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Su Mediaset Infinity vi aspetta una Serie Tv profondamente diversa dal solito (qui troverete alcune delle migliori presenti sulla piattaforma). Una di quelle storie che non raccontano l’amore romantico, ma quello tossico, manipolatorio, ossessivo. Una vicenda che, fin dalle prime puntate, vi spingerà a riflettere in modo profondo. Stiamo parlando di Innocence, una Serie Tv turca recentemente approdata sulla piattaforma, liberamente ispirata a una storia vera. Le fondamenta del racconto affondano in un terribile fatto di cronaca avvenuto nel marzo del 2009: in quel mese le autorità ritrovarono il corpo senza vita di Münevver Karabulut, una ragazza di appena 17 anni, brutalmente assassinata dal suo fidanzato, Cem Garipoğlu.
Proveniente da una famiglia potente, fu proprio grazie a essa che riuscì a sfuggire alla cattura per oltre sei mesi. I Garipoğlu lo sostennero economicamente, cercarono di ostacolare le indagini e fecero di tutto per proteggerlo. Ma, dopo sei mesi di latitanza, Cem venne ufficialmente arrestato e condannato a 24 anni di carcere per omicidio volontario. Ed è a questa vicenda, in particolare, che Innocence si ispira, trasformando una tragedia sconvolgente in un racconto di denuncia e di speranza. Perché il destino della diciassettenne Münevver e quello di Ela, protagonista di Innocence, sarà molto diverso, ma non lo sarà il dolore. Le ferite saranno le stesse. E bruceranno con la medesima intensità.
Su Mediaset Infinity vi aspetta un thriller psicologico ad alta tensione, ispirato alla tragica storia vera di Münevver Karabulut. Potere, omertà, rinascita e una lotta disperata: Innocence è tutto questo e molto di più

Al centro della storia raccontata in Innocence troviamo infatti Ela, una ragazza di appena 19 anni, innamorata dell’influente capo di suo padre: un trentacinquenne appartenente a una famiglia facoltosa che fin da subito la fa sentire speciale, diversa da tutte le altre. Ma non è così. Non è questa la verità. Ciò che İlker le sta restituendo non è altro che una subdola distorsione della realtà. Al suo fianco c’è già un’altra donna, appartenente allo stesso mondo di privilegi e apparenze, ma questa doppia vita viene tenuta accuratamente nascosta, lontana dagli occhi di Ela.
Purtroppo, però, questo sarà solo l’inizio. La presenza di una fidanzata e di un’amante non rappresenta l’aspetto più inquietante né più tragico di Innocence. E questo lo intuisce fin da subito Bahar, la madre di Ela, che – come ogni mamma – riconosce immediatamente il pericolo negli occhi di İlker. Non si tratta semplicemente della differenza d’età, ma di evidenti campanelli d’allarme che la figlia, manipolata e vittima di una distorsione totale della realtà, non è mai riuscita a cogliere. I timori, però, si trasformano presto in realtà: nel giorno del compleanno di Ela, la ragazza viene ritrovata in fin di vita vittima di una brutale aggressione.
Ela riesce a sopravvivere, ma perde il bambino – gravidanza svelata solo dopo l’attacco – e resta profondamente segnata da quanto accaduto. Non è più la stessa. Ora è diversa, più cupa, con un dolore sulle spalle troppo grande da portare. Dovrebbe pensare al suo futuro, immaginare una direzione da dare alla sua vita. Tutto questo le è però stato strappato, sostituito brutalmente con la condanna di non poter mai dimenticare quella terribile notte. Bahar lo comprende ancor prima che sua figlia riesca a parlare: dietro tutto questo c’è İlker. Da quel momento in poi, ha inizio una guerra tra famiglie.

Da una parte, la ricerca della verità a ogni costo. Dall’altra, la negazione, la corruzione, il tentativo di occultare le prove e di permettere a İlker di apparire a tutti come un innocente. Il processo che vedrà coinvolte le due famiglie avanzerà tra colpi di scena imprevedibili, accuse incrociate e continui tentativi di insabbiare la verità. Ma questa non sarà l’unica parte rilevante della storia. Perché fuori da quell’aula c’è anche altro. Una vita che tenta di ricostruirsi, per esempio.
C’è un’Ela che ogni giorno combatte per riprendere in mano la propria vita. Che prova a ricominciare, cercando di capire come quella relazione l’avesse spezzata ancor prima della brutale aggressione. Innocence, d’altronde, parla esattamente di questo: manipolazione, ossessione, tossicità. Racconta la parte più oscura, più malata dell’animo umano, ma dà anche forma a un racconto di rinascita. Di resistenza. Di coraggio. E di una ragazza che prova a rialzarsi grazie anche alla forza di una madre, la prima ad aver capito cosa stesse davvero accadendo, quando neppure sua figlia ne era consapevole.
Innocence è tratto da una storia vera. Ma forse è più corretto dire che è tratto da tutte le storie vere. Il suo racconto di denuncia e speranza affronta infatti un tema terribilmente attuale, che ogni giorno domina le prime pagine dei giornali, apre i telegiornali, interrompe il silenzio con l’eco di una nuova tragedia. Innocence non resta però in silenzio. Non si piega, non si arrende. Decide di prendere posizione. Di avere una voce. E lo fa raccontando una storia realmente accaduta, ma scegliendo di riscriverne la fine. Perché se il passato non può essere cambiato, il futuro sì.






