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10 motivi per amare Bruno Barbieri

Bruno Barbieri è tra gli chef-star più famosi e amati, non solo dagli amanti della buona cucina ma anche dagli appassionati dei programmi televisivi culinari.

Negli ultimi anni, complici i canali di factual entertainment e i social, l’interesse per la cucina è aumentato esponenzialmente, anche per la generazione del delivery; sarà che siamo italiani, ma pare che non riusciamo proprio fare a meno del cibo ed infatti, non a caso, è questa l’era del #foodporn.

In principio era Vetrine (1952), il primo contenitore tv al femminile che tra libri, consigli su moda e trucco offre anche lezioni di cucina; è con questo programma che si imprime la prima impronta sul pianeta tele-culinario, che pian piano evolve, seguendo anche il cambiamento sociale, fino ad arrivare al fenomeno MasterChef (2011) che collauda un nuovo modello di programmi tv gastronomici, quelli legati allo storytelling, dove ci sono protagonisti, antagonisti, aiutanti e ostacoli da superare per raggiungere l’obiettivo.

Ed è grazie a MasterChef che i più hanno conosciuto e si sono innamorati di Bruno Barbieri, uno dei primi inter pares a mettere la sua arte sotto i riflettori della tv.

I cuochi sono le rockstar del secondo decennio del 2000 e Bruno Barbieri è uno dei più amati, ma perché?

Ecco a voi: 10 motivi per amare Bruno Barbieri.

10. Non invecchia mai

Classe 1962, emiliano con origini lucane, Bruno Barbieri, nonostante il grigio dei capelli ha l’aspetto e lo spirito di un ragazzino.

La genetica e l’aria delle colline bolognesi hanno influito sicuramente sul suo aspetto giovanile; così come il seguire il detto: “scegli il lavoro che ami e non lavorerai neanche un giorno” e un senso dello stile da vero fashion victim; però, lo chef si aiuta anche con uno stile di vita sano e sportivo. Sin da giovanissimo ha giocato a calcio, a buon livello, e la corsa per lui è un lifestyle che lo aiuta, non solo a mantenersi giovane esternamente, ma anche mentalmente, perché è correndo che scarica le tensioni di una giornata passata tra i fornelli.

Bruno, se poi hai altri trucchi dicceli.

9. È sornione

Bruno Barbieri sotto la maschera di una placida e/o bonaria indifferenza, nasconde un’astuzia vigile e sottile. Non gli sfugge niente e questo lo sanno bene gli albergatori che lo hanno come ospite.

Dietro la faccia da buono e le maniere cortesi è lo chef più implacabile nel giudicare gli errori degli aspiranti chef, però, sia che inveisca contro qualche “mappazzone” o che si infastidisca per presentazioni da mensa, lo chef non si arrabbia mai davvero, sul suo volto si intravede sempre, salvo rare eccezioni, un sorrisetto furbo.

Nei suoi programmi più celebri, “4 hotel” e “Masterchef“, non fa mai la parte del cattivo; dimostra semplicemente di essere assennato.

Barbieri piace e arriva al pubblico perché si mostra esclusivamente per quello che è: un serio professionista dotato di umanità e buon senso ed è tanto amato proprio perché è umano, pur rimanendo professionale; di lui viene fuori la persona e non il personaggio.

8. Rispetta la tradizione culinaria, innovando

Non dimentichiamo che Bruno Barbieri, prima di essere giudice, è uno chef famoso per rigore gastronomico e l’attenzione per il dettaglio.

Inizia la sua carriera sulle navi da crociera ma è grazie alla nonna che si appassiona alla cucina, impara le ricette della tradizione e conosce la stagionalità dei prodotti.

È nel ristorante “Il Trigabolo” di Argenta alle porte di Ferrara che scrive nuove pagine della cultura gastronomica italiana, ponendo l’attenzione sulla freschezza e sulla qualità degli ingredienti, sulle rapide cotture e sull’armonia di colore e sapore.

I piatti di Bruno Barbieri hanno colori e sapori nuovi, ricchi di erbe aromatiche, di abbinamenti sapienti, proponendo sempre ingredienti di primissima qualità che tengono conto del variare delle stagioni. «La mia cucina rispecchia il mio io, la mia vita il mio modo di pormi agli altri, ricordando che sono in Italia, quindi in una terra con radici gastronomiche profonde, a cui guardo con un occhio al presente e uno al futuro. Perché non posso fare come faceva mia nonna, che cucinava un ragù per 5 ore. Quindi cotture brevi. Grandi materie prime il meno manipolate possibile» Così Bruno Barbieri descrive in sintesi com’è la sua cucina.

7. È libero dalle etichette

Bruno Barbieri è un uomo contemporaneo, cura il corpo e il look, non ha atteggiamenti né da macho né da piacione e non ha paura di essere sè stesso.

Cresciuto in una famiglia matriarcale, è ben lontano dallo stereotipo del maschio alpha.

Non è sposato e non ha figli e ammette tranquillamente di aver scelto la carriera rispetto alla famiglia e che per lui l’amore è come la cucina: gli piacciono i sapori forti e la sperimentazione.

Sebbene sia molto riservato, non si tira mai indietro se gli vengono fatte domande esplicite sulla sua sessualità.

Noi lo amiamo perchè è libero di essere chi vuole senza doversi appiccicare delle etichette.

6. Ci ha fatto conoscere il Topper

Signori, quanto è bello dormire? Quanto è meravigliosa la sensazione di buttarsi sul materasso e sentirsi avvolti da un confortevole abbraccio? Se quando vi sdraiate sul vostro letto ed avete questa impressione, è probabile che abbiate visto “4 Hotel” e abbiate scoperto il topper.

Per quei pochi che non lo sanno ancora, il topper è un sottile materassino imbottito. Spesso chiamato anche “trapuntino”, ha un’altezza che varia dai 3 ai 4 cm, e va posizionato sopra al materasso per accrescere, portare all’eccellenza e personalizzare al massimo il comfort di riposo offerto dal tuo letto.

Bruno Barbieri nelle sue ispezioni a “4 Hotel“, cerca sempre il topper perché esso ha il potere di aumentare l’accoglienza e la morbidezza offerte dal materasso: da chef ad influencer, il passo è breve perchè noi bimbe di Bruno l’abbiamo già messo in wishlist e siamo anche super cattive se andiamo in un albergo e non lo troviamo!

5. È “ossessionato” dal sale

I meme più belli su Bruno Barbieri sono quelli legati al giudizio dei concorrenti che non sanno utilizzare bene il sale, che, come dice lo chef è un insaporitore che tira fuori le parti acide di ciò che cuciniamo e che per questo va dosato bene, senza tralasciare che in grosse quantità fa male e che lui, che è uno che ci tiene alla salute, ha imparato ad usarlo sapientemente.

Uno dei motivi per cui si arrabbia di più con i concorrenti di “Masterchef” è proprio quando preparano qualcosa di “sciapo” (senza sale) o tendente alla salamoia.

Bruno Barbieri è un cultore del sale, ne conosce tutte le tipologie e gli usi e sa persino preparare l’acqua di mare!

4. È la memoria storica di MasterChef

Come dicevamo nell’introduzione, “MasterChef” è un programma televisivo che ha cambiato il modo in cui la tv racconta la cucina e sin da subito è diventato un cult per tutti gli appassionati di cooking show, ma non solo, perché il programma, grazie alla sua formula “a mo’ di talent“, al montaggio serrato e alla bravura dei giudici, si lascia guardare, anche da quelli che a mala pena sanno far bollire l’acqua per la pasta.

Trasmesso dal 2011 è arrivato ormai alla sua decima edizione e Bruno Barbieri è il giudice che non ha mai abbandonato il programma.

Nella veste di veterano, dimostra di conoscere benissimo le dinamiche del gioco e anche quelle televisive e anno dopo anno ci regala momenti divertentissimi. Ovviamente Barbieri è un Signor chef quindi è anche bravissimo nell’insegnare dalla cosa più banale a quella più ricercata, non ergendosi mai a maestro ma trasmettendo nozioni con una grande passione.

3. Ha sdoganato il Mappazzone

Scomodiamo la Treccani e definiamo il “Mappazzone“: regionalismo emiliano che indica un piatto troppo pieno di ingredienti, privo di grazia, poco piacevole alla vista e spesso anche difficile da digerire.

In dieci edizioni di “Masterchef” il nostro amato Bruno Barbieri ha liberato la parola dai confini emiliani e l’ha resa d’uso comune in tutto lo Stivale e finalmente anche noi riusciamo a dare un nome a quel piatto che proprio non ci convince, come il pollo che ha avuto l’incidente in autostrada e le fettuccine squagliate.

Il Mappazzone è un piatto che non ha anima, ma che è semplicemente l’insieme caotico di ingredienti mischiati alla meglio; ricordiamoci però che non c’è Mappazone senza espressione di sdegno.

2. Il suo stile

Bruno Barbieri ha stile, da vendere. Figlio di una sarta, Barbieri, sa persino cucire. Senza dubbio è il più stiloso tra gli chef e negli anni ha fatto sfoggio di outfit degni de La Tata.

Stile da dandy: giacche, panciotti, stringate, camicia, pantalone o jeans, osa con colori e fantasie, portando tutto con enorme personalità, perché lo stile non è solo dato da cosa si indossa ma da come la si indossa, da come ci si muove, da come si parla.

Lo chef ama indossare cose speciali, con delle storie dentro, da cui emerge l’anima di chi le ha create e con cui esprime la sua. Indossa esperienze.

E noi, quanto abbiamo da imparare da Barbieri?

1. Ha 7 stelle Michelin

Non dimentichiamoci della cosa più importante Bruno Barbieri è uno degli chef più bravi in assoluto.

Ha fama internazionale ed è un vero e proprio Recordman.

Durante la sua carriera è stato insignito di 7 stelle Michelin, rimanendo per molti anni lo chef italiano ad aver ottenuto tale riconoscimento il maggior numero di volte, record poi superato da Enrico Bartolini.

 Il fatto ancora più curioso, però, è che le ha ottenute senza avere mai avuto, almeno fino a poco tempo fa, il suo ristorante di proprietà: per questo motivo le ha avute, per così dire, da “dipendente” e non da proprietario della cucina.

E’ infatti soltanto pochi anni fa che il cuoco, ha aperto il suo ristorante, il Fourghetti di Bologna, dove è possibile andare ad assaggiare tutti i suoi piatti migliori a prezzi accessibili.

Del suo stile in cucina ne abbiamo parlato al punto 8, qui l’unica cosa che possiamo dire è: “chapeau!”

Come si fa a non amarlo?

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