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Tony Soprano e Don Draper sono personaggi simili, e forse non ve ne eravate accorti

Nel 2006 I Soprano volgevano al termine; le varie emittenti americane facevano a gara per lanciare il prodotto che avrebbe rimpiazzato il capolavoro HBO nell’immaginario collettivo (abbiamo parlato dell’influenza de I Soprano qui). Nello stesso periodo l’AMC cominciò a produrre Mad Men con l’idea di lanciare proprio quel tipo di Serie. Non sapevano neanche lontanamente quanto avrebbero avuto ragione. Matthew Weiner, il creatore, si è fatto le ossa lavorando nel team di sceneggiatori di David Chase. È per questo motivo che possiamo asserire che Mad Men sia nata da una costola de I Soprano. È per questa ragione che possiamo considerare Don Draper il risvolto della medaglia di Tony Soprano.

Due personaggi iconici, straordinariamente complessi, resi immortali da James Gandolfini e Jon Hamm, i quali a loro volta verranno identificati per sempre in quei ruoli.

A un primo sguardo, Tony e Don sono quanto di più antitetico possa esistere al mondo. D’altra parte potrebbe essere altrimenti dovendo confrontare un criminale e un pubblicitario? Per di più, Tony Soprano è rozzo, volgare, panciuto e con pochi capelli. Al contrario Don Draper è bello, affascinante nel look e nel modo di parlare.

Il primo incarna l’italo-americano sempliciotto, il secondo sembra la controfigura di Cary Grant e sprizza welfare society da tutti i pori. Tony vorrebbe emulare il modello di uomo tutto d’un pezzo che ha sempre la situazione in pugno ma, tra un respiro affannoso e una parlata biascicata, riesce goffamente a ottenere quello che Don, con la sua aria misteriosa e l’ars oratoria, raggiunge naturalmente: in altre parole Tony Soprano ambisce a essere Don Draper.

Un furioso Tony Soprano

Questa volontà emerge in maniera chiara paragonando le rispettive debolezze. Tony è affetto da ansia e depressione, motivi per i quali è costretto a recarsi in terapia. Dai colloqui con la Melfi traspare l’impossibilità di poter scegliere una vita e una carriera alternative a quella del gangster. Don, il cui punto debole è rappresentato da un passato ambiguo, ha invece colto l’opportunità di cambiare identità: il destino ha fatto sì che Dick Whitman diventasse Don Draper. Entrambi sono dunque tormentati dal proprio passato e condividono la visione fioca di un futuro oscuro e incerto.

Tony e Don sono, sostanzialmente, degli egoisti, ossessionati dal controllo. Sono due uomini che incorrono ciclicamente negli stessi errori.

Non hanno imparato nulla dai loro matrimoni falliti, ricascando nella medesima situazione: Tony torna con Carmela, Don sposa Megan. Sono probabilmente razzisti: il primo per preservare le proprie origini italo-americane, il secondo non crede esistano persone di colore alla sua altezza (nel celebre incontro di boxe, tifava Liston in quanto “buon negro”, probabilmente spaventato dall’idea di cambiamento incarnata da Mohammed Ali). Tutti e due hanno avuto a che fare con subordinati omosessuali (Vito Spatafore e Sal Romano) lasciandoli in balia del proprio destino.

Da questa prospettiva ecco che i due uomini cominciano a mostrare una struttura psicologica affine, caratterizzata da numerosi flashback e visioni oniriche. D’altra parte, Weiner ha arricchito il suo personaggio di numerose sfumature simboliche che, più o meno casualmente, rimandano a Tony Soprano. Ma, come dicevamo, è indagando nel loro passato che si può trovare la chiave per entrare nella loro psiche.

tony infedele

Un’infanzia caratterizzata dal controverso rapporto con le rispettive madri, che si è tramutato in una visione materialistica della donna. Livia, madre autoritaria e priva di sentimenti nei confronti dei figli è probabilmente la principale causa dei disturbi ansiogeni di Tony Soprano; Don è figlio di una prostituta ed è cresciuto in un bordello.

Entrambi hanno sopperito alla mancanza della figura femminile per eccellenza con l’infedeltà cronica.

Carmela Soprano e Betty Draper, ai loro occhi, non dovrebbero ricoprire altre funzioni al di fuori di quelle domestiche. La loro seccatura, non appena le due mogli mostrano qualsiasi spirito d’iniziativa, ne è testimonianza. Per contro, sia Tony che Don portano avanti relazioni con diverse amanti. A sottolineare questa analogia vi è anche un interessante riferimento simbolico: entrambi sono vittime di un incidente d’auto, curiosamente sempre una Cadillac, mentre si trovavano con donne con cui non sarebbero dovuti stare (Soprano con Adriana e Draper con Bobbie Barrett).

don infedele

Anche il rapporto con i figli segue un iter tutto sommato comune. All’inizio, malgrado i numerosi difetti che li contraddistinguono, i due vengono mostrati come padri presenti e partecipi. Col passare delle stagioni emerge la pessima influenza che esercitano su di loro. Rappresentative, in tal senso, sono le figure di Antony Jr. e Sally, i quali li vedono ancora come modelli da emulare, riproducendone in piccolo i difetti. Quando Tony si separa con Carmela e Don divorzia da Betty è con i rispettivi padri che vorrebbero andare a vivere. Soltanto nella parte conclusiva delle Serie riusciranno veramente a prenderne le distanze e ad imboccare un proprio percorso.

Tony e Don hanno anche avuto due figli putativi: Christopher e Peggy, idealmente, rappresenterebbero le due figure incaricate di raccogliere l’eredità di Soprano e Draper.

Eppure questi ultimi non si comportano propriamente da mentore, nei loro confronti, nel timore di non poterli più gestire. Ed è palese l’insofferenza dei due “boss” nel momento in cui questo accade.

Chris, per quanto dipendente delle droghe, riesce a scalare i vertici della Famiglia e vede realizzato il suo sogno di diventare sceneggiatore. Peggy diventa un elemento sempre più prezioso per l’agenzia, mantenendola in piedi nelle fasi di blocco creativo da parte di Don. Il ribaltamento dei ruoli nel primo caso sfocerà nella morte di Chris, ad opera proprio di Tony; nel secondo caso Don imparerà a riconoscere l’importanza che Peggy riveste nella sua vita, tanto che sarà proprio una telefonata tra i due (meravigliosa scena del series finale) a innescare nell’uomo la voglia di cambiamento.

don draper specchio

Dietro quest’ultima frase si cela la fondamentale differenza tra i due personaggi. Non l’aspetto fisico, non la carriera. La voglia di cambiamento da parte di Don. Nella fase di declino delle loro vite (guarda caso sottolineata da una scazzottata in cui hanno avuto la peggio, inaspettatamente) ambedue si ritrovano a guardarsi allo specchio (ancora? Ma quante metafore li accomunano?).

Tony Soprano ci vede un boss volubile ed è quello che continuerà ad essere; Don Draper invece vi ritrova l’intenzione di redimersi.

tony soprano specchio

Entrambi hanno paura della morte (condizione evidenziata a più riprese) ma riusciranno a scamparvi, almeno nella Serie. L’ultima immagine che ci rimane dell’uno e dell’altro è un primo piano, che però questa volta sta a sottolineare tutt’altro che una analogia. Non sappiamo cosa accadrà a Tony ma lo schermo nero che segue il suo faccione non fa presagire nulla di buono. Il volto di Don, al contrario, è segnato da un sorriso sereno: ha finalmente trovato la pace interiore. D’altra parte, come biasimarlo? Ha appena immaginato lo spot televisivo più famoso di tutti i tempi.

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