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10 memorabili abiti da sposa che abbiamo visto in un film

In quello che per convenzione viene definito come il giorno più importante per una coppia, l’abito della sposa gioca un ruolo fondamentale. Abbiamo imparato, guardando film e serie televisive, quanto lunghe ed estenuanti possano essere la ricerca e le prove per avere il vestito perfetto. Un vestito che verrà indossato una volta sola e per questo motivo dev’essere indimenticabile.
Come indimenticabili sono i vestiti indossati da Vanessa Bell Calloway e Shari Headley ne Il principe cerca moglie, al momento di sposare Eddie Murphy. Sono diametralmente opposti ma rappresentano le origini e la personalità dei personaggi e sono, ciascuno a modo suo, fantastici, meravigliosi. Perché questo deve fare un vestito: rappresentare chi lo indossa.

Che ansia, però! Quante aspettative, quanti sacrifici. Ma beate le attrici, le quali hanno un costumista che crea per loro il vestito perfetto capace di esaltare fisico dell’attrice e carattere del personaggio allo stesso tempo. Fortunate loro!

L’elenco dei film nei quali è presente almeno un abito da sposa è incredibilmente vasto. Dagli albori del cinema ai giorni nostri il matrimonio, con annessi e connessi, è sempre stato un argomento interessante da trattare. Noi abbiamo scelto dieci abiti memorabili. Dai già citati de Il principe cerca moglie a quello di Via col vento, sono tutti abiti davvero bellissimi che hanno lasciato il segno nella fantasia degli spettatori.

1) Love Actually

il principe cerca moglie
Love Actually (640×360)

A occuparsi dei costumi di Love Actually, film a episodi diretto dall’inglese Richard Curtis (Quattro matrimoni e un funerale e la serie dedicata a Bridget Jones), è la costumista Joanna Johnston, vincitrice di un Costume Designers Guild Awards alla carriera nel 2018 e candidata agli Oscar per Lincoln (2012) di Steven Spielberg e Allied: Un’ombra nascosta (2016) di Robert Zemeckis.

A indossare l’abito da sposa è Keira Knightley che interpreta Juliet, sposa di Peter, interpretato da Chiwetel Ejiofor. L’abito, secondo il regista, avrebbe dovuto avere una caratteristica del tutto particolari che rendesse l’attrice inglese “piuttosto sexy, anche se sposa all’altare“: la pancia scoperta. La costumista, però, si è rifiutata di accontentare il regista optando per un vestito a strati da usare in chiesa e poi al ricevimento. Raffinato, con dettagli fatti da piume sulle spalle e sulla scollatura e dei petali sul corpo, fasciato in maniera leggera ed elegante in modo da evidenziare bene la silhouette dell’attrice. A detta della costumista, e delle riviste di moda, uno dei più begli abiti da sposa degli ultimi decenni.

2) Mamma mia!

Mamma mia! (640×360)

Basato sulle canzoni del gruppo pop degli ABBA, il film è uscito nelle sale cinematografiche nell’estate del 2008 ottenendo da subito un successo internazionale straordinario. Si tratta di una commedia musicale brillante con un cast corale decisamente importante capace di performance musicali davvero eccellenti.
Il film, diretto da Phyllida Lloyd (The Iron Lady) è stato ampiamente elogiato da critica e pubblico ottenendo diverse nomination a premi importanti come i Golden Globe o i Satellite Awards.

Tra le varie candidature c’è anche quella al Costume Designers Guild Awards, un premio specifico per i costumi, assegnata ad Ann Roth che di Mamma mia! ha curato, appunto, i costumi. Ann Roth, costumista vincitrice di due premi Oscar per Il paziente inglese (1996) e Ma Rainey’s Black Bottom (2020), nella sua lunga carriera iniziata nel 1964, ha collaborato con registi importanti del calibro di Brian De Palma, Sidney Lumet, Frank Oz, M. Night Shyamalann e Alan J. Pakula.

In Mamma mia! la costumista americana ha creato un abito da sposa per Sophie (Amanda Seyfried) ispirandosi alla location dov’è ambientata la storia, un’isola della Grecia. Il vestito indossato dalla futura sposa, infatti, riprende un modello richiamante le statue femminili presenti nell’Acropoli con le caratteristiche stratificazioni e il drappeggio diagonale al quale la costumista ha dato un senso di leggerezza utilizzando un tessuto di georgette, crespo e quasi inconsistente

3) Via col vento

Leslie Howard, Vivien Leigh, Olivia de Havilland (640×360)

Scarlett O’Hara, meglio conosciuta in Italia col nome di Rossella, è la meravigliosa protagonista di Via col vento, il capolavoro cinematografico diretto da Victor Fleming (Il mago di Oz) e adattato da Sidney Howard sul romanzo omonimo di Margaret Mitchell, vincitore di otto premi Oscar tra cui quello di miglior attrice non protagonista assegnato alla prima afroamericana, Hattie McDaniel.
Nel film, Scarlett si sposa tre volte: la prima con Carlo Hamilton, fratello di Melania, deceduto durante la Guerra di Secessione; la seconda con Franco Kennedy, che ruba alla propria sorella Susan, deceduto durante una vendetta personale come cavaliere del KKK; la terza con Rhett Buttler, capitano di ventura, mascalzone e qualche altro titolo alla stregua, affibbiatogli da Rossella.

Dei tre matrimoni soltanto il primo ha diritto a una scena nel film, gli altri due vengono lasciati all’immaginazione dello spettatore (ma peccato, perché le premesse del matrimonio con Rhett Buttler sono tali che sarebbe stato interessante vedere il vestito).
Il vestito di Rossella è curato da Walter Plunkett, uno tra i più importanti e prolifici costumisti di Hollywood, vincitore di un premio Oscar nel 1952 per Un americano a Parigi.
Caratteristica dell’abito da sposa di Rossella è il fatto che sia appartenuto alla madre e per questo le caschi addosso in maniera goffa, poco aggraziata. Rossella, del resto, è fidanzata da poco più di due settimane quando si sposa giacché il marito, Carlo, è un ufficiale dell’esercito sudista pronto a partire per la guerra.
Così, a Rossella, manca il tempo di farsi fare un abito su misura ed è costretta a utilizzare quello della madre, fuori moda e troppo ampio, ma che mostra comunque il ceto altolocato della famiglia.

4) Se scappi, ti sposo

il principe cerca moglie
Julia Roberts (640×360)

Dopo il successo ottenuto nel 1990 con Pretty Woman gli attori Julia Roberts e Richard Gere diretti dal regista Garry Marshall (Happy Days) tornano a lavorare insieme in un’altra commedia romantica, grande successo al botteghino ma per nulla apprezzata dalla critica.
A occuparsi dei costumi è il due volte premio Oscar Albert Wolsky per All That Jazz (1979) e Bugsy (1991).

A differenza di Rossella O’Hara, Margaret, il personaggio interpretato da Julia Roberts, compare quattro volte vestita da sposa salvo poi scappare via, a gambe levate, abbandonando sull’altare i futuri sposi. Solo la quarta, però, è quella giusta ed è quella che prenderemo in considerazione.
Per questo vestito il costumista ha preso spunto dagli abiti da ballo, creando un abito con le spalle scoperte, in raso, con un’ampia scollatura a cuore con il bordo smerlato. Il corpetto, che aderisce perfettamente alla longilinea figura della Roberts, presenta un intricato dettaglio in pizzo. L’abito ha un lungo strascico e la parte posteriore presenta una elegante linea di bottoni al centro.
A differenza degli altri abiti, secondo Garry Marshall, quest’ultimo doveva dare la sensazione che il personaggio interpretato da Julia Roberts fosse finalmente convinto, anche attraverso la scelta del vestito, di aver finalmente trovato, in Richard Gere, l’uomo giusto da sposare.

5) Un marito per Cinzia

Cary Grant, Sophia Loren (640×360)

Scritto e diretto da Melville Shavelson Un marito per Cinzia è una commedia romantica del 1958 interpretata da Cary Grant e Sophia Loren. La storia racconta di Cinzia (Sophia Loren), la figlia di un famoso direttore d’orchestra, che dopo una lite col padre scappa e incontra uno dei figli di Tom (Cary Grant). Come nelle più classiche delle commedie romantiche, dopo una serie di peripezie, i due protagonisti finalmente riescono a coronare il loro sogno d’amore, sposandosi sopra una casa galleggiante.

A occuparsi di creare il vestito per il matrimonio di Sophia Loren ci ha pensato Edith Head, il cui volto è stato di ispirazione per Edna ne Gli Incredibili, costumista vincitrice di otto premi Oscar su trentacinque candidature ottenute di cui due lo stesso anno, nel 1951, per i costumi di Sansone e Dalila (film a colori) ed Eva contro Eva (in bianco e nero). Edith Head si occupò di vestire attrice come Ingrid Bergman, Audrey Hepburn, Gloria Swanson, Grace Kelly e, naturalmente, Sophia Loren.
Il vestito indossato dall’attrice romana è un bellissimo abito che rimanda molto a quello indossato da Grace Kelly per il suo matrimonio principesco con il principe Ranieri III di Monaco. Si tratta di un elegantissimo vestito in pizzo che sembra patire le prorompenti curve di Sophia Loren. I bottoni, sul davanti, scendono a cascata per finire in un’ampia gonna, anch’essa in pizzo, che dà l’idea di una sofficità ondosa, seguendo i passi dell’attrice.
Meraviglioso è poi il collo alto che da slancio al corpetto strutturato.

6) Il principe cerca moglie

il principe cerca moglie
Il principe cerca moglie (640×360)

In questo film diretto da John Landis (Una poltrona per due e The Blues Brothers) Eddie Murphy è Akeem, il principe ereditario di Zamunda, ricchissima nazione immaginaria dell’Africa, che ha raggiunto l’età giusta per sposarsi e lo dovrà fare con una donna del suo rango, scelta dai genitori. Akeem, però, non ne vuole sapere e decide di partire per gli Stati Uniti diventando così Il principe cerca moglie del titolo italiano.

Ne Il principe cerca moglie, il cui titolo originale è Coming to America, i costumi sono disegnati da Deborah Nadoolman, moglie del regista, la quale, per questo film, ottenne la candidatura agli Oscar nel 1989 (anno in cui vinsero i costumi de Le relazioni pericolose).
I costumi dei personaggi zamundesi de Il principe cerca moglie hanno una storia molto interessante e sono stati tutti ispirati all’estetica New Look resa celebre da Dior nei primi anni Cinquanta. Dimostrano una grande sfarzosità ma non sono mai pacchiani, come lo sono, invece, quelli dei personaggi americani. Dovevano infatti raccontare una favola romantica che mettesse da parte i problemi dell’Africa degli anni Ottanta.

E da favola, sono infatti due vestiti da sposa presenti ne Il principe cerca moglie. Il primo, quello della futura moglie scelta dai genitori di Akeem, è creato con un tessuto dorato che la costumista comprò sulla Quinta Strada di New York. Ha un taglio decisamente sexy, con uno spacco che mette in mostra la pancia di Vanessa Bell Calloway e una scollatura dirompente.
Ma è il secondo che attira la nostra attenzione, quello che indossa Shari Headley, alla fine. Si tratta di un abito rosa che rappresenta perfettamente l’abbondanza americana di quegli anni. Gonfio, luccicante, con uno strascico eccessivamente lungo, è la quintessenza del sogno americano ed è perfetto per la futura regina de Il principe cerca moglie.

7) Kabhi Alvida Naa Kehna

Non dire mai addio (640×360)

Non provate a leggere il titolo di originale di questo lunghissimo film, ben oltre le tre ore, considerato un caposaldo del cinema bollywoodiano. Il film, il cui titolo in italiano è Non dire mai addio, è diretto da Karan Johar ed esplora le tematiche dell’amore, del tradimento e delle relazioni extraconiugali.

I costumi del film sono realizzati dallo stilista indiano Manish Malhotra, il quale si è occupato di altre creazioni per decide di film indiani vincendo numerosissimi premi. La peculiarità di questo stilista è quella di mischiare lo stile moderno a quello più prettamente etnico che lo porta a creare meravigliosi vestiti pieni di colori e luce.
Come il vestito da sposa della protagonista, Maya, interpretata dall’attrice Rani Mukerji la quale per l’occasione indossa un sari rosso, tipico vestito indiano, rivisitato con una lehenga, una gonna, lunga, a strascico il tutto ricamato con fili d’oro a impreziosirlo.

8) Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni

A fare da sfondo al matrimonio segreto tra Anakin Skywalker (Hayden Christensen) e Padmé Amidala (Natalie Portman) è  Villa del Balbianello, in provincia di Como.
Il vestito da sposa indossato dall’attrice israeliano è curato dalla costumista Trisha Biggar e ricorda un po’ quello di Kate Middleton, futura regina consorte del Regno Unito.

La forma dell’abito è molto classica ed è composto da tre parti: il sottoveste, il sopra e il velo. La parte inferiore presenta un intricato ricamo e un pizzo di Battenberg adorna il sottoveste in tulle di seta. Per il pizzo la costumista di Star Wars ha utilizzato un vecchio copriletto trovato da suoi parenti, probabilmente realizzato nel luogo delle riprese della scena del matrimonio, località tipica della filatura.
Il vestito è adornato da centinaia di perline che, al tramonto, mentre la telecamera inquadra Padmé regalano allo spettatore una ripresa romantica e struggente.
Il velo, realizzato in pizzo maltese e decorato con fiori di cera antica e perline. da un tocco di gran classe e ricorda molto certi copricapi femminili in stile Liberty.

9) Moulin Rouge!

Nicole Kidman (640×360)

Presentato al 54° Festival di Cannes, Moulin Rouge! è un musical atipico poiché le musiche non rappresentano l’epoca in cui è ambientato il film ma sono rivisitazioni di brani pop degli anni Ottanta, Novanta e Duemila, interpretati da un cast che annovera tra gli altri i due protagonisti principali, Ewan McGregor e Nicole Kidman, i quali stupirono pubblico e critica per le loro doti canore.

I costumi di Moulin Rouge! , vincitori di un premio Oscar, sono curati da Catherine Martin e Angus Strathie i quali, separatamente, hanno vinto quattro Oscar. Un duo che ha lavorato molto bene e che ha reso indimenticabile i costumi indossati dai personaggi del musical diretto da Baz Luhrmann.
L’abito da sposa che Nicole Kidman veste si ispira alla cultura indiana ed è in rayon, leggero e morbido e allo stesso tempo ben fasciante per esaltare il fisico longilineo dell’attrice australiana. Senza spalline, con un corsetto stretto decorato con ricami argentati e perline, il vestito è un azzeccato mix tra XX e XXI secolo, perfetto per rappresentare la Parigi di fine XIX.

10) La duchessa

The Duchess (640×360)

A chiudere questa decina c’è un altro film con protagonista Keira Knightley, una pellicola del 2008 diretta da Saul Dibb e basata sulla biografia di Lady Georgiana Spencer, lontana parente dell’iconica principessa del Galles, Lady Diana. Essendo un film ambientato nella seconda metà del XVIII secolo è chiaro che i costumi abbiano la dovuta importanza. Tant’è che la pellicola ha vinto l’Oscar proprio in questa categoria, assegnato a Michael O’Connor.

Michael O’Connor, specialista nei film in costume, ha creato per Keira Knightley una serie di vestiti meravigliosi che si adattano perfettamente alle scene interpretato dall’attrice e che descrivono in maniera precisa e dettagliata il carattere del personaggio, donna di polso, attivista politica e precorritrice dei tempi.
Il suo abito da sposa, storicamente molto accurato, è ricco di dettagli, a cominciare dalla semplice sottoveste bianca, simbolo di purezza. Sopra, costruito attorno a una struttura simile a una gabbia, che stringe il dietro e allarga i fianchi, c’è il vestito vero e proprio composto da un primo tessuto pesante, utile a mantenere il calore e poi l’abito, color crema, composto da ulteriori strati con una giacca cui stravaganti balze in taffetà di seta adornano le ampie maniche a tre quarti e una deliziosa decorazione a trecce che scende lungo la scollatura chiusa sotto il seno da un elegante intreccio di nastrini in pizzo.