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10 Film italiani che hanno fatto la storia del nostro cinema

Una scena tratta da C'era una volta in America, uno dei migliori film italiani

5) Il Gattopardo, uno dei migliori film italiani di Visconti

Claudia Cardinale e Alain Delone in una scena de Il Gattopardo, uno dei migliori film italiani da vedere
Credits: Titanus

E se si parla dei migliori film italiani, è impossibile non menzionare una delle pellicole più imponenti della storia del cinema. Un film rivoluzionario e visionario, che non si limitava a raccontare, ma dava forma a una profonda riflessione sul tempo, sulla Storia e sul senso stesso del cambiamento. Stiamo parlando de Il Gattopardo, il capolavoro di Luchino Visconti con Claudia Cardinale, Alain Delon e Burt Lancaster.

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Innovativo sotto molteplici aspetti, Il Gattopardo svelò una nuova dimensione del cinema, andando ben oltre il racconto – in questo caso storico – di un’epoca che si stava dissolvendo. Con i suoi celebri 40 minuti dedicati “soltanto” alla scena del ballo finale, Visconti trasformò un evento apparentemente mondano in una sequenza simbolica potentissima: la rappresentazione della fine di un mondo, il tramonto della nobiltà, il cuore pulsante della pellicola.

Anche il punto di vista adottato fu una rottura rispetto alla tradizione. Fino a quel momento, il cinema italiano aveva spesso dato voce alle classi popolari, agli emarginati, alla quotidianità spogliata di ogni privilegio. Il Gattopardo, al contrario, fece parlare la nobiltà, raccontandone la decadenza con uno sguardo insieme critico e malinconico. Prima ancora di C’era una volta in America, fu uno dei primi esempi riusciti di incontro tra cinema d’autore e cinema di massa. Visconti, infatti, riuscì a conquistare la critica e il grande pubblico senza mai rinunciare alla sua profondità intellettuale.

Ancora una volta, ci troviamo davanti a un’opera visionaria che, pur radicata nel suo tempo, affronta temi universali e attuali: il terrore del cambiamento, la fine di ciò che si conosce, la paura di non appartenere più al mondo che si sta trasformando.

6) La Dolce Vita

Marcello Mastroianni e Anita Ekberg in una scena de La Dolce Vita, uno dei migliori film italiani
Credits: Cineriz

Tre anni prima di 8½, il genio di Federico Fellini aveva già firmato un film destinato a scrivere – di nuovo – la storia. Ed è quasi assurdo pensarlo, soprattutto oggi, in un tempo in cui un capolavoro non è mai una certezza figuriamoci due, in così rapida successione. Eppure, tra il 1960 e il 1963, Fellini portò sullo schermo due opere immense, capaci di segnare una delle stagioni più rivoluzionarie, simboliche e indelebili del cinema mondiale.

La Dolce Vita, ancora oggi, rappresenta un atto di coraggio emotivo, uno slancio lucido e necessario per affrontare crisi esistenziali che fino a quel momento erano rimaste ai margini, silenziate, ritenute scomode e inutili da raccontare. Ma prima che 8½ desse forma definitiva all’inquietudine creativa, Fellini aveva già acceso i riflettori sull’uomo fragile, smarrito, volubile, incapace di aderire ai codici di una società che, nel frattempo, si dichiarava forte, risolta, piena di certezze. Erano altri tempi, in cui la vulnerabilità non era prevista, non era concessa. Ma non per Fellini. Con forza, e in modo quasi provocatorio, diede voce a chi si sentiva fuori posto e non aveva ancora uno spazio per dirlo.

La società che qui racconta è quella in piena decadenza morale, travolta dal contrasto tra valori tradizionali e una spettacolarizzazione crescente che plasma ogni cosa. Il dilemma tra razionalità e irrazionalità, tra autenticità e illusione, torna prepotente anche in La Dolce Vita, incarnandosi in temi come la disillusione, la perdita del senso e una critica feroce alla religione, qui ridotta a un evento mediatico, svuotato di significato spirituale.

Insomma, in soli tre anni, Federico Fellini ha realizzato due tra i più grandi film italiani di sempre, lasciando un’impronta che – a oltre sessant’anni di distanza – non è mai stata cancellata. E che, pur essendo unica, ha continuato a ispirare e orientare il cinema come poche altre opere nella storia.

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