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Twin Peaks, Kyle MacLachlan racconta la sua esperienza con il doppelgänger malvagio di Cooper: ecco i dettagli!

Dopo 25 anni, Twin Peaks è tornato sui nostri schermi e sono bastati i primi quattro episodi (seguendo la programmazione statunitense) per farci capire che l’agente Dale Cooper non è più l’uomo che ricordavamo. Kyle MacLachlan racconta la sua esperienza nell’interpretare la versione doppelgänger del coraggioso agente dell’ FBI.

La nuova stagione di Twin Peaks continua a far parlare di sè e, dopo i mesi di segretezza attorno alla Serie e alla sua sceneggiatura, abbiamo potuto gustare i primi 4 episodi. L’aspettativa per questa nuova stagione era alle stelle e l’ideatore e regista David Lynch si era premunito da qualsiasi eventuale fuga di notizie. Come ha recentemente confermato Madeline Zima, interprete della sfortunata Tracey Barberato nei primi episodi:

Sono andata al provino, era una normalissima audizione. Sono andata lì e mi hanno fatto alcune domande, essenzialmente ho dovuto parlare […] Non sapevo neanche per quale serie stessi facendo un provino, non ne avevo assolutamente idea. Si era rumoreggiato che fosse per Twin Peaks, ma non ci avevo creduto, perché a Hollywood si straparla tantissimo di tutto. Non ero cinica su tutto, ma su gran parte dei progetti sì. Specialmente su qualcosa che sembrava troppo bello per essere vero, come un progetto che vede coinvolto David Lynch.

madelin zima

Ma adesso sembra che gli attori si siano sbottonati un po’ sulla loro esperienza sul set di Twin PeaksKyle MacLachlan, interprete dell’agente Dale Cooper, ha raccontato in un intervista per Entertainment Weekly come si è approcciato all’interpretazione di questa nuova, demoniaca versione di Cooper:

Quando ci incontrammo la prima volta, David mi disse ‘Stiamo rifacendo Twin Peaks, ho bisogno di Cooper, tu ci sei?’, e io risposi di sì, che era una decisione facile. Al che mi disse ‘Beh, ci saranno anche un po’ di altre cose’, senza precisare quelle ‘altre cose’ che avrei dovuto fare. Ma quando lessi [la sceneggiatura], per me fu come “Oh, wow, okay

 

MacLachlan ha aggiunto di non essersi pentito della sua scelta di tornare nello show:

Ero nervoso, ma anche assolutamente riconoscente a David per avermi dato l’opportunità di interpretare un personaggio così diverso da me e da tutto quello che avevo fatto, per credere nelle mie capacità abbastanza da farmelo fare. Non aveva scelta! Aveva me! Sono Cooper! Ma che si fidasse del fatto che avrebbe funzionato significava molto. Non sapevo ancora se avrebbe funzionato finché non l’ho visto l’altra sera. Voglio dire, ricordo le riprese, di essermi sentito a mio agio, ma vederlo sullo schermo e vedere che ha avuto successo mi rende molto contento

L’attore feticcio di Lynch ha poi raccontato come ha costruito il personaggio, sia esteticamente che concettualmente, portandolo ad esplorare zone oscure di sé:

Durante le prime fasi ricordo di aver detto a David che secondo me avrebbero aiutato delle lenti a contatto nere. Le avevo viste usare per dare la sensazione che ci fosse un’entità interna, dietro gli occhi. Mi aspettavo che mi dicesse di no, che non ne avevamo bisogno, ma disse che poteva essere una buona idea. Così provammo diverse lenti, dalle molto scure ad altre meno e di tipi diversi. Continuavo a chiedere a David: ‘Ti sta portando fuori dal tracciato del personaggio?‘. Lui mi disse di no, che funzionava bene. Sembra come se ci sia qualcosa di oscuro, ma non ne sei completamente sicuro. Tutto in lui è cupo. La pelle è chiazzata, i capelli grassi e lunghi. Come Javier Bardem in Non è un paese per vecchi, nel quale aveva quell’aspetto molto specifico, quasi angelico ma in un modo demoniaco. Volevamo qualcosa di simile, ma senza esagerazioni.

Ha inoltre dichiarato di aver concettualizzato il suo personaggio non come essere umano ma come un predatore, una bestia carnivora:

Uno squalo. Nessun rimorso, nessuna gioia, quella qualità quando lo squalo si nutre, la frenesia, l’inalare l’anima di qualcuno – questo è lui. Per me lui era reale, per quanto possa essere una cosa vivente. Si è trattato più che altro di interpretare la sua forza, la sua energia, la sua volontà. Mi sono preoccupato più di questo, invece di renderlo reale. Mi ha portato in luoghi che ho visitato di rado come attore

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