Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » News » Emilia Clarke non ha odiato il finale di Game of Thrones: «Ma c’è solo una scena che cambierei»

Emilia Clarke non ha odiato il finale di Game of Thrones: «Ma c’è solo una scena che cambierei»

Game of Thrones è finita due anni fa, ma non smette di far discutere. Inevitabile se sei il più grande fenomeno mediatico televisivo nell’ultimo decennio. Una serie che è stata amata alla follia a tutte le latitudini, ma che ha lasciato parecchi fan scontenti per il suo finale. E non solo i fan: negli ultimi mesi non sono mancate le critiche degli attori che hanno fatto parte della serie (tra questi, il buon Jaime Lannister), che uno dopo l’altro si sono tolti vari sassolini dalle scarpe.

La stessa Emilia Clarke non ha lesinato critiche non tanto al finale, quanto alle prime parti di Game of Thrones, quando si sentì maltrattata sul set. Insomma: da grandi poteri derivano grandi responsabilità, e Game of Thrones che di potere ne ha acquisito parecchio negli anni ha lasciato anche vari strascichi tra addetti ai lavori e non. Ma torniamo al contestatissimo finale della serie e a Emilia Clarke.

La celeberrima Madre dei Draghi non fa parte del partito di quelli che hanno odiato o comunque in qualche modo disprezzato il finale di Game of Thrones. L’attrice (che si ispirò a Hitler per il discorso nel finale di serie) non ha nulla contro la costruzione narrativa della parte conclusiva della serie che la ha resa famosa, ma ha ammesso che cambierebbe soltanto una scena.

“Se c’è una scena che cambierei? Ah si, certo: quella in cui sono morta!”

Come sempre, la Clarke mostra la sua immensa ironia e solarità. Di certo non le si può dare torto: per un attore non è mai facile separarsi dal proprio personaggio e vederlo morire, anche se Daenerys Targaryen, nel suo percorso autodistruttivo, se l’era andata assolutamente a cercare. Ora ai fan di Game of Thrones non resta che attendere due cose: il finale del libro di George RR Martin, e i benedetti spin-off. House of The Dragon, il primo, dovrebbe arrivare già nel 2022: e noi non vediamo l’ora.