Nel grande mondo delle serie tv tutto si crea, tutto si distrugge e tutto si trasforma. Non ce ne voglia Lavoisier, ma abbiamo volutamente cambiato la sua citazione, perché non si parla di conservazione della massa o di leggi chimiche, ma di puro e semplice intrattenimento. L’universo seriale è in continua evoluzione, in moto perenne. Ci tocca passare dalla chimica alla fisica, da Lavoisier a Planck. Stavolta è il secondo ad essere contraddetto, perché nelle serie tv il moto perpetuo esiste. Ma se la produzione è l’oggetto in movimento, la forza che lo muove non può che essere una piattaforma di streaming. In questo articolo vogliamo parlare della prima arrivata, la vecchia signora del mondo seriale: Netflix.
Il colosso nasce nel 1997 da un’idea considerata a quel tempo folle di Reed Hastings e Mark Randolph: creare un commercio online di DVD e VHS puntando sulla clientela di nicchia, che i grandi colossi come Blockbuster non riuscivano a soddisfare. In poco tempo l’idea esplode, e Netflix invia quotidianamente più di un milione di prodotti ai consumatori. Un successo enorme. Ma cosa sta succedendo adesso? Il colosso californiano si trova in difficoltà? Sta sbagliando qualcosa (a questa domanda diamo una risposta qui)? Come sta rispondendo alla spietata concorrenza di Amazon Prime Video e del neo arrivato Disney+? In questo articolo proveremo a risolvere proprio queste domande. Non abbiamo la sfera magica, ma vogliamo provare a rispondere seguendo uno schema ben preciso. Analizzare ciò che Netflix ha fatto fino ad ora, quello che sta facendo e quello che farà e che dovrebbe fare.
Netflix, la rivoluzione dello streaming!
Si parlava del 1997, ma la svolta avviene 10 anni dopo: nel 2007. Anno in cui i due ideatori affiancano al noleggio una piattaforma di streaming video. Per Netflix è la consacrazione assoluta.
In pochi anni esplode, vengono coniati neologismi per definire alcuni comportamenti degli utenti, per esempio bingewatching, e Netflix diventa un fenomeno virale a tutti gli effetti. Cosa ha portato a un successo così clamoroso? Sicuramente il carattere dirompente di un nuovo modello di business, accompagnato da una sapiente strategia di marketing. Il principale punto di forza della piattaforma è il suo catalogo che, seppur limitato sotto alcuni aspetti, offre allo spettatore un’ampia scelta tra film, serie tv e show per tutti i gusti e tutte le età.
Il successo delle produzioni non è solo frutto di grandi investimenti e fortunate scelte creative. Netflix sa cosa vuole il suo pubblico grazie al complesso algoritmo che regola la piattaforma. In questo modo l’azienda raccoglie ogni giorno dati che restituiscono feedback sulle preferenze del pubblico, orientando così le scelte di produzione. Altro punto di forza di Netflix è la multicultura. Pensiamo a Suburra, La Casa de Papel, Black Mirror e Dark, esplose nel Paese di origine e poi propagatisi in tutte le tv di tutti gli stati. Ma questa è solo una delle tante innovazioni del colosso insieme alle strategie sui prezzi degli abbonamenti, sulla comunicazione social e la strategia pubblicitaria.
Ma ora parliamo del presente.
Cosa sta facendo Netflix ora?
Mentre ai suoi albori l’azienda godeva di una sorta di monopolio dello streaming online, ora le concorrenti si sono fatte avanti numerose. Amazon, la neonata Disney+, Sky e le sue serie, tutte rivali per Netflix, la quale sembra accusare il colpo. In un articolo abbiamo parlato del brusco calo di abbonati che ha subito, ma la verità è che sono conseguenze fisiologiche per un colosso che è anche pioniere della nuova idea di streaming. In questo momento, per combattere la concorrenza, Netflix sta mettendo in atto piani mirati a concludere accordi con altre case di produzione come le italiane Rai e Mediaset, oppure la statunitense Nickelodeon.
Tutti questi accordi arrivano poco prima che il contesto mondiale dei contenuti in streaming, come già detto, cambi tantissimo, visto l’arrivo nel mercato di nuovi e temibili concorrenti. Netflix si troverà quindi a dover competere con tanti nuovi avversari, prima o poi anche in Italia. Gli accordi con Rai e Mediaset possono quindi essere visti come una piccola mossa in preparazione di quel momento, per fare soprattutto tre cose: trovare nuovi alleati produttivi; sviluppare nuove fonti di guadagno; aumentare il più possibile i contenuti prodotti. E quel che vale per l’Italia vale anche per ogni paese in cui è presente la piattaforma.
Sono tutte operazioni che hanno lo scopo di rendere Netflix ancora più forte in quello in cui già è molto forte. Rispetto a tutti i nuovi e pericolosi concorrenti, infatti, ha dalla sua una ormai grande esperienza produttiva, un grande bacino di abbonati e la capacità di presentare ogni mese decine di nuovi contenuti, di ogni tipo e da ogni Paese.
Che mosse dovrebbe mettere in atto? Quali ha già deciso di compiere il colosso streaming?
Diciamo che Netflix è sulla buona strada, ma può ancora fare di più. Come? Concentrandosi soprattutto sulla qualità, a discapito magari della quantità. Un giusto accordo che riesce a soddisfare sia chi cerca serie tv per passatempo, ma anche i bramosi di capolavori.
Insomma, da grandi poteri derivano grandi responsabilità e Netflix è lo Spider-Man nella guerra dello streaming.
Deve solo riuscire a sparare le sue ragnatele sui palazzi giusti per mantenere una presa salda. Noi staremo li a guardare dai grattacieli newyorkesi, col naso attaccato al vetro e con la condensa formata dalla nostra bocca aperta, pronti a stupirci ancora una volta… ancora una volta grazie a Netflix.