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Occhio, Netflix: le ricche offerte non bastano più. Margot Robbie rifiuta 150 milioni per il suo prossimo film (e non è la prima)

Netflix

C’è chi dice no, a quanto pare. Chi dice no a soldi, se c’è Netflix di mezzo. L’ultimo caso è Margot Robbie, ma non è l’unica ad averlo fatto nell’ultima fase.

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Lo riporta Variety in un pezzo che riporta alcune importanti indiscrezioni riguardanti Netflix. Secondo il magazine, infatti, ci sarebbe un problema legato alla volontà delle star del cinema di andare in sala coi propri film (accompagnati da una solida campagna promozionale) prima di essere diffusi in streaming.

Se ne parla da un po’ di tempo, ma ora la questione sembrerebbe essere esplosa definitivamente. Con un caso, su tutti: Margot Robbie, infatti, avrebbe rifiutato una ricchissima offerta di Netflix per il suo prossimo film, da lei interpretato e prodotto: Cime Tempestose. Il no sarebbe arrivato in tandem con Emerald Fennell, regista di Cime Tempestose e già autrice del fortunatissimo Saltburn.

Per intenderci, il rifiuto sarebbe clamoroso: secondo Variety, l’offerta di Netflix per i diritti del film si sarebbe aggirata intorno ai 150 milioni di dollari. Tantissimi. Molti più di quelli poi accettati da Robbie e Fennell: la Warner Bros., infatti, si è aggiudicata i diritti per “soli” 80 milioni di dollari. Quasi la metà, in sostanza. Con una differenza chiave: la garanzia di un passaggio importante al cinema.

La variabile chiave avrebbe portato altri nomi importanti a dire no a Netflix. E altri come Greta Gerwig (la regista di Barbie) per il prossimo Narnia o Daniel Craig per Knives Out 2 starebbero portando avanti trattative serrate per i passaggi al cinema, nel primo caso in IMAX.

Tra le altre cose, Variety ha riportato un’interessante frase di Eric Handler, analista di Roth Capital Partners: “Netflix ha il maggior numero di abbonati e dimensioni, quindi può permettersi di giocare al gioco che sta giocando. Ma c’è un crescente contingente di registi e star del cinema che stanno dicendo ‘No grazie’“.

No, grazie. Gli incassi del botteghino e l’eco mediatica che porta con sé l’uscita in sala sono troppo importanti per accettare una soluzione alternativa.

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