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Cosa non ha funzionato nella prima stagione di La Casa de Papel

La Casa di Carta

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Premettiamo subito una cosa: si possono dire molte cose su La casa di carta, ma di sicuro bisogna ammettere che è un fenomeno di costume. Una Serie Tv non americana che fa successo più delle Serie Tv americane. Il colpo della vita non solo per motivi di trama, ma nel panorama dell’offerta delle Serie Tv mondiale. Non si può negare che se il successo è talmente grande di certo dei meriti li ha. Anzi ne ha molti, perché è una delle poche storie che riescono a tenerti incollato allo schermo del pc fino all’ultimo minuto dell’ultimo episodio. Non ci si annoia mai, neppure nelle scene più sentimentali in stile Raiuno. Ma ha anche dei difetti e, in realtà, non fa proprio niente per nasconderli. La maggior parte delle volte questi difetti sono riconducibili a un unico aspetto.

1) Difetto di base

In una Serie Tv non avviene nulla che non sia UTILE ai fini della trama. Tutto ciò che è inutile viene eliminato per una questione di economia narrativa e di coerenza interna della storia. Detto in termini molto grezzi: non si può far succedere qualcosa solo perché “è fico”. Vietato, sbagliato, poco professionale e il pubblico ha la sensazione che vuoi solo fare tanto rumore ma che alla fine questo rumore è per nulla. Bene, La Casa di carta se ne frega. Succedono moltissime cose che non hanno veramente senso ai fini della storia. O, ancora peggio, cose veramente poco credibili, per non dire fantascientifiche.

Nella prima stagione poi sono abbastanza mascherate, ma nella seconda si raggiungerà l’assurdo con “quella scena” di Tokyo in moto. Chi l’ha vista sa di cosa si parla. Inoltre questo difetto che si riassume nel “facciamo accadere ciò che ci pare basta che sia fico” si esprime anche in diverse scelte riguardanti i temi della storia, il tono e anche, onestamente, l’utilizzo di “O bella ciao”. Andiamo nello specifico.

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