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Perché dovreste guardare Our Flag Means Death

Se avete amato la dissacrante sitcom FX What We Do In The Shadows (adattamento dell’omonima pellicola del 2014 di Taika Waititi e Jemaine Clement) e/o la dolceamara comedy della stessa emittente Reservation Dogs (creata sempre da Taika Waititi con Sterlin Harjo), dovreste correre a recuperare Our Flag Means Death. La period dramedy disponibile negli Stati Uniti su HBO Max conta ancora una volta tra i suoi produttori esecutivi lo stesso Waititi che, come anche nella sitcom sui vampiri, si cala in scena, in questo caso con un ruolo ancora più determinante per la serie tv.

Tra tutti i film, gli show e i prodotti mediali di ogni genere sui pirati e le tormentate ciurme che rischiano la vita in mare che sin dal principio sono stati realizzati, con un certo scetticismo mai avremmo pensato di apprezzare una comedy sul tema nel 2022. Ma, un po’ come è stato con la serie tv sui grotteschi vampiri, What We Do In The Shadows per l’appunto, Our Flag Means Death si è rivelato un prodotto a cui bisogna dare una chance. Ancora inedito in Italia, lo show si compone di dieci episodi da divorare ciascuno in meno di mezz’ora. Nell’arco della prima stagione siamo proiettati sulla nave costruita ad hoc dal capitano Stede Bonnet (Rhys Darby) per salpare i mari dell’Inghilterra del XVIII secolo, ovvero durante il periodo d’Oro della Pirateria. Dopo aver abbandonato una vita di comfort al fianco della moglie, ma mai pienamente soddisfacente, Stede cerca finalmente un modo per sentirsi libero: rifugiarsi nei mari e divenire finalmente un valoroso pirata.

Purtroppo per l’ingenuo e sognante capitano, la leadership non sembra stargli bene addosso. L’uomo è sensibile, educato, accorto, buono e maldestro. Si guadagna l’affetto della sua bizzarra ciurma, fatta di tanti uomini stereotipati e contro-stereotipati, ma il suo valore da condottiero rimane quantomeno scadente. Le romanzate vicende del nobile Stede Bonnet, passato alla storia come The Gentleman Pirate, si focalizzano in Our Flag Means Death soprattutto sul tentativo dell’uomo di riscattarsi, di fare la storia in veste di un vero e proprio pirata e sulla sua alleanza col terribile Barbanera (interpretato dal regista e sceneggiatore neozelandese), ritratto dalla storiografia e dalla serie tv come un capitano valoroso e compiuto, un po’ quello in cui Stede cerca tanto di riuscire.

our flag means death

La serie tv si articola in tante dinamiche episodiche che danno voce al Gentelman Pirate e ai singoli membri del suo sgangherato equipaggio in sequenze esilaranti, infuocate e a tratti surreali.

E’ possibile osservare le avventure della scombussolata ciurma del Pirata Gentiluomo che cerca di inseguire un’immagine stereotipatamente costruita di un pirata. Dal tentativo di trovare un tesoro fino a quello di gestire la nave e l’equipaggio col pugno fermo di un uomo irremovibile e tenace, Stede fa a cazzotti col suo passato e con la sua vera identità di nobile e intellettuale. E’ l’incontro col famoso Barbanera a costituire un punto di svolta per la serie tv: i due sono diversi e complementari. L’alleanza e amicizia che costruiscono poco alla volta ha solo del positivo, per i due e per l’ecosistema dell’imbarcazione di Bonnet. Con uno stile narrativo demistificante, lo scenario generalmente condiviso e costruito dai media di genere viene rimodellato e attualizzato. Lo sguardo innovativo e contemporaneo impiegato permette a Our Flag Means Death di prendersi gioco di luoghi comuni e stereotipi che non fanno altro che dipingere il mondo della pirateria come segnato da violenza, maschilismo e regole e valori disumani.

Il formato parodizzante di Our Flag Means Death propone un racconto anticonvenzionale e fuori dalle righe che racconta un’epoca lontana con un linguaggio moderno. L’inserimento di pratiche e linguaggi contemporanei all’interno della period dramedy non fa che ironizzare sempre di più sugli aspetti più antiquati dell’epoca.

La modernizzazione e l’approccio attualizzato sono tra i punti di forza dello show che si discosta da tutti i prodotti di genere affine. L’anima da commedia è quella che con maggior preponderanza definisce Our Flag Means Death grazie a un umorismo esagerato e sopra le righe che si fonda sullo straniamento e sul surrealismo. Show grafico e comedy cruenta ed esilarante, la serie tv ha anche delle brillanti vene drammatiche: si tratta di una storia multistrato fatta di tante implicazioni e sfumature, a partire dai caratteri complicati dei due capitani opposti e complementari fino alla trattazione di tematiche più profonde. Infatti, Stede e Barbanera sono due uomini quasi all’opposto, ma accomunati da una fragilità in uno più evidente e nell’altro più celata. Segnati da un passato duro che li ha costretti a rinunciare alla propria felicità più pura e a vivere una vita solitaria, i capitani troveranno una ragione di rinascita e riscoperta l’uno nell’altro. L’avvicinamento tra Stede e Barbanera costituisce il cuore e fulcro portante di Our Flag Means Death. La capacità della comedy di ritrarre con toni seri, alle volte drammatici, il tumulto individuale dei personaggi alza il livello dello show che supera il confine di genere. Il racconto grottesco e ironicamente esagerato di una ciurma di pirati che fatica a stare in piedi è in realtà una delle storie recenti più sincere e veritiere sull’affetto che può unire spontaneamente due uomini, senza pretese, senza sovrastrutture. Poco alla volta, inconsciamente, inizia a esserci un po’ di uno nell’altro e viceversa: il tentativo dei due di gestire insieme l’equipaggio porta un nuovo equilibrio che compensa le mancanze di leadership e interiori di ciascuno.

Our Flag Means Death

La carta vincente di Our Flag Means Death sta proprio nella commistione equilibrata tra un umorismo vincente e una delicatezza disarmante in un contesto in cui storicamente poco troviamo di entrambi gli elementi.

La chimica tra il Pirata Gentiluomo e Barbanera è un motivo sufficiente per vedere Our Flag Means Death. L’approccio innovativo al tema LGBTQ+ vede un amore che ha ancora molto da affrontare, ma la spontaneità del suo germogliare tra due soggetti soli che si completano e rendono felici a vicenda rende la dramedy uno dei titoli più vincenti di questo 2022. La performance dei due interpreti rende validi i personaggi. Quella di Waititi, in particolare, è probabilmente una delle migliori prove che l’uomo ha dato fino a ora. La sua ironica e introspettiva rappresentazione di un uomo complesso, tormentato e spietato consente a Our Flag Means Death di fare un ulteriore salto di qualità con un antieroe da manuale. Insomma, la firma di quel genio di Taika Waititi è ormai una garanzia tanto nel cinema quanto nella televisione.

Che sia per l’umorismo originale e stravagante, per l’intesa tra Waititi e Darby, per la demistificazione di un contesto storicamente ostile e brutale, per l’ironica eterogeneità delle dinamiche intercorse tra i buffi ed esagerati membri dell’equipaggio, o per il sapiente equilibrio e scontro tra i toni da commedia in costume disimpegnata e quelli da dramma introspettivo e riabilitativo, Our Flag Means Death rimane una serie tv comedy che guarda brillantemente alla commistione e che non rinuncia all’importante necessità e ricerca attuale d’ibridazione e profondità all’interno di ogni tipo di racconto.

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