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Ho guardato un episodio a caso di Grey’s Anatomy

Da amante delle Serie Tv drammatiche e più violente possibile, non avevo mai lontanamente considerato l’idea di poter vedere Grey’s Anatomy. Ma nella vita bisogna provare tutto, se non altro per scoprire che avevi ragione. Questa è la storia della mia avventura di 40 minuti con l’episodio 13×22 di Grey’s Anatomy, Lascialo lì.

Capiamo dopo pochissimo tempo il motivo di questo strano titolo: tutti, in questo episodio, sembrano essere perseguitati dai tumori. Chi ne ha di enormi nel cuore, chi nel cervello, chi dichiara il suo amore per i tumori giganteschi e vorrebbe tanto operarne uno.

La voce fuori campo spiega con un tono da favola della buonanotte che il cranio protegge il cervello, la cassa toracica protegge il cuore, e la protagonista rompe l’atmosfera da SuperQuark chiedendo alle sue coinquiline se sono interessate al disegno di un gigantesco tumore che vuole togliere da una stanza.

Ci trasferiamo in ospedale, in cui si svolge una sorta di casting per medici, e una dottoressa molto sexy ma di cui si intuisce subito la natura maligna si oppone subdolamente alla promozione di uno specializzando, insistendo sul fatto che sia una banderuola che non si accolla mai dei rischi professionali.

Intanto arriva in ospedale un bambino, solo, che sta palesemente malissimo e dopo pochi minuti inizia a shakerare e girare gli occhi all’indietro, collassando sul pavimento. Intanto una ragazza, arrivata lì con un braccio rotto, dopo aver raccontato tranquillamente le sue avventure erotiche – causa indiretta del suo piccolo incidente – con naturalezza confida ai medici di avere un enorme tumore al cuore, dicendo testualmente:

non fateci caso, è una cosa che ho.

Battuta che andrebbe riferita più ad un tatuaggio imbarazzante o a un neo con la forma del parrucchino di Donald Trump, ma che invece qui viene usata per introdurre il vero protagonista della puntata: il tumore della ragazza malata di sesso, tumore che stregherà i sogni di tutti i medici che lo osserveranno da lontano, sognando di poterlo rimuovere anche a mani nude.

Grey's Anatomy

Il tizio scartato al casting per medici viene messo alla prova quando gli viene chiesto un parere riguardo alla mano messa piuttosto male di un tizio, e si rivela un discreto paraculo, optando per la scuola di pensiero “via il dente, via il dolore, o in questo caso, “via la mano fracassata in una porta, via un pensiero per me“.

Intanto arrivano i genitori del bambino, i quali alla splendida notizia che il loro unico figlio ha un tumore enorme che lo sta facendo soffrire come una bestia, reagiscono facendo spallucce e affidandosi alla clemenza di Dio, il quale è palesemente impegnato a fare altro e non si preoccupa di fulminarli all’istante. Fanno dimettere il figlio e se ne vanno a casa, sbraitando contro i medici ignoranti e KASTAH che vogliono mettere le mani sul loro piccolo ANCIELOH, sfidando la volontà dell’Onnipotente, che vuole chiaramente che soffra il più possibile e che se ne vada dopo una lunga e straziante agonia.

Nel frattempo la ragazza con il braccio rotto è seccata: questo gesso è un vero guaio, in quanto le impedisce di rimorchiare e fare sesso in modo ignorante per tutto il poco tempo che le resta; reazione che probabilmente sta tra “incredulità” e “rifiuto” nelle tappe dell’accettazione del dolore. Nonostante lei sostenga che non c’è niente da fare e che le sue priorità siano farsi togliere le mutandine e non l’enorme tumore che le ha invaso la cassa toracica, si fa convincere da un chirurgo fenomeno a riprovare un’ennesima volta.

Il bambino, chiaramente un miscredente che rifiuta la volontà di Dio e dei suoi genitori che vogliono a tutti i costi che muoia malissimo, si ripresenta in ospedale, questa volta quasi cieco a causa del tumore, e ha anche iniziato a sanguinare, rendendo necessario un ricovero.

Ma, colpo di scena in Grey’s Anatomy, non si può operare senza il consenso dei genitori, quindi un medico eroe decide di falsificare la sua cartella clinica, fingendo un’emergenza, in modo da spedirlo in sala operatoria, deludendo le aspettative dei genitori, che si precipitano in ospedale gridando MIO FIGLIO DOVEVA MORIRE! e minacciando querele, denunce ed evocando le fiamme dell’inferno contro questi medici indegni che salvano la vita della gente.

Grey's Anatomy

Nella sala operatoria intanto tolgono il cuore alla tizia, lo mettono in una bacinella, osservano un po’ il resto e concludono che, in effetti, non c’era niente da fare: non resta che dire ad una ragazza – a cui si è già sufficientemente rovinato l’agenda di appuntamenti da qui al giorno della sua morte – che si eravamo sbagliati tutti, che può morire, è stato bello, e usa il preservativo, mi raccomando.

Dopo che l’ennesimo chirurgo di Grey’s Anatomy dichiara per l’ennesima volta il suo amore per i supertumori, che la ragazza ha accettato nuovamente il suo destino, che il bambino è salvo, che i servizi sociali si preoccupano di rompere le scatole ai medici e non a dei genitori fanatici religiosi, le super dottoresse vanno finalmente tutte a casa dichiarando “ho bisogno di bere e di un uomo”.

E mi sento di dire lo stesso, dopo la visione di questa puntata di Grey’s Anatomy.

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