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Una delle ultime novità rilasciate in questi ultimi giorni da Netflix nel proprio catalogo, prima della fine del lungo mese di gennaio, è stata la docuserie su Ted Bundy, ovvero Conversantions With a Killer: The Ted Bundy Tapes; una serie evento di quattro episodi sul celebre serial killer della metà degli anni ’70.
La piattaforma streaming ha deciso di produrre e far debuttare questo show per il trentesimo anniversario dalla morte dell’uomo, avvenuta il 24 gennaio del 1989.
Ted Bundy, durante quegli anni di prigionia, divenne famoso non solo sul suolo americano, ma anche nel resto del mondo. Una figura misteriosa ed enigmatica che riuscì purtroppo a far infatuare centinaia di donne, malgrado la confessione di averne uccise almeno trenta fra il 1974 e il 1978.
I quattro episodi mostrano le sessioni di Ted Bundy con i giornalisti d’inchiesta Stephen Michaud e Hugh Aynesworth, coi quali il serial killer parlò apertamente dei vari omicidi e del processo mentale nell’eseguirli. Oltre alle sedute con i due giornalisti, vengono mostrate immagini di archivio e le udienze in tribunale.
Per questo motivo, tramite il proprio account Twitter, la piattaforma streaming Netflix ha deciso di avvisare i propri abbonati: non guardate Conversantions With a Killer: The Ted Bundy Tapes da soli, ma in compagnia di qualcuno.
Don't watch "Conversations with a Killer: The Ted Bundy Tapes" alone. Trust me on this one.
— Netflix (@netflix) January 25, 2019
Effettivamente le opinioni di chi ha guardato in questi giorni la docuserie su Netflix sono abbastanza discordanti fra di loro: alcuni utenti definiscono le puntate disturbanti, tant’è che si sono pentiti di non “aver letto prima il tweet” sopracitato.
Altri, invece, non ritengono le interviste così sconcertanti, ma al contrario, affermando che online c’è molto di peggio.
Sembrerebbe, dunque, che siamo quasi obbligati a guardare gli episodi. Magari in compagnia di qualcuno, così da non correre eventuali rischi.
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