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Love Life: l’importante è il viaggio, non la destinazione

Attenzione: L’articolo può contenere spoiler su Love Life.

Che cosa è il lieto fine? Il tanto agognato happy ending ci viene propinato all’interno di qualsivoglia racconto sin dall’infanzia. Una ricerca continua della felicità come punto di arrivo ultimo per poter dire di aver raggiunto, nella vita, qualcosa di anche vagamente simile alla serenità. Un senso di realizzazione idealizzato, romanticizzato, e a cui è obbligatorio ambire come manifestazione massima del compimento di ciascuno. Per di più, solitamente, il lieto fine fiabesco è dipinto al fianco di un partner, un’anima gemella per la vita. Eppure, soprattutto in un contesto contemporaneo in cui il concetto astratto di realizzazione e felicità è sempre più lontano dalle aspettative più comuni, l’happy ending sembra ormai una leggenda metropolitana con cui rassicurare gli infanti e tormentare gli adulti. A tal proposito, è disponibile da alcuni mesi, su Netflix Italia, la serie tv originale HBO Max Love Life, che propone un’interessante decostruzione dell’obiettivo conclusivo del per sempre felici e contenti.

Love Life è una serie tv antologica stagionale composta da due stagioni che esplorano la realtà quotidiana dei due diversi protagonisti, uno per ciascun capitolo.

Con la nostalgica e frenetica ambientazione newyorkese, Love Life è una commedia romantica e formativa che segue il tormentato percorso del protagonista di stagione, prima Darby (Anna Kenfrick), poi Marcus (William Jackson Harper). La serie tv narra tutte le storie d’amore che Darby e Marcus hanno attraversato, brevi o durature che siano, fallimentari o meno, nel corso della loro esistenza. Dalle prime cotte scolastiche sino alle grandi delusioni sentimentali, il loro viaggio personale passa proprio per l’incontro con gli altri. Ogni interazione è fondamentale per determinare l’io del protagonista. Nel travaglio quotidiano della ricerca della propria identità e dell’anima gemella con cui passare beatamente il resto della propria esistenza, Darby e Marcus trovano il proprio posto nel mondo.

Le relazioni sentimentali e amicali sono complesse e differenti per ciascuno. Proprio attraverso il rapporto con gli altri, Darby e Marcus sperimentano, si comprendono, commettono errori. Toccando il fondo e spingendosi a essere persone migliori, i protagonisti di Love Life esplicano al meglio il vero messaggio della serie tv. Non si tratta semplicemente di una commedia sentimentale che narra le tragicomiche relazioni dei personaggi, nel romanticizzato sfondo della Grande Mela statunitense. Lo show, nel finale della prima stagione, dischiude la sua essenza: l’importante è il viaggio, non la destinazione. Il punto focale di Love Life è proprio il percorso quotidiano che conduce i protagonisti a uno stato nuovo di pace con sè stessi, a un senso di affermazione personale soddisfacente e a un amore da vivere, non necessariamente perfetto in senso fiabesco, ma in grado di completare l’individualità dei due travagliati millennial protagonisti.

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Love Life (640×422)

La prima stagione pone al centro Darby e la sua caotica ricerca dell’anima gemella. Attraverso le instabili relazioni vissute nel corso del tempo, ognuna raccontata in un differente episodio, riesce comunque a trarre, più o meno consciamente, qualcosa. Tra buchi nell’acqua e rapporti senza capo ne coda, la protagonista si districa in una quotidianità difficoltosa, a cui si sommano le ardue dinamiche lavorative e le irrisolte questioni del passato familiare. Indipendentemente dal dolore, dal tempo trascorso assieme e dalle negative o positive conseguenze derivanti da qualsiasi relazione, Love Life esplora i rapporti umani, tenendo ben salda la necessità di cogliere il meglio da ogni momento e viverlo a pieno.

Tutto ciò che Darby ha vissuto l’ha condotta a essere chi è nel presente, con i lati più positivi e negativi della sua realtà: Love Life non è la ricerca dell’amore, ma la ricerca di noi stessi attraverso il contatto con gli altri. Tutto il resto diviene contorno, strumento per la formazione personale.

Ogni contatto, ogni intreccio sentimentale, ha influenzato la vita di Darby, così come quella di Marcus, protagonista della seconda stagione della serie tv. Nonostante il passaggio di testimone, Love Life continua con il suo fluido scorrere tra le vite quotidiane dei millennial newyorkesi, che tanto sono ormai i tormentati caratteri principali di svariate commedie romantiche. Contrariamente alla protagonista della prima stagione, il racconto di Marcus Watkins ha un principio differente (e meriterebbe un’analisi diversa), ma il senso ultimo di Love Life rimane comunque il medesimo. L’apparentemente soddisfacente vita del protagonista subisce un’inattesa scossa dopo l’incontro con Mia Hines. La complicità tra i due rompe l’ordinario equilibrio coniugale di Marcus, rigettandolo nella vita da single e nel mondo degli appuntamenti. Di nuovo, un turbinio di frequentazioni e un contesto socio-politico teso che non danno pace al quieto vivere del personaggio, tormentato, tra l’altro, anche dal discontinuo contatto con l’irraggiungibile Mia. Anche nella seconda stagione, la serie tv esplora un cammino formativo, illustrando ancora di più quanto Love Life, in realtà, non parli affatto d’amore.

L’amore non è mai stato l’oggetto principale di Love Life, quanto il mezzo. Non il fine.

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Love Life (640×416)

Love Life esplora le conseguenze dell’amore, tutto quel che accade nella vita ordinaria dei suoi comuni protagonisti terreni a causa del sentimento che sembra spingere la vita umana. Il viaggio dell’eroe di Marcus, e Darby soprattutto, ci illustra gli alti e i bassi della quotidianità, dell’esistenza di qualsivoglia individuo in una realtà in cui la fiaba lascia il posto alla banale verità. L’amore è ingovernabile, assume varie forme, può avere differenti traiettorie e si manifesta spesso inaspettatamente. Il percorso intrapreso ha la direzione principale della maturazione del sè, un sè pronto ad accogliere altri nella propria vita, capaci di sommarsi e non esser volti a colmare l’esistenza individuale. Love Life è una serie tv che riesce a dare splendida forma al travaglio quotidiano, alle ambizioni e alle aspettative che ci imponiamo. In un contesto incontrollabile e in cui siamo spesso in balia di un loop di tentativi e delusioni costanti, l’essere umano può sempre ricucire i pezzi e trarne un insegnamento più grande. Piuttosto che la ricerca di un amore eterno, a cui aspirare, che muove da decenni gli individui, Love Life pone al centro un equilibrio differente, fatto di sentimenti e di incastri. Nonostante la presenza di una voce narrante fuori campo che tanto rimanda a un racconto fiabesco, la storia di Darby e Marcus è fuori dal mondo della narrativa incantata. I piccoli momenti quotidiani che frastagliano la realtà alla giornata del racconto dipingono una storia che sa di reale. Love Life è delicata, spregiudicata nella semplicità con cui rappresenta la vita ordinaria di persone normali, con storie che tanto ci somigliano. Si tratta di un happy ending terreno, non idealizzato, lontano delle romanticizzazioni più comuni dei media.

Perchè dovreste guardare Love Life