Hercules non è solo un classico Disney. È una guida ironica e a tratti romantica al mitico “viaggio dell’eroe”, raccontato da Joseph Campbell nel suo libro “L’eroe dai mille volti”.
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Ma, prima di partire in direzione Olimpo assieme ad Hercules, chiariamo un punto fondamentale: cos’è, esattamente, il viaggio dell’eroe?
Secondo Campbell, tutte le grandi narrazioni condividono la struttura (più precisamente una struttura profonda), uno schema che attraversa epoche e culture: il monomito. L’eroe viene chiamato a uscire dal proprio mondo ordinario per intraprendere un viaggio straordinario, affrontare prove, incontrare alleati e nemici, e infine, tornare trasformato.
Ora però è tempo di seguire Hercules nel suo personale percorso da “Zero a eroe”… e vedere come ogni tappa del suo cammino parli proprio a questa struttura narrativa universale.
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Pronti ad accompagnare Hercules nell’Olimpo?
Il mondo ordinario: un eroe fuori posto (o quasi?)
Ogni eroe comincia nel suo mondo di tutti i giorni, un ambiente familiare in cui però si sente fuori posto.
Hercules, con la forza di un minotauro e la goffaggine di un elefante in una gioielleria, vive tra gli umani ma non riesce a integrarsi. Spacca statue, provoca disastri e si sente sempre “di troppo”. È il classico outsider con potenziale latente.
La chiamata all’avventura: tra statue di Zeus parlanti ed una missione divina
A un certo punto, succede qualcosa che rompe la routine e invita l’eroe a partire
Nel caso di Hercules, succede in un tempio: la statua di Zeus prende vita e gli svela la sua vera identità. Figlio di dei, destinato a tornare sull’Olimpo… ma solo se diventerà un “vero eroe”. E Hercules? Non ci pensa due volte: parte entusiasta. Ha una missione. Anche se non ha la più pallida idea di cosa significhi “vero eroe”.
Il rifiuto della chiamata: Hercules ha voglia di iniziare, si ma da dove ?
Normalmente, l’eroe all’inizio rifiuta l’impresa.
Hercules invece parte subito, ma il rifiuto c’è… solo che è interiore. Non ha un piano, non ha una guida, non ha nemmeno Google Maps. Ha solo entusiasmo e muscoli. Il rifiuto sta nel suo spaesamento: crede di sapere cosa vuole, ma in realtà non ha capito nulla di ciò che lo aspetta.
L’incontro con il mentore: Fil, l’allenatore che voleva solo andare in pensione anticipata
Qui entra in scena la guida, il mentore che insegna all’eroe tutto quello che sa.
In Hercules, è Filottete: ex allenatore di eroi falliti , metà satiro e metà boomer greco con dell’evidente rabbia repressa. All’inizio rifiuta, poi cede. E inizia così il percorso di formazione: tra alberi abbattuti, statue colpite e tanta, tanta pazienza. Hercules comincia a diventare qualcosa di più di un ragazzo forzuto.
Attraversamento della prima soglia: benvenuti a Tebe
L’eroe lascia il rifugio e varca la soglia verso l’ignoto.
Per Hercules, questo significa entrare in Tebe, città disordinata, piena di gente arrabbiata e priva di fiducia. Lì affronta il primo vero test: salva un gruppo di cittadini da un mostro e guadagna l’ammirazione di tutti. È il suo primo passo nel mondo straordinario. Da quel momento diventa una star: applausi, affari, e… sandali con la sua faccia.
Prove, alleati e nemici: Hercules tra gli applausi…..e anche una donzella in pericolo
Ora l’eroe affronta prove, incontra alleati, si scontra con nemici.
Hercules combatte idre e creature titaniche, accumula fama e ricchezza, ha Fil e Pegaso al suo fianco. Ma soprattutto, incontra Meg: sarcastica, sfuggente, affascinante. Poi c’è Ade, il villain più esilarante e caotico della Disney. Dietro i successi, però, Hercules comincia a vacillare: la gloria non basta a riempire il vuoto che sente dentro.
Avvicinamento alla caverna più profonda: la verità può far male (soprattutto se ce la dice Meg)
L’eroe si avvicina alla prova più grande, il momento di crisi.
Per Hercules, arriva quando scopre che Meg lo ha tradito: lavorava per Ade. È il crollo totale. Il successo, l’immagine pubblica, il sogno dell’Olimpo… tutto perde senso. Inizia a capire che l’eroismo non si misura in mostri abbattuti, ma in scelte difficili e dolore autentico.
La prova centrale: Hercules ed il tuffo negli inferi da medaglia d’oro
Ecco il momento più intenso: l’eroe affronta la morte (reale o simbolica) e ne esce trasformato.
Hercules, pur di salvare Meg, rinuncia ai suoi poteri e si getta negli Inferi. Muore quasi per davvero. E proprio lì, nel cuore della morte, compie l’atto più eroico: salva l’amore della sua vita e, così facendo, si trasforma.
Non è più un “eroe da copertina”. È un vero eroe, senza fronzoli.
Ricompensa (presa dell’elisir): la felicità è reale solo se condivisa ed Hercules (megafusto) lo sa bene
L’eroe ottiene la ricompensa.
Hercules viene accolto tra gli Dei, circondato da luce, applausi, genitori felici. Ha vinto. Ma dentro sa che la ricompensa più grande è un’altra: l’amore, la verità, l’identità che ha scoperto lungo la strada. Ma soprattutto…la libertà di scegliere.
Il Ritorno con l’elisir: la scelta più eroica ? restare UMANO
Il viaggio finisce con il ritorno.
L’eroe torna nel mondo di partenza, ma non è più lo stesso. Hercules rifiuta l’Olimpo, rifiuta l’immortalità. Sceglie Meg, sceglie la Terra, sceglie l’imperfezione. Ora sa chi è, cosa vale e chi vuole al suo fianco.
E quella, cari miei, è la scelta più eroica di tutte.
Essere eroi quindi, non significa essere perfetti o immortali. Significa scegliere il bene, affrontare la paura, amare davvero. Anche se non hai dei sandali alla moda con la tua faccia o delle borracce personalizzate.
Il cerchio si chiude (e l’Olimpo applaude)
Hercules è molto più di una commedia musicale animata con una colonna sonora da brividi. È una lezione di narrazione epica travestita da cartone per bambini. Segue il viaggio dell’eroe alla lettera, ma lo fa cantando, ridendo e commuovendo.
Una storia che ci insegna che anche quando ti senti fuori posto, puoi diventare qualcosa di straordinario. Hai capito tutto sul viaggio dell’eroe? Bene. Ora vediamo se ti sei accorto anche di questi dettagli: 5 cose di Hercules targato Disney che (forse) solo gli adulti avranno notato.












