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Il film della settimana: Whiplash

Tutti abbiamo vissuto quella spiacevole situazione raccontata brillantemente da Zerocalcare in Strappare lungo i bordi: chi non è mai stato ore a scorrere i film sulle piatteforme streaming e non trovare niente da vedere pur avendo a disposizione “tutto l’audiovisivo del mondo” e pensando “è possibile che son tutti film de m*rda”? Certo, la roba bella magari l’abbiamo già vista, altra siamo in ritardo e altra ancora la teniamo per il momento giusto – se arriverà. Vogliamo evitare, però, di finire nella fantascienza polacca del ‘900 in lingua originale, andare a letto frustrati con la nostra coscienza sottoforma di Armadillo che ci costringe a interrogarci su noi stessi dicendo: “Dai su, se su ottomila film non te ne va bene manco uno, forse sei te che non vai bene”. Proprio per questo nasce la seguente rubrica settimanale, in onda ogni lunedì e rivolta sia a chi la pellicola in questione non l’ha mai vista, sia a chi l’ha già visionata e vuole saperne di più: infatti, nella prima breve parte vi consigliamo un film; nella seconda invece ve lo recensiamo, analizziamo o ci concentreremo su un aspetto particolare. E questa settimana abbiamo scelto Whiplash.

PRIMA PARTE: PRIMA PARTE: Perché, dunque, vedere Whiplash? Ecco la risposta senza spoiler.

Disponibile su Sky, Now Tv e Timvision (a noleggio su Amazon Prime Video, Apple Tv e Chili), Whiplash è incentrato su Andrew Neiman, aspirante batterista jazz iscritto a un prestigioso conservatorio di New York. La musica è la sua unica e ossessiva ragione di vita e, quando Terrence Fletcher – il temuto direttore della scuola – lo sceglie nella sua orchestra, i suoi desideri sembrano avverarsi. Ma i sogni fanno presto a trasformarsi in sanguinosi incubi e Andrew si trova a dover rispondere a una domanda semplice, eppure difficilissima: “Cosa saresti disposto a sacrificare per ottenere ciò che vuoi?” E l’esito potrebbe non piacergli.

Uno dei film musicali migliori dell’ultimo decennio, grazie soprattutto al suo regista, Damien Chazelle (quello di La La Land), innovatore capace di fondere le due anime apparentemente inconciliabili dei musical statunitensi, portandoli nuova linfa vitale: il genere dei “grandi domani musicali” e la vittoria dello spirito sulla carne inaugurata dai tempi di Rocky. È proprio attraverso il primo elemento, esplicato nel conflitto con quel professore che ricorda il sergente Hartman di Full Metal Jacket (senza mai diventarne una parodia o una caricatura), che lo spettatore viene condotto nel percorso di miglioramento di un musicista emergente. La sua battaglia interiore diviene scontro con l’altro che lo spinge ai limiti del sopportabile, arrivando però a sbloccarsi psicologicamente e a superare quegli impedimenti fisici che lo frenano in un finale mozzafiato.

Attraverso sorprendenti colpi di scena, riprese ravvicinate per cogliere sudore e sangue, effetti sonori simili a quelli degli horror e precisione certosina nell’esecuzione delle parti musicali, Chazelle coniuga commerciale e visione personale in un duro film sul sacrificio che cattura il grande pubblico con un genere non particolarmente amato (il jazz), uno strumento non solitamente celebrato (la batteria) e brani non famosi al di fuori di quel mondo. E lo fa andando oltre la musica e trasformandolo in una battaglia titanica tra l’intenso Miles Teller (è davvero lui che suona la batteria nel film) e l’austero J.K. Simmons (scelta di casting a dir poco perfetta, premiata con l’Oscar e il Globe). Proprio su Andrew, Terrence e sul loro rapporto in Whiplash si focalizzerà la seconda parte dell’articolo.

SECONDA PARTE: Uno sguardo ravvicinato su Andrew, Terrence e sul loro rapporto (con spoiler)

Whiplash

Whiplash ruota attorno a questi due personaggi, l’allievo Andrew Neiman e il maestro Terrence Fletcher, e al loro brutale e incontrollabile scontro a ritmo di jazz. Il primo è in cerca di certezze come musicista e può essere ricondotto all’archetipo dell’Orfano, in quanto vuole essere riconosciuto per il suo talento artistico, soprattutto dalla sua famiglia. Infatti, quest’ultima non lo appoggia, considera il suo desiderio di diventare il miglior batterista al mondo un sogno di seconda categoria ed è pronto a consolarlo qualora rinunci. Purché lo faccia. Allora, Andrew cerca una guida che possa aiutarlo a raggiungere il suo scopo, trovandola nell’inflessibile e spietato Fletcher fin dal primo ciak. Lì dove ancora nasconde il suo vero volto dietro una maschera amichevole.

Una prima scena importante nel delineare da subito i due personaggi, in particolare attraverso il suono.

Il film si apre con uno sfondo spoglio, vuoto e nero. Qualcuno si esercita alla batteria e, mentre il ritmo da lento e graduale si gonfia in un crescendo martellante e rauco, viene svelato che è Andrew a suonare. Una sequenza incentrata sull’udito, completamente al buio, che allude alla grandissima dedizione del protagonista alla batteria, quella che esibirà per tutto Whiplash. Al contrario, laddove l’introduzione di Neiman è chiassosa, Fletcher entra silenziosamente. È appunto il silenzio che lo accompagna costantemente, soprattutto quello che si crea nel suo ingresso in una stanza; ciò serve a sottolineare il carattere severo dell’insegnante, il rispetto e il terrore che suscita negli studenti.

Infatti, l’affabilità che aveva mostrato ad Andrew nel loro primo incontro cade immediatamente durante il primo giorno di prove. Fletcher si rivela un tiranno crudele fino all’irrazionalità, che umilia, degrada e sminuisce ripetutamente i suoi allievi. La classica figura autoritaria e intimidatoria che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo incontrato. Che si tratti di un professore, un allenatore o un capo, sono coloro che possono abusare del proprio potere e metterci a disagio psicologicamente, provocando eventuali gravi ripercussioni sul comportamento e sulle prestazioni. È così che opera Terrence in Whiplash, entrando nel cervello dei suoi alunni e costringendoli a superare il suo dominio.

La sua presenza imponente e minacciosa in Whiplash è resa anche dalle sue espressioni, dai movimenti intensi e definiti della sua figura, dalle inquadrature e dall’illuminazione.

Fletcher ha quasi sempre uno sguardo severo e una postura del corpo rigida e tesa: un riflesso del suo carattere. I suoi movimenti sono nitidi e calcolati, proprio come le performance che si aspetta dall’orchestra, interrotti da esplosioni verbali violente, fino agli abusi fisici sugli studenti. In più, Terrence si trova spesso da solo nell’inquadratura e ripreso mentre dirige o insegna, evidenziando la sua posizione di autorità, il suo potere e il suo desiderio di comando. Se messo a contrasto con Neiman, quest’ultimo è goffo, incerto e lotta per stabilire un contatto visivo (come lui stesso afferma durante un appuntamento). Le sue espressioni, poi, sono nervose e irrequiete durante le conversazioni con Fletcher, poiché intimorito e portato fino alle lacrime dagli scoppi d’ira dell’insegnante.

Un Andrew che è immerso in ambientazioni scure, poco illuminate, quasi opprimenti, come la stanza del suo dormitorio. Se vuole uscire e vincere l’oscurità, deve cogliere l’opportunità offertogli da Fletcher, per quanto possa sembrare impossibile: ecco perché i luoghi associati al maestro possiedono questa aura luminosa dotata di un enorme prestigio, che contemporaneamente ribadisce il suo status autorevole.

Questo è il motivo per cui Andrew accetta la sfida di Fletcher, cercando di soddisfarne le aspettative, ma allo stesso tempo rifiutando di essere comandato in Whiplash. Consapevole, però, che il minimo errore sul palco o in sala prove gli costerà il posto.

Whiplash

Dall’ingresso in orchestra inizia per lui un vero e proprio calvario. Andrew si esercita ogni minuto che può, così intensamente da farsi sanguinare le mani. A casa e in aula. Le inquadrature dei suoi primi e primissimi piani grondanti di sudore, i dettagli sulle sue ferite e sulla batteria sporca di sangue mettono ben in luce l’estrema dedizione e lo sforzo instancabile sullo strumento. La sua volontà di ferro, sempre tesa alla perfezione, lo trasforma così da Orfano a Viandante, ovvero colui che cerca di affermare la propria autonomia. Il suo carattere diviene sempre più freddo, nevrotico, litigioso e intollerante verso famiglia e fidanzata. Perché non lo capiscono.

Acquistando sempre più sicurezza, la sua postura e le sue espressioni cambiano in Whiplash.

La goffaggine e l’incertezza lasciano il passo alla crescente fiducia, coincisa con l’aumento della sua abilità alla batteria. Diventa così disinvolto non solo per la sua bravura, ma anche perché comprende la mentalità del maestro. Però tutta quella sicurezza, tutte quelle prove, tutta quella voglia di stupirlo lo conducono al collasso psicofisico, finendo per perdere le staffe e attaccare fisicamente Terrence durante uno spettacolo, che ha raggiunto nonostante un incidente pur di non perdere il posto, esibendosi letteralmente nel sangue. Perché in fondo il raggiungimento del suo sogno non passa per una scalata o una discesa, ma per uno scambio.

Quello che avviene con Fletcher in Whiplash.

In un certo senso le paure del giovane allievo sono incarnate dall’anziano insegnante. Lui che è il Saggio, ovvero il mentore incaricato di accompagnare l’eroe alla meta. Solo che è l’Ombra di quell’archetipo (mascherato dunque da antagonista) e, quindi, cerca di affossare Andrew perché è dell’idea che se uno ha talento, quello lo salverà e lo porterà alla grandezza. Tuttavia Fletcher è molto di più di questo, un personaggio multidimensionale che impariamo a scoprire in Whiplash. Infatti, realizziamo quanto sia devoto alla musica, quanta sia profonda la sua passione al punto da non sopportare chi suona male, perché la disonora. In quel comportamento da condannare viene riflessa la sua sete di eccellenza e il disgusto per il fallimento. Il suo desiderio di trovare la nuova leggenda del jazz.

Di conseguenza provoca in Neiman il desiderio, che non è altro che percepire una mancanza e tendere verso essa; la vocazione nel raggiungere la stella più luminosa del firmamento per diventare come lei. Questo è l’intento di Fletcher: condurre quel talento al suo astro. E allora lo sfianca, lo mette alla prova per fargli capire che la musica è davvero ciò che vuole e non un capriccio o qualcosa impostogli da altri.

È uno scontro di volontà, di persone che si spingono l’una contro l’altra, oltre i limiti fisici ed emotivi. Fino all’ultima memorabile scena di Whiplash.

Lì dove, dopo l’ennesima umiliazione, Andrew restituisce il favore a Terrence improvvisando un elettrizzante assolo alla batteria. Una dimostrazione di sovrumana resistenza che accentua la brutalità di un film in cui ognuno vuole tagliare il traguardo da primo; ciò è espresso nella distorsione del suono, che sfuma in entrata e in uscita, con brevi periodi di silenzio. In netto contrasto con la prima scena dove avevamo il suono ma non l’immagine, qui abbiamo il contrario, cosicché ci concentriamo sulle immagini del corpo di Neiman e della batteria, entrambi immersi nel sudore e nel sangue. E l’inquadratura è dal basso, per metterlo in una posizione di potere, dato che la sua fiducia è ai massimi livelli e che è l’esibizione più importante della sua vita. Con ritmo e tempi d’esecuzione allineati a quelli di Fletcher, anche quest’ultimo è inquadrato allo stesso modo perché finalmente ha trovato il talento che tanto cercava, ha trasformato il ragazzo in artista completo.

Insieme hanno creato qualcosa di meraviglioso in Whiplash; il loro sguardo intenso e il sorriso accennato lo dimostrano. Anche se, nel tragitto, hanno perso troppo e la risposta alla domanda iniziale sarà tutto, sono disposti a sacrificare ogni cosa per la gloria. E allora il vero vincitore di quel confronto siamo noi, il pubblico, che abbiamo assistito a uno spettacolo crudo, raro, irripetibile. Con quell’ultima scena qui riproposta come sua immensa testimonianza.

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