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Mindhunter, la terza stagione non si farà: addio per sempre alla serie

Ambientata alla fine degli anni ’70, Mindhunter presenta come protagonisti due agenti dell’FBI che cercano di capire e catturare i serial killer analizzando il loro stato psicologico, dando inizio a quello che sarebbe stato conosciuto come criminal profiling.
La seconda stagione ha debuttato nell’agosto 2019, ma la lunga pausa ha portato a speculazioni sulle possibilità di una potenziale terza stagione: Jonathan Groff, attore protagonista dello show, ne aveva parlato ad aprile del 2022, speranzoso in un proseguimento della storia.

David Fincher ha dato un ultimo aggiornamento riguardo questa storia, interrompendo le speranze dei fan

In una recente intervista con il giornale francese Le Journal du Dimanche, Fincher, che ha anche diretto diversi episodi, è stato interrogato sul futuro di Mindhunter.
Riguardo alla possibilità di una terza stagione, lo showrunner ha spiegato che lo show è un investimento costoso per lo streamer e che non vale il rischio:

“Sono molto orgoglioso delle prime due stagioni, ma è una serie particolarmente costosa e, agli occhi di Netflix, non abbiamo attirato un pubblico abbastanza ampio da giustificare un tale investimento. Non li biasimo, hanno corso dei rischi per lanciare la serie”.

Il potenziale della terza stagione è stato messo in dubbio dopo che la piattaforma streaming Netflix aveva dichiarato che la serie tv era in pausa a tempo indeterminato, sostenendo che David Fincher era concentrato su altri progetti. Tuttavia, anche il creatore aveva più volte ribadito che la stagione rischiava di non essere realizzata. Ciononostante, la domanda sul futuro della serie non sorprende, dato che la seconda stagione aveva costruito una trama potenzialmente importante. Negli episodi di Mindhunter, a partire dalla prima stagione, si era parlato del “BTK Killer”, un famigerato serial killer che derideva la polizia con i suoi crimini. Sembrava che questi sarebbe stato al centro di una nuova stagione, ma purtroppo non si realizzerà più.

Il regista Andrew Dominik ha anche fornito informazioni sulla trama di Mindhunter e su cosa avrebbe comportato la terza stagione se non fosse stata cancellata. I detective Ford e Tench sarebbero finalmente usciti dal seminterrato e avrebbero raggiunto Hollywood per far conoscere pubblicamente la profilazione criminale. Uno dei punti di forza della serie è stata l’inquietante accuratezza del casting e delle performance degli attori che interpretano i più famosi serial killer americani. Inoltre, il dramma psicologico intraprende un’analisi approfondita del profilo dei serial killer, integrando nel contempo storie di vita reale. Per esempio, la seconda stagione ha indagato sugli omicidi di Atlanta alla fine degli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80.

Mindhunter era – ed è tutt’ora – uno degli show più apprezzati di Netflix, con una valutazione critica del 96% per la prima stagione, mentre la seconda stagione ha ottenuto un punteggio quasi perfetto del 99% su Rotten Tomatoes. Sfortunatamente, sembra che la scarsa audience abbia portato alla cancellazione da parte dello streamer, e il design della produzione e l’attenzione ai dettagli per creare un’estetica d’epoca hanno probabilmente contribuito alle spese elevate che non hanno avuto un grande ritorno. Questo aggiornamento significa che lo show si unisce a un numero crescente di show cancellati da Netflix.

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