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Il film più popolare dell’anno in cui sei nato

Correva l’anno 1993: Bill Clinton si insediava alla Casa Bianca, Totò Riina veniva arrestato a Palermo, le bombe della mafia esplodevano nelle città del continente, Enrico Ruggeri vinceva il Festival di Sanremo, Bettino Craxi riceveva le famose monetine, il Milan di van Basten si aggiudicava lo scudetto e la Fiorentina tornava in serie B dopo cinquantaquattro anni nella massima categoria. A Hollywood, una delle stelle più splendenti era quella di Steven Spielberg, che allora aveva solo quarantasette anni. Quello fu un anno d’oro per il regista statunitense, che piazzò due colpi da assoluto maestro sulla scena cinematografica internazionale: Jurassic Park (tre Oscar e una decina di altri premi) e Shindler’s List (che gli valse la statuetta per il miglior film e la migliore regia). Un capolavoro dopo l’altro. Due pellicole destinate, per motivi diversi, a fare la storia del cinema.

Spielberg era il grande principe del genere di fantascienza, E.T. l’extra-terrestre e Incontri ravvicinati del terzo tipo avevano già compiuto un decennio dall’uscita nelle sale. Negli anni Novanta (ecco i 5 colpi di scena più geniali che hanno cambiato il destino delle serie tv più famose di quel decennio), il già premio Oscar (ne aveva ricevuto uno speciale nel 1987), era reduce da alcune pellicole d’avventura che pure avrebbero tracciato i canoni del genere per gli anni a venire: Hook – Capitano Uncino era del 1991, la trilogia di Indiana Jones di qualche anno precedente. Proprio agli inizi del nuovo decennio, Spielberg incontrò lo scrittore Michael Crichton, di qualche anno più vecchio, che si era guadagnato la fama con un romanzo sui dinosauri che era andato a ruba nelle librerie: Jurassic Park. L’incontro tra il regista e Crichton servì a gettare i presupposti per una delle trasposizioni cinematografiche più celebri della storia del cinema.

jurassic park

Jurassic Park non è solo il film più popolare del 1993, è una pietra miliare della cinematografia degli anni Novanta.

Il genere fantascientifico, invece di esplorare scenari futuri, faceva un salto indietro di 65 milioni di anni e riesumava le creature più vecchie del pianeta: i dinosauri. Sull’isola Nublar, in Costa Rica, l’eccentrico miliardario John Hammond (Richard Attenborough), fondatore della società InGen, ha l’idea più folle che si sia mai sentita fino a quel momento: mettere su un parco tematico in cui, attraverso la genetica, si riescono a riprodurre dinosauri in carne ed ossa, in dimensione reale. Non si tratta di riproduzioni inanimate, come se ne vedevano nei musei o nei parchi divertimento. Quelle creature sono vive, reali, reinserite nell’ecosistema come se non fossero passati intanto decine di milioni di anni. Per il “collaudo” definitivo del parco, prima di aprirlo al pubblico, Hammond chiede il parere del paleontologo Alan Grant (Sam Neill) e della paleobotanica Ellie Sattler (Laura Dern), impegnati in quel momento a studiare i fossili in un campo sperduto del Montana.

Lui è un professore allergico ai bambini, che lavora sul campo, detesta gli accademici e non capisce i computer. Lei una giovane dottoressa fresca di laurea, a suo agio tra la polvere dei ritrovamenti e le insidie nascoste negli ecosistemi. Entrambi vengono imbarcati su un elicottero che li lascia sull’isola di Nublar, dove si apprestano a fare una divertente gita insieme ai chiassosi nipoti di Hammond e ad altri studiosi del parco. Solo che tutto va male, perché i comandi della giostra vanno fuori controllo, la corrente sparisce, la rete telefonica muore e le gabbie si aprono. A quel punto, ci sono solo l’uomo e i dinosauri. Un revival del Paleolitico che azzera i progressi scientifici e riporta tutto agli istinti naturali, alla lotta per la sopravvivenza dove il più forte sbrana il più debole.

jurassic park

Jurassic Park è una specie di thriller dell’avventura, una pellicola di fantascienza con i piedi affossati nella preistoria, alla ricerca di un mondo misterioso e poco conosciuto che ancora tanto fascino sapeva esercitare sul pubblico di allora.

Al botteghino, fu il successo cinematografico più importante del 1993. Totalizzò qualcosa come 920 milioni di dollari nelle sale e rimase il film con i maggiori incassi nella storia del cinema almeno fino all’arrivo di un altro pezzo da novanta come Titanic. Vinse tre Oscar – migliori effetti speciali, miglior sonoro e miglior montaggio sonoro – e una decina di altri premi, fu acclamato dalla critica e influenzò larga parte delle future produzioni sullo stesso tema. Jurassic Park contribuì ad alimentare il culto dei dinosauri. Altri film furono realizzati negli anni successivi con protagoniste le creature più antiche del mondo. Gadget, giocattoli, riproduzioni, videogiochi: il dinosauro conobbe grazie a Jurassic Park nuova vita dopo 65 milioni di anni di estinzione.

La grande novità rappresentata dalla pellicola di Spielberg era senza dubbio l’uso degli effetti speciali, che in quegli anni facevano passi da gigante. La computer grafica stava rivoluzionando il modo di fare cinema. Velociraptor e T-Rex erano riprodotti in maniera dettagliata e presumibilmente veritiera. Jurassic Park fu il primo film ad alto budget a fare uso di CGI. Per la squadra degli effetti speciali vennero chiamati Dennis Muren (The Abyss, Guerre Stellari, Ghostbusters), Stan Winston (Terminator 2), l’inventore della Go-motion Phil Tippett e Michael Lantieri, tutti professionisti che hanno affiancato Spielberg nelle sue più grandi fatiche. Gran parte del film fu girato a Kauai, nelle Hawaii, tra mille difficoltà, compreso un uragano che tenne la troupe rinchiusa in un albergo in attesa che la zona fosse messa in sicurezza.

Il grosso del lavoro fu fatto in sede di post produzione. Quello che Spielberg si apprestava a compiere con Jurassic Park era un vero e proprio miracolo sul grande schermo, che costò ingenti investimenti e un certosino lavoro al computer. Il cast fu scelto senza puntare ad avere i grandi volti di Hollywood: i veri protagonisti dello show dovevano essere loro, i dinosauri.
Quattro anni dopo il primo film, venne realizzato un sequel, Il mondo perduto – Jurassic Park, diretto dallo stesso Spielberg. La pellicola però, come pure il suo seguito Jurassic Park III (2001), non ebbe lo stesso successo dell’opera originaria. Un altro boom al botteghino lo si è avuto più di recente con il film di Colin Trevorrow con Chris Pratt, Jurassic World, che nel 2015 fu uno dei più visti nelle sale. Ancora nel 2018, il franchise si è ampliato con Jurassic World – Il regno distrutto, mentre quest’anno, a giugno, tornerà un nuovo capitolo, Jurassic World – Il dominio, con il ritorno di Alan Grant ed Ellie Sattler insieme a Ian Malcolm.

Il film si può guardare sulla piattaforma Amazon Prime Video.

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