7) Volo di sola andata per Parigi

Il finale della serie ambientato a Parigi, gioca come un grande epilogo. Conrad raggiunge Belly a sorpresa, trascorrono 24 ore cariche di memorie, c’è una travolgente intimità fisica ma anche la paura che quanto accade sia dettato dalla nostalgia. Dunque, Belly all’inizio si frena, poi decide di seguire il cuore e corre alla stazione per riconciliarsi. Il momento della corsa è il payoff emotivo. Questo momento conclusivo, difatti, bilancia romanticismo e maturità. Belly, per la prima volta, non si lancia impulsivamente, in quanto prima prende spazio e solo dopo sceglie.
Il tutto, arrivati a questo punto, non risuona più come una fuga ma una conquista: finalmente ha scelto dopo essersi messa alla prova. La regia alterna sequenze larghe e strette, mettendo in scena la tensione tra mondo interno e mondo esterno. La colonna sonora accompagna gli attimi non per manipolare, ma per tessere una patina emotiva che fa da collante tra ricordo e presente. Inoltre, l’uso di brani riconoscibili in punti chiave, aumenta l’effetto di nostalgia e di celebrazione della riconciliazione. Ovviamente, anche la resa attoriale nei momenti di confessione, tenerezza e infine corsa è convincente.
Infine, la sequenza in stazione è il classico momento romanzesco, qui giustificato dalla crescita dei personaggi. La corsa stavolta, non è elusione di responsabilità, ma riaffermazione del diritto a essere felici. E così, chiude il lungo arco di L’Estate Nei Tuoi Occhi fatto di timidi sguardi, baci innocenti, bugie inevitabili, dissonanti silenzi, dolore ancestrale e candido perdono. Ciò detto, lo spettatore sente che non è un premio al sentimentalismo, ma il risultato di uno scontro interiore vinto.






