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Invincible 2 è una stagione di transizione, ma d’altissimo livello – La Recensione della seconda parte, ora su Prime Video

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Invincible 2, la serie animata di Amazon Prime Video creata da Robert Kirkman!!

Ci sono serie tv animate che il pubblico italiano dovrebbe smettere di snobbare. Invincible è decisamente una di queste. Apparsa per la prima volta nel 2021 su Amazon Prime Video, la serie tratta dal fumetto di Robert Kirkman, è giunta alla sua seconda stagione. Otto episodi divisi in due spezzoni, andati in onda a distanza di mesi l’uno dall’altro. Amazon Prime ha scelto la distribuzione settimanale, come per The Boys ed altre perle del catalogo. Col risultato che la narrazione ha finito per spezzettarsi e allungarsi notevolmente considerando il ridotto numero di episodi. Le ragioni di una simile scelta le giustifica in parte lo stesso autore all’interno della serie. C’è una scena, in Invincible 2, in cui Mark è a colloquio con il creatore del suo fumetto preferito.

Nel breve dialogo, inserito all’interno del settimo episodio per rivolgersi direttamente al pubblico, Kirkman spiega perché la realizzazione di una serie animata d’azione sia tanto complessa e richieda tanto tempo. Non solo: l’autore ci rivela alcuni trucchetti e diversivi utilizzati in fase di lavorazione per accorciare i tempi e soprassedere ad alcune scelte stilistiche. Ma al di là del messaggio che lancia direttamente ai suoi fan, Invincible 2 è una serie che è valsa la pena aspettare. La seconda stagione conferma le buone sensazioni della prima e prova ad andare oltre, unendo in maniera impeccabile la componente introspettiva con l’azione vera e propria.

Invincible 2 (640x360)
Mark Greyson, Invincible 2 (640×360)

La seconda parte di Invincible 2 riporta Mark Greyson (Steven Yeun) sulla Terra.

Nel finale del mid-season lo avevamo visto combattere al fianco del padre, nello spazio, per la salvezza del pianeta Thraxa. Solo che lo scontro non era andato a buon fine. Omni-Man era stato tratto in arresto da un plotone di viltrumiti intenzionati a giustiziarlo, mentre a Mark era stato concesso di fare ritorno sulla Terra a patto che la preparasse alla conquista da parte di Viltrum. Un finale intenso, carico di risvolti, che preannunciava altre quattro puntate ad alto impatto emotivo.

Tornato a casa, Mark è costretto a conciliare la sua natura di supereroe con grandi responsabilità con l’essere un ragazzo appena approdato al college, con una fidanzata a cui dedicare tempo e un futuro ordinario da costruirsi un passo alla volta. E, come se non bastasse, a caricarlo di ulteriori responsabilità ci ha pensato la nuova compagna di suo padre, che gli ha affidato il piccolo Oliver, il suo fratellastro violaceo. I rapporti personali di Mark Greyson sono costantemente intaccati dal suo senso del dovere, che lo porta ogni volta a partire per una nuova missione e a fronteggiare le diverse minacce che incombono sul pianeta.

La prima stagione della serie ci aveva mostrato come l’intenzione degli autori fosse quella di collocarsi al di là degli stereotipi sui supereroi e di abbracciare l’antiretorica sui superpoteri.

Invincible 2 (640x360)
Invincible e Omni-Man

Il personaggio di Omni-Man, in particolare, era funzionale a un racconto destrutturante sulla figura dell’eroe. Come in The Boys e in altri prodotti simili, anche in Invincible non ci troviamo davanti all’archetipo classico di supereroe. Al contrario, i personaggi dotati di poteri straordinari sono spesso frustrati, problematici, complessi, se non addirittura spregevoli e totalmente privi di empatia. Invincible 2 segue le orme della prima stagione, ma effettua anche un cambio di direzione rispetto alla strada intrapresa nella prima stagione. Perché se Omni-Man rappresenta l’antieroe per eccellenza, Mark Greyson vuole invece essere un supereroe virtuoso e vecchio stampo, pronto a soccorrere gli indifesi e ad essere modello di ispirazione per gli umani.

Il suo cruccio è solo uno, che è poi l’assillo di ogni personaggio che deve fare i conti con una figura paterna ingombrante: riuscirò a non essere come mio padre?

È nel tratteggiare la psicologia dilaniata del suo protagonista che Invincible 2 mostra il meglio di sé. Mark è un ragazzo che ha visto sbriciolarsi davanti agli occhi la figura paterna. Un padre che amava e idolatrava al di sopra di ogni cosa si è rivelato un assassino spregevole capace di mettere in pericolo la Terra, i suoi abitanti e i suoi stessi famigliari. Scampato per un pelo ai suoi colpi mortali, Invincible ha dovuto trovare la forza per superare la delusione e rimediare agli errori del padre. Il mondo si affida a lui per la propria conservazione. Ma sarà in grado di non rovinare tutto e non deludere le aspettative?

Invincible 2 (640x360)
Mark Greyson e Atom Eve, Invincible 2 (640×360)

Il dubbio di non essere all’altezza, di rivelarsi un fallimento per se stesso e per gli altri, è il tormento di Mark. Il fantasma di suo padre aleggia come un monito funesto sulla sua testa, pronto a dare un fondamento a tutti i suoi dubbi. Non sei come tuo padre, continuano a ripetergli le persone che lo circondano. Ma sarà davvero così? Il primo a non crederci fino in fondo è proprio lui (che nel suo Caro diario, sono Mark dà un assaggio della sua personalità). La seconda Parte di Invincible 2 mette ancor di più alla prova il protagonista dello show. Lo fa complicando le sue relazioni personali, con i piccoli intoppi della vita da supereroe. E lo fa ponendolo dinanzi a dei dilemmi morali dai quali uscire limpidi e non compromessi è complicato.

Lo scontro finale con Angstrom Levy rappresenta l’apice di questo sforzo.

Minacciato nei sui affetti più cari, messo sotto pressione e costretto a vagare tra un universo e l’altro, Mark deve reagire con violenza al pericolo e liberarsi del suo avversario. Il modo in cui sceglie di farlo però, lo costringerà a fare per sempre i conti con se stesso e la sua natura. L’uccisione di Angstrom Levy in un corpo a corpo violentissimo e pieno di sangue, condanna Mark alla sua paura peggiore: quella di essere come suo padre. I dilemmi del protagonista vengono resi in maniera magistrale nell’ultimo episodio di Invincible 2. Che poi è Invincible fino a prova contraria. La corsa in solitaria di Mark, la frustrazione pronta ad esplodere, lo sconforto nello sguardo, la stanchezza che gli si disegna sul volto, raccontano di un personaggio pieno di paure e fondamentalmente solo.

La solitudine, d’altronde, è il grande tormento dei supereroi.

Mark Greyson in Invincible 2 (640×360)

Invincible 2 non è dunque solo un’opera destrutturante. Al contrario, lo show tenta di recuperare la vecchia idea dell’eroe classico, affidando il compito a un ragazzo dalla psicologia tormentata. Un adolescente deluso dagli adulti, disilluso, tradito, eppure ancora intenzionato a migliorarsi e capace di sperare. Il grande focus della serie è sul suo protagonista, ma anche gli altri archi narrativi vanno avanti. I Guardiani del Globo continuano a proteggere la Terra dalle minacce esterne e ciascun personaggio fa un passo in avanti nel suo percorso di evoluzione. Invincible 2 è però solo una stagione di transizione, come dimostra il season finale. Gli episodi di questa seconda Parte rappresentano il collante per quello che verrà dopo. Ragion per cui, tutti i filoni narrativi restano sospesi. Nessuno trova una soluzione compiuta, l’intreccio è destinato a sbrogliarsi nella prossima stagione.

Tanta attesa per nulla, verrebbe da dire. Tra l’inizio e la fine della seconda stagione sono trascorsi cinque mesi. Un po’ troppi per otto episodi che rimandano all’uscita della terza stagione. Ragioni tecniche hanno richiesto un rilascio diluito nel tempo e questa segmentazione del prodotto potrebbe essere la pecca maggiore di Invincible 2. Ma poi lo show è così ben strutturato che l’attesa sembra tutto sommato ripagata. Kirkman si rivolge più di una volta ai fan, attraverso dialoghi metatelevisivi e svariate citazioni. Tutti abbiamo notato la presenza di Agent Spider che sfida Prof Ock e colto il collegamento con Spiderman (a maggior ragione se poi è Josh Keaton a dargli la voce). Ma gli easter egg non finiscono qui: ci sono gli zombie che rimandano a The Walking Dead, altra opera di Kirkman, e c’è un eroe vestito da pipistrello che Mark prende in giro per il nome banale.

Invincible non vuole essere dunque la solita opera sui supereroi (e vi riesce benissimo). Ma, allo stesso tempo, strizza costantemente l’occhio alla tradizione che ha dato il via a quel tipo di cultura, riesumando dalle macerie della nuova sensibilità la figura tradizionale dell’eroe buono che, seppur tormentato e pieno di macchie, ha come fine ultimo il bene collettivo e la sopravvivenza di tutti.

Vedremo quale direzione prenderà la serie nella terza stagione, già in fase di progettazione.