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La seconda stagione di House of the Dragon sta già evitando il più grande errore della prima

Attenzione l’articolo contiene spoiler sulla prima stagione di House of the Dragon e sul libro di George R. R. Martin, Fire & Blood.

La seconda stagione di House of the Dragon dovrebbe riuscire a evitare uno dei maggiori problemi che hanno caratterizzato la prima stagione: i numerosi salti temporali che hanno spesso confuso gli spettatori meno attenti. I salti temporali del capitolo pilota di House of the Dragon erano narrativamente necessari per raccontare i colpi di scena, le liti e le dinamiche familiari, non ultimo il rapporto eufemisticamente definibile come burrascoso tra Rhaenyra e Alicent: dall’amicizia infantile alla guerra civile. Una parte del pubblico, sebbene non così numerosa, ha criticato questi spostamenti temporali repentini, in alcuni casi troppo alienanti, creando difficoltà nel seguire sia la maturazione dei personaggi, sia capire esattamente quali sono le interazioni tra loro nell’arco di pochi anni, sia interpretare le loro motivazioni e l’evoluzione della loro personalità.

Detto questo, i salti temporali di House of the Dragon, sebbene secondo alcuni confusionari, non hanno intaccato il peso specifico del sequel di Game of Thrones, come evidenziato vittoria del Golden Globe come miglior dramma televisivo, insieme a quello ricevuto da Emma D’Arcy per la miglior attrice per il ruolo di Rhaenyra Targaryen. Per molti versi, la confusione causata dai salti temporali è stata un sacrificio necessario per rendere giustizia al libro di George R.R. Martin su cui si basa la serie, Fire & Blood. Un romanzo quasi storico che descrive più di cento secoli di regno di Casa Targaryen. Tuttavia, molti lettori saranno senza dubbio sollevati nel sapere che la seconda stagione di House of the Dragon ha pianificato una sequenza temporale molto più lineare.

Anche se criticati, i salti temporali di House Of The Dragon erano necessari

I salti temporali di House of the Dragon sono serviti sia a preparare la tavola per i fenomenali tre episodi finali della stagione 1, sia a prepararci alla guerra civile della Danza dei Draghi che inizierà con la stagione 2 di HOTD. I salti temporali erano chiaramente un rischio, dato che il pubblico probabilmente desiderava calarsi il prima possibile nelle controverse e ingarbugliate trame familiari di Game of Thrones. Ma alla fine, come dimostra la vittoria del Golden Globe di House of the Dragon, tutto è stato ripagato. I balzi avanti nel tempo e la repentina evoluzione di alcuni personaggi avrebbero potuto creare confusione, ma i momenti principali dello spettacolo probabilmente non sarebbero stati così drammaticamente soddisfacenti senza tali scelte.

La disperata richiesta di Alicent, “occhio per occhio” , dopo la lotta tra Aemond e Lucerys a Driftmark, così come il suo furioso confronto con Rhaenyra, non sarebbero state scene così potenti senza la graduale disintegrazione della loro amicizia così pazientemente esplorata nei primi cinque episodi. La violenza di Daemon su Rhaenyra nel finale difficilmente sarebbe stato un fattore così scioccante, senza la precedente rappresentazione dello zio/marito come un mostro crudele che uccide la moglie, pur di liberarsi da qualsiasi vincolo. Allo stesso modo, la decisione di Rhaenys di non pronunciare “Dracarys” e incenerire il seguito di Aegon non sarebbe così profonda se non ci fossero stati precedentemente nove episodi in cui tutti hanno sottovalutato la regina che non è mai stata tale.

Necessari, ma criticati da un certo target di utenti

Allo stesso tempo, tuttavia, sarebbe stupido non sottolineare che mentre i salti temporali avevano ragioni ben precise, erano necessari per gettare le basi per i capitoli successivi e hanno accentuato l’impatto dei grandi momenti degli episodi successivi, sono stati spesso frustranti per un certo bacino di utenza. Inizialmente è stato complesso costruire un rapporto con i personaggi di House of the Dragon a causa dei cambi di attore, e le brusche deviazioni nelle loro motivazioni e personalità spesso sono sembrate svuotate da una vera e propria logica. Ad esempio, la Rhaenyra di Milly Alcock era una presenza coinvolgente, che si ribellava contro una società patriarcale e rifiutava di sottomettersi al suo destino.

Quando il salto temporale di House of the Dragon porta gli spettatori a conoscere la Rhaenyra di Emma D’Arcy nell’episodio 6 – madre di tre bambini – in parte si capisce che alla fine non c’è stato scampo dalla misoginia feudale di quel mondo e rende per certi versi il personaggio in conflitto con il se stesso più giovane. Anche altri elementi sembravano essere stati trattati superficialmente, come la complessa relazione di Daemon con Laena prima che della sua morte, o l’amore al centro della storia di Rhaenyra con Harwin Strong. Per essere onesti, data l’enorme lasso temporale del libro Fire & Blood, anche con i salti temporali di House of the Dragon, è stato un compito arduo per la serie adattare ogni singolo punto significativo della trama.

House Of The Dragon 2 non dovrebbe avere salti temporali

Tuttavia, per quanto cronologicamente avvincente sia stata la prima stagione di House of the Dragon, e per quanto ben interpretata anche dai personaggi più giovani, in particolare dalla Alcock nei panni di Rhaenyra, lo show avrà quasi sicuramente una base più stabile a livello temporale nella seconda stagione. La prima infatti copriva decenni di storia, mentre la Danza dei draghi si svolge solo in pochi anni, rendendo i salti temporali improbabili. Ciò consentirà agli sceneggiatori, ai realizzatori e tutto lo staff creativo di House of the Dragon di raccontare una storia più stringente e lineare.

In teoria, questo dovrebbe consentire più tempo per lo sviluppo lento e sfumato dei personaggi nelle future stagioni di House of the Dragon e garantire la presenza di varie sottotrame, per far “respirare” la storia principale. Ogni ramificazione, ogni deviazione alla narrazione primaria, dovrebbe avere più di una manciata di scene, per consentire un adeguato approfondimento, garantendo la comprensione di tutte le complessità. Allo stesso modo, il tipo di caratterizzazione repentina che – per esempio – ha visto Aemond passare bruscamente da personaggio vittima di bullismo, all’Aemond adulto spietato, arrogante e in cerca di vendetta dell’episodio 8, può essere sviluppato con più calma. In sintesi, ci sono più minuti disponibili per tutte le storie da raccontare.

House Of The Dragon potrebbe ancora avere problemi di timeline in futuro?

Sebbene i salti temporali dovrebbero essere chiusi con la fine della prima stagione, ci sono alcune complessità che gli sceneggiatori si troveranno ad affrontare nei capitoli successivi. Fire & Blood di George RR Martin copre circa 140 anni della storia della dinastia Targaryen a Westeros, comprese le sottotrame che collegano personaggi importanti e case minori al destino della casata del drago. Ci sono un sacco di omicidi, macchinazione e scontri da narrare, incluse le battaglie monumentali a Rook’s Rest e Duskendale. Nelle prossime stagioni c’è tanto di cui parlare, e decisioni decisamente spinose da prendere.

Gli autori continueranno a seguire solamente le vicende legate ai Targaryen oppure verranno narrate anche le vite di chi abita a nord? Parliamo ovviamente della famiglia Stark e delle azioni intraprese dagli avi di Ned. E poi tanto altro, come le vicende subito successive alla fine della guerra civile scoppiata in seno alla famiglia più potente del continente. Quali saranno le scelte dei produttori? House of the Dragon è attualmente programmato per durare quattro stagioni. Sarà necessario un ritmo costante e preciso per rendere giustizia ai libri dell’immensa mente di George R.R. Martin. Con così tanta epicità e un’azione intensa e brutale richiedono un equilibrio complicato da mantenere per garantire ai milioni di fan una storia coinvolgente e accattivante.

Siamo onesti, la critica ai salti temporali risulta priva di fondamento

Lo showrunner di House of the Dragon Ryan Condal ha assicurato che i salti temporali della serie si sono conclusi. “Come ricompensa per il nostro meraviglioso pubblico che ci ha seguito in tutti i salti temporali e le modifiche, posso dire che questi si sono conclusi”, ha detto Condal dopo il finale della prima stagione. “Racconteremo, da qui in avanti, una storia lineare. Gli attori interpreteranno i loro personaggi fino alla fine. Nessuno sarà modificato visibilmente, nessun attore sostituito da uno più anziano. Non faremo più grandi salti in avanti nel tempo. Ora siamo nella Danza del Draghi vera e propria, e racconteremo quella storia”.

Col senno di poi va detto onestamente che i tanto criticati salti temporali di House of the Dragon non sono stati un reale problema per la narrazione generale dello show. Questi hanno consentito agli showrunner di riassumete l’ampia sequenza temporale di House of the Dragon in un paio di episodi e di porre le basi per le storie dei protagonisti della Danza dei Draghi. Ha anche aiutato il fatto che House of the Dragon sia uno spin-off di Game of Thrones: un pubblico consolidato, che già conosce il mondo GoT, prima ancora della messa in onda di HOTD è un bel gancio per legittimare alcune scelte e soprattutto per dare per scontato alcune dinamiche narrative che prima di Game of Thrones non sarebbero state così comprensibili. Alla fine, i due Golden Globe vinti da House of the Dragon sono la prova che i salti temporali non hanno davvero danneggiato la narrazione della serie. L’hanno solo facilitata.

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