stare per esplodere e diventare famoso oltre la sua fan base, come sperato dal suo creatore, Lee Child. Ma in sostanza, è meglio il personaggio interpretato da Tom Cruise, sul grande schermo, o quello di Alan Ritchson, sul piccolo?

Al di là della durata, la serie sono otto puntate di un’ora circa l’una mentre i film poco sopra le due ore entrambi, che comporta scelte di sceneggiature ben diverse, i due Reacher, proprio i personaggi e non la serie o i film, sembrano essere completamente diversi. Posto che ognuno ha i suoi gusti potrebbe essere interessante capire le differenze tra Cruise e Ritchson e se queste abbiano giovato o meno al successo di una o gli altri prodotti.

Iniziamo dunque dalla figura letteraria per capire chi sia Jack Reacher. Il personaggio di Lee Child è un ex maggiore dell’esercito degli Stati Uniti in congedo, un po’ per via di una politica di tagli all’esercito con la quale non era d’accordo, un po’ per aver insultato un suo superiore, che, quando era arruolato, era a capo di una speciale unità investigativa della Military Police creata ad hoc per gestire casi estremamente complessi.

Reacher è un pluridecorato militare che appartiene a un’epoca differente da quella attuale essendo nato nel 1960, in una base militare dell’allora Berlino Ovest. Suo padre, infatti, è un capitano dei Marines mentre la madre è una francese, figlia di un eroe della Prima Guerra Mondiale, che, alla giovane età di tredici anni, si occupava di mettere in salvo gli equipaggi alleati insieme alla resistenza francese.

E qui già c’è la prima, grossa differenza. Sia nei film che nella serie i dettagli sulla vita militare sono molto edulcorati proprio perché le guerre sono, disgraziatamente onnipresenti, cambiate. Reacher, infatti, è figlio della Guerra Fredda e vive in un mondo militare che ancora sente quel peso mentre le trasposizioni, essendo ambientate già dopo l’11 settembre, non possono tenerne conto preferendo restare vaghe o apportando modifiche.

Un’altra differenza notevole, è che mentre Tom Cruise è del 1962, e quindi ha l’età di Reacher, Alan Ritchson è del 1982 e il suo Reacher non potrebbe avere la Silver Star Medal (terza onorificenza militare) né la Purple Heart (assegnata ai militari feriti in azione) per aver salvato la vita ai commilitoni colpiti nell’attentato a Beirut il 28 ottobre del 1983.

Lee Child in Jack Reacher – Punto di non ritorno (2016)

Proprio in seguito all’attentato di Beirut il Reacher letterario ha una sfilza di cicatrici della larghezza di 8/10 cm, ricucite rozzamente. Oltre a queste ne ha una causata da una pugnalata, una al petto per un colpo di pistola, un’altra procuratagli dal fratello quando erano bambini. Di queste non c’è traccia nel primo film mentre sono evidenti nel secondo. Nella serie, invece, il fisico di Ritchson ne è privo.

Altra differenza notevole sta proprio nel fisico degli attori. Mentre quello di Ritchson mostra muscoli scolpiti da un evidente duro e costante allenamento quello di Cruise è piuttosto asciutto e nervoso. Il Reacher letterario, pur essendo grosso, molto grosso, non ha e non può avere il fisico palestrato dell’attore televisivo perché, è lo stesso personaggio letterario ad affermarlo, non è amante degli esercizi fisici né tanto meno potrebbe frequentare una palestra essendo privo di fissa dimora.

Lee Child in Reacher (2022)

Sempre in merito alla fisicità del personaggio, che è poi il casus belli che ha scatenato la polemica su Tom Cruise, il Reacher letterario è alto 6 piedi e 5 pollici (198 cm ca), è biondiccio con gli occhi azzurri, pesante tra i 95 e i 113 kg, con un torace dalla circonferenza di 130 cm (così spesso da bloccare al suo interno la corsa di un proiettile). Ha bicipiti grossi e gambe muscolose per via del tanto camminare, un collo taurino, il volto che pare scolpito nella pietra e mani grosse come pale.

Non c’è scampo per Tom Cruise che invece è meno alto, è bruno e certamente non assomiglia per niente al Reacher letterario. Gli somiglia molto di più quello televisivo anche se, come già detto, risulta un po’ troppo palestrato. A favore di quello televisivo c’è anche il fatto che la sua mole, come nel libro, incute timore (ne è prova il fatto che senza parlare obblighi un bifolco a promettere di non picchiare più la sua compagna) mentre quella di Cruise, nel primo film, è foriera di prese per i fondelli, soprattutto da parte di chi lo vuole pestare (ma che farà comunque una brutta fine).

In merito alla violenza scaturita da tanta prestanza fisica il Reacher letterario è solito risolvere le questioni con poche, ben mirate, botte avendo dalla sua una massa enorme. Non ha uno stile di lotta particolare, non risulta elegante pur essendo abbastanza rapido malgrado la mole né tanto meno rispettoso dell’avversario, prediligendo colpi con i gomiti, ginocchiate e testate inflitti in parti che possano atterrare e, soprattutto, evitare che il suo avversario si rialzi . In questo Alan Ritchson è assolutamente identico risultando, quando si scaglia contro i suoi avversari, come un treno: travolgente. Nel giro di pochi momenti i suoi avversari sono a terra, completamente KO.

Differente è il Reacher cinematografico. Tom Cruise si prende un sacco di botte da tutti ma ne dà di più riuscendo quasi sempre vincitore. I suoi combattimenti sono più articolati e complessi pur essendo altrettanto violenti e mediamente durano di più. Dalla sua il Reacher di Tom Cruise assomiglia a quello letterario perché hanno, in comune, un pensiero dietro. Infatti il Reacher letterario prevede uno schema di lotta che lo porti il più in fretta possibile e nel migliore dei modi al pieno successo, come esplica il Reacher cinematografico, per esempio nel primo film, contro cinque ragazzi fuori da un pub.

La logica e la deduzione sono caratteristiche del Reacher letterario che lo rendono simile a uno Sherlock Holmes americano. In questo il Reacher televisivo risulta poco convincente avendo, troppo spesso, la stessa espressione un po’ bovina. Per esempio, il televisivo si fissa su un dettaglio e lo ripete così tante volte da far credere ai suoi compari, esasperandoli, di essere un po’ tardo. Ovviamente questo dettaglio risulterà importantissimo per la soluzione del caso ma l’impressione è che il Reacher televisivo sia sempre un po’ forzato. Anche quando dopo un’occhiata verso il suo interlocutore è in grado di snocciolare vita, morte e miracoli si ha la sensazione di una battuta recitata, un po’ forzata.

Non è così il Reacher cinematografico. Tom Cruise ha una naturalezza e una presenza scenica notevoli che gli permettono di essere meglio di tutti (come il Reacher letterario) senza farlo pesare o per lo meno con una credibilità maggiore rispetto a quella del suo omonimo televisivo.

Il Reacher letterario ha ancora tante caratteristiche proprie che fanno di lui un grande personaggio: nel modo di camminare, nel modo di parlare, nel modo di vivere la vita da vagabondo. Caratteristiche che, per mancanza di spazio e per non annoiare i lettori eviteremo di discutere qui.

Chi scrive è un grande fan di Jack Reacher. Ha letto parecchi libri ma non tutti, ha visto i film e la serie televisiva. Era fra quelli che hanno criticato la scelta di Tom Cruise perché non aveva il physique du rôle e che ha gioito quando è stato scelto Alan Ritchson. Probabilmente è tra i pochissimi che, pur avendo apprezzato la serie, però ha rimpianto i film. Perché, ma essendo un’opinione personale vale come tutte, c’è molto più Reacher in 170 cm di Tom Cruise che in 188 di Alan Ritchson.

D’altro canto lo stesso Lee Child quando commentò la scelta di Tom Cruise disse: “è vero che Tom non ha l’altezza e l’imponenza del mio Reacher ma è capace di coglierne lo spirito e di trasmetterlo al pubblico“. E ancora sempre Lee Child: “se avete un attore che ha il 90% dell’altezza e il 10% del carisma non avrete il giusto Reacher. Se avete un attore che ha il 90% del carisma e il 10% dell’altezza avrete il giusto Reacher“.

Certo, sempre Lee Child dovette ammettere, pur avendo partecipato con un cameo a entrambi i film (e ne fa uno anche nella serie). di non poter deludere la fan base che aveva un’idea ben precisa di come doveva essere Jack Reacher e che quindi Tom Cruise non poteva essere adatto.

Siamo di fronte a un bel dilemma, insomma. Lo stesso dilemma che si è sicuramente presentato con Jack Ryan: il personaggio letterario di Tom Clancy, quello cinematografico interpretato da Alec Baldwin, Harrison Ford, Ben Affleck e Chris Pine e quello televisivo interpretato da John Krasinski.
Un dilemma che lascia risposte aperte secondo l’opinione personale che ci si fa nel conoscere i personaggi. I paragoni sono, per forza di cose, assolutamente legittimi. L’importante è che vengano fatti con un criterio che non sia la pancia e che siano, soprattutto, rispettosi quando differenti perché la letteratura, come la televisione e il cinema sono fatti per distrarre e far lavorare la fantasia e non far litigare le persone.

LEGGI ANCHE – Reacher, la recensione della serie