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Orange Is The New Black 6×01 – La follia regna sovrana

Il carcere più chiacchierato di Netflix è tornato con un primo episodio più no sense che mai. Ecco la nostra recensione di Orange Is The New Black 6×01.

Orange is the new black

Le detenute, le cui vite sono state totalmente scombussolate nella quinta stagione, approdano in un nuovo centro di detenzione.

Sono divise in gruppi distinti e in celle singole, oltre a essere sotto indagine e torchiate in interrogatori volti a chiarire le dinamiche della ribellione a Litchfield, ma soprattutto a dare una spiegazione all’omicidio dell’agente Piscatella. Quest’ultimo infatti era rimasto ucciso da un collega nella stagione precedente. Così Piper Chapman (Taylor Schilling) e le altre si trovano in uno stato del tutto nuovo e disarmante.

I primi minuti della sesta stagione di Orange Is The New Black ti lasciano letteralmente perplessa riguardo lo show che stai guardando. Is this real o what? Suzanne (interpretata da una sempre più brillante Uzo Aduba) è così disorientata nel luogo in cui è stata trasferita da avere allucinazioni da Oscar. Attraverso la sua psiche ormai borderline, ci anticipa tutto ciò che le altre compagne stanno più o meno provando e cosa ci aspetterà.

Una macabra televisione trasmette uno show irriverente e assurdo, che tramuta le vicende reali in una romanzata vita da spettacolo televisivo.

Ad esempio, se nella Suzanne-Tv vediamo Daya ballare una danza violenta con le guardie, nella trasposizione reale la vedremo pestata da queste ultime in quanto assassina di una guardia. E così via per il resto delle detenute: Freida che tenta il suicidio, Gloria e Maria che hanno ancora conti in sospeso che le guardie usano per i propri tornaconti etc.

Orange is the new black

Grazie all’introduzione di Occhi matti, sappiamo che il tema principale della stagione riguarderà la morte di Piscatella. Non che ci volesse poi un genio o una chissà quale premessa per capirlo. In un flashback scopriamo che la morte dell’agente è stata insabbiata e riplasmata in modo tale da ricadere sulle detenute.

I 4 soldati che avevano scortato fuori le prigioniere dalla piscina sono successivamente ritornati all’interno portandosi dietro il cadavere di Piscatella per concordare la loro versione dei fatti.
Le uniche a conoscenza della verità sono Cindy e Suzanne che, nascoste sotto un telone, hanno assistito a tutta la scena. Una verità che purtroppo condiziona le loro vite, perché troppo importante per essere nascosta e allo stesso tempo troppo azzardata per essere rivelata.
In fondo,  chi crederebbe mai a delle pregiudicate?

Così Cindy tenta di tenere zitta l’amica pazza affinché non dica nulla, non sapendo come gestire la situazione e cosa potrebbe succedere loro se si scoprisse cosa hanno visto.

Ma volgendo lo sguardo verso i nuovi arrivati, troviamo personaggi che rimpinguano le fazioni di guardie e prigioniere. Le guardie non sono molto positive, anzi fanno quasi rimpiangere il caro pornobaffo dei primi tempi. Alcune sembrano giocare a fantacarcere, fino ad arrivare alle controparti più sadiche, i violenti che abusano del loro potere per soggiogare le detenute.

Tra queste ultime abbiamo Badison, piantagrane violenta e folle che finisce in cella con Red (scontro tra bulle in arrivo) e Daddy, una capobanda che prende a benvolere Daya per quel che ha fatto a Lichtfield. Inoltre a sorpresa ci ritroviamo tra le detenute Lolly, la pazza cospirazionista incastrata nella quarta stagione per l’omicidio della finta guardia. Un ritorno che ancora è da delineare: bisognerà capire se sia un semplice cameo o se avrà un qualche ruolo di rilievo in questa stagione.

A conti fatti, questo pilot di Orange Is The New Black è stato delirante ma abbastanza esaustivo nel farci da apripista in questo nuovo carcere. Eppure, arrivata alla veneranda stagione numero 6, la serie comincia a dare segni di stanchezza, nonostante la voglia di cambiare e continuare il suo percorso. Il primo episodio spinge a proseguire la visione per il semplice fatto che alcune delle rinomate prigioniere mancano all’appello. Prima fra tutte quella che Piper continua a cercare per l’intero episodio in una cantilena estenuante, ma comprensibile, che si può riassumere con un semplicissimo meme:

Orange is the new black

Il rimescolamento delle detenute, l’assenza di alcune e la nuova ambientazione non saziano, rendendo quindi l’inizio stagione un po’ incerto. L’ironia non sembra più molto pungente e i flashback sono ormai obsoleti addosso a personaggi che conosciamo bene.

In fin dei conti è comunque un buon inizio. Orange Is The New Black non scalda appieno i motori ma lascia il beneficio del dubbio che qualcosa in più arriverà.

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