2) The Wolf of Wall Street
Anche in questo caso, ci troviamo in presenza di un regista di tutto rispetto, Martin Scorsese, il quale nel 2013 dirige il film pluricandidato agli Oscar The Wolf of Wall Street, tratto dall’omonima autobiografia di Jordan Belfort.
Al centro della pellicola c’è la vita di questo apprendista broker a Wall Street, interpretato magistralmente da Leonardo DiCaprio. Presto però, il suo mentore Mark Hanna lo condurrà alla scoperta di un ambiente lavorativo fatto di sesso e perdizione. Assecondando il suo sogno di accrescere i suoi guadagni e diventare un milionario, Jordan inizia ad occuparsi della vendita di penny-stocks. L’incontro con Donnie Azoff lo spingerà a compiere il passo successivo, aprire la Stratton Oakmont, una sua personale agenzia di investimenti con la quale inaugura un giro di truffe e traffico di sostanze stupefacenti che coinvolge clienti molto facoltosi. I guadagni sono ingentissimi e questa realtà non passa inosservata agli occhi dell’FBI che inizia le proprie indagini a riguardo.
Lo scenario che il regista riesce a costruire è intriso di eccesso, depravazione, sregolatezza e questo è evidente sin dai primi istanti in cui l’immoralità regna e fa da padrona. Al centro della riflessione, ogni forma e genere di dipendenza, dalla droga al piacere carnale fino ad arrivare al motore che muove ogni azione del protagonista: la brama di denaro e la sete di una sconfinata ricchezza. L’interpretazione che ci dà DiCaprio si carica di una potenza comunicativa strabiliante valorizzata dalla regia di un grande maestro come Scorsese, che riesce in questo suo film a rappresentare in ogni sfaccettatura una parabola di vita fatta di effimera gloria e inesorabile decadenza.
