Di cosa parlerà Pluribus, la prossima serie tv firmata da Vince Gilligan? Ne parla lo stesso autore. E accresce l’hype.
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L’appuntamento è fissato per il prossimo 7 novembre: Vince Gilligan, lo storico creatore di Breaking Bad, tornerà con una nuova serie tv, intitolata Pluribus. La serie tv verrà distribuita su Apple TV+ e vedrà come protagonista Rhea Seehorn, l’indimenticata interprete di Kiw Wexler in Better Call Saul. Inevitabilmente, sarà uno dei titoli più attesi degli ultimi mesi del 2025, ma a questo punto una domanda è d’obbligo: di cosa parlerà Pluribus?
Dopo una prima fase promozionale criptica e suggestiva, stanno arrivando i primi dettagli più corposi su Pluribus. E a parlarne è lo stesso Vince Gilligan, intervistato da EW: “Il lato drammatico della serie è che la persona più infelice del mondo cerca disperatamente di salvare il pianeta dalla felicità. Ne ricaviamo una grande drammaticità. Non vorrebbe davvero essere incaricata di salvare il mondo, ma più o meno sente che è suo dovere”.
Nelle premesse di Pluribus, infatti, Carol Sturka è un’autrice di romanzi storici che arriva ad Albuquerque per una sessione di autografi.
Mentre è lì, la diffusione di un virus scatena un’epidemia di felicità: tutti, in città, diventano ottimisti e accomodanti.
Ma a cosa è legato il virus? E perché Carol è l’unica immune? La risposta potrebbe non essere indispensabile per lo sviluppo di Pluribus, stando a quanto sostiene Gilligan: “È una domanda che mi hanno fatto diverse persone fin dall’inizio, quando ero nella stanza degli autori. Non voglio rivelare troppo, ma forse troveremo una risposta, forse no. Un modo migliore per dirlo è che non mi è mai venuto in mente di pormi questa domanda. Ho solo pensato che ci debba essere sempre una persona su un miliardo. Ed è Carol. Per quanto riguarda la parte scientifica, non lo so. Forse avremo una risposta, forse no”.
La domanda chiave per entrare nei meccanismi di Pluribus è un’altra: “Non si può negare che viviamo in un Paese profondamente frammentato. Quello che mi interessa di questa serie e delle sue potenzialità è che la gente possa guardarla e, spero, chiedersi: ‘Come sarebbe il mondo se tutti andassero d’accordo?’. Ci sono diversi desideri appagati nell’idea di questa serie. Non so se mi fossi prefissato di crearla, ma ora ne vedo i reali benefici”. E promette: “Ne seguiranno delle complicazioni. È uno spettacolo che riserva alcuni colpi di scena sorprendenti”. Ok, ok: siamo a bordo.
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