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I 5 peggiori finali nella storia dei film horror

I film horror sono il prodotto che personalmente preferisco di più per via della loro capacità di tenerci sulle spine e di coinvolgerci dall’inizio alla fine, con una buona dose di ansia e vera e propria strizza che ci accompagna lungo tutta la durata del film. Chi sarà l’assassino? I protagonisti riusciranno a salvarsi? Queste sono alcune delle domande a cui ,o spettatore pensa, alle quali vorrebbe dare una risposta. Capita però che alcuni horror, nonostante siano ben strutturati e dalla trama avvincente, perdano il senso proprio sulla parte che ci dovrebbe garantire delle risposte: il finale. Ovviamente ci sono prodotti scadenti dall’inizio alla fine che non vale neanche la pena menzionare, ma il focus dell’articolo si baserà sui 5 finali peggiori nella storia dei film horror e non dell’intero prodotto.

Senza contare i numerosi cliché del genere, fra i tanti e più lampanti la biondina del gruppo tanto bella quanto stupida (magari anche cheerleader) che sarà certamente la prima a morire, il genio nerd leggermente sfigatello, il bonazzo ovviamente fidanzato con la bella bionda e così via. L’horror deve, prima di tutto, produrre delle reazioni e degli stimoli nell’osservatore, stimoli che possono essere negativi, positivi, di paura, di ansia e così via. A questi stimoli, il nostro corpo reagisce nei più svariati modi: a chi batte il cuore, chi ride nervosamente, chi addirittura per la freddezza delle scene vomita (penso per esempio ad Hostel, col quale prima di accedere alla sala cinematografica il personale dava, in occorrenza, i sacchetti per vomitare).

Di seguito ho stilato una lista di quelli che ritengo essere i 5 peggiori finali nella storia dei film horror.

1 – Quella Casa Nel Bosco

 finali film horror

Prima di essere tediata per la scelta di aver inserito Quella casa nel bosco tra i finali peggiori nella storia dei film horror, devo ammettere che il film è particolarmente avvincente, nonostante la delusione del finale che a mio avviso ha rovinato quello che poteva essere uno dei migliori e originali horror di questi anni.

Andiamo per ordine: il film incarna con i suoi 5 personaggi protagonisti lo stereotipo di cui sopra: abbiamo la ragazza dai facili costumi, il palestrato (un bellissimo Chris Hemsworth), lo sfigato nerd, il tossico e ovviamente la vergine; i 5 amici decidono di partire per un week-end scegliendo ovviamente come meta una casa stupenda in mezzo a un bosco, peccato che una volta arrivati gli amici risveglino una famiglia di zombie assetata di sangue. La bellezza della prima parte del film risiede nel fatto che – gli amanti dei film horror l’avranno notato – ogni oggetto scelto dai ragazzi in cantina non solo decide il modo in cui verranno uccisi ma è un richiamo a tantissimi film del genere: da La Casa a Non aprite quella porta.

Insomma, il film procede a suon di rimandi e bizzarrie, tanto che forse non sarebbe neanche giusto definirlo un horror classico ma un mix di generi perfettamente architettati. Il finale è per me una caduta di stile, da un lato, e una genialata dall’altro, perché dopo una serie di vicissitudini solo la Vergine e l’amico fattone riescono a raggiungere la sala della regia, scoprendo loro malgrado di essere vittime di un sacrificio da elargire agli dei; i ragazzi scoprono così che tutti gli anni un gruppo di scienziati devono offrire in sacrificio 4 o 5 giovani per placare l’ira degli antichi. Fin qua colpo di scena fighissimo, ma le scene finali sono forse leggermente e volutamente esagerate: la mano degli dei che fuoriesce dal terreno per farsi spazio sulla terra, i ragazzi che rassegnati decidono di fumarsi una canna aspettando la loro fine.

Sono consapevole del fatto che l’ironia del momento sia stata cercata dal regista, ma forse sarebbe potuta essere meno plateale e più discreta, mantenendo comunque il tenore del film e dando come spunto un messaggio molto forte: i ragazzi che alla fine decidono di non sottomettersi al loro destino rappresentano i due registi e produttori del film che hanno a loro volta deciso di non piegarsi alle regole del mercato cinematografico, creando un film convenzionale e scialbo.

2 – E Venne Il Giorno

Sicuramente uno dei film più sottovalutati di sempre, diretto nel 2008 dal maestro del genere horror/ thriller M. Night Shyamalan. E venne il giorno si aggiudicò al momento dell’uscita persino alcune candidature ai Razzie Awards, oggi non sarebbe stato così per via dell’attualità della trama. Il film infatti prende in esame la possibilità e probabilità che la natura si ribelli all’uomo creando un virus tanto potente da uccidere qualsiasi persona sulla terra, parecchie analogie le possiamo vedere con la pandemia oggi.

Il film si apre sostanzialmente con una frase scritta da uno dei protagonisti, un insegnante di scienze (interpretato da Mark Walhberg) che scrive sulla lavagna una frase di Einstein: “Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”, alle domande che il professore volge alla classe un ragazzo, seppur svogliato, risponde dicendo che la natura è imprevedibile e che se dovesse succedere qualcosa sarebbe un atto inspiegabile della natura, ed è quello che di li a poco sarebbe successo.

La trama ha sicuramente del potenziale nonostante i dialoghi e le interpretazioni non siano dei migliori. Quello che sicuramente resta discutibile è il finale perché scontato, banale e paradossale. Dopo essere miracolosamente riusciti a sopravvivere, la trama del film si sposta a qualche mese dopo. Tutto è normale e i giorni del misterioso virus sono solo un lontano ricordo, se non fosse che ci viene mostrata una scena simile a quella dell’inizio: in un parco, questa volta a Parigi, le persone iniziano ad avere strani comportamenti sintomo del fatto che l’incubo non è finito. La cosa più assurda è che, guarda caso, la moglie del professore è incinta, il che ci lascia intendere che bella infanzia avrà la bambina. È in pratica un finale aperto senza capo ne coda.

3 – Signs

Finali film horror

Ebbene si, non avrei voluto distruggere un altro finale del maestro Shyamalan ma sono costretta a dissentire sul finale, inserendolo nei peggiori finali horror. Premetto che il film è di livello assoluto, molto originale per il fatto di aver unito il genere fantascientifico con il thriller-horror e aver utilizzato l’espediente degli alieni per raccontare la storia di una famiglia, di un lutto famigliare e del dolore di un marito con a carico dei figli. In più bisogna considerare la stupenda esibizione di un giovane Joaquin Phoenix (alcuni dialoghi sono davvero intensi!).

Ci sono anche in questo caso notevoli richiami a vecchi film: da Gli Uccelli (1963) alla Notte dei morti viventi (1968) che sicuramente il maestro ha preso in considerazione per la produzione di questo film; quello che mi ha lasciata un po’ interdetta è proprio il finale, perché lascia intendere che tutta la nostra vita sia determinata dal caso. Nelle scene che precedono l’ultima parte assistiamo, tramite un ricordo, alla morte della moglie del protagonista e alle sue ultime parole pronunciate ”Dì a Graham di vedere e a Merrith di colpire forte”, parole che vengono svelate solo alla fine e che accendono una lampadina al protagonista (Mel Gibson) per salvare il figlio dalle grinfie dell’alieno.

Nonostante il finale sia opinabile, ammetto essere narrativamente coerente con il resto della pellicola. Tuttavia, avrei preferito vedere un finale meno sbrigativo e più originale, magari con un colpo di scena.

4 – It Follows

It Follows, film del 2014 scritto, prodotto e diretto dallo stesso David Robert Mitchell, è sicuramente da inserire tra i 5 peggiori finali nella storia dei film horror perché semplicemente non è un finale. In realtà l’intero film fa fatica sia a partire che a finire, nonostante la trama non fosse così scontata. Anzi.

Nei tranquilli sobborghi di una cittadina americana, viene trovata una ragazza morta inspiegabilmente in un auto, e dalla posizione in cui viene trovata non si riesce a capire chi possa averla ridotta in quello stato. Nello stesso tempo Jay, una delle protagoniste del film, viene legata alla sedia e cloroformizzata dal ragazzo con cui usciva, e a detta del ragazzo di lì in avanti Jay verrà perseguitata da qualcosa, non sappiamo cosa. La ragazza impaurita inizia, dai giorni successivi, a percepire la presenza di qualcuno che la segue (da qui il titolo It Follows). L’orrore di Jay inizia a manifestarsi in ogni forma, dalla famiglia alla scuola e richiama le tante anime delle tradizioni britanniche o giapponesi, motivo per il quale riesce a coinvolgere lo spettatore tramite una trama intelligente e neanche scontata.

L’unico problema risiede in uno dei peggiori finali di film horror degli ultimi tempi. Un finale che, dal mio punto di vista, è scialbo e aperto volutamente – ma anche banalmente – a mille interpretazioni: dopo aver cercato invano di distruggere “La Cosa”, Jay inizia a uscire con il suo amico di infanzia Paul, da sempre innamorato di lei. I due hanno un rapporto intimo in modo che sia Paul ad avere la maledizione. Nella scena finale però i due passeggiano mano nella mano tranquillamente e sullo sfondo scorgiamo ancora l’ombra della Cosa, ma i ragazzi questa volta non sembrano spaventati, forse perchè si fanno forza l’uno con l’altro o credono di averla sconfitta?

Insomma, non sapremo mai il vero significato del finale perché semplicemente nullo. Nonostante le interpretazioni che sono state attribuite a It Follows siano molteplici, prima fra tutte l’idea che la Cosa rappresenti la paura dei giovani di diventare grandi in modo da percepire l’ombra come la fanciullezza che non ti lascia andare.

5 – La Ira De Dios

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Freschissimo film del 2022 distribuito da Netflix e del regista Sebastian Schindell, La Ira de Dios è un film che cattura subito l’attenzione dello spettatore per la sua capacità di tenerti sulle spine fin dalla primissima scena. Il finale però è scialbo e davvero deludente perché non lascia nessuno spiraglio all’interpretazione o a un possibile riscatto da parte della protagonista. Al contrario, è pessimista ed estremamente grottesco, per questo motivo non potevo non inserirlo tra i peggiori finali horror.

Il film vede come protagonista Luciana, una giovane donna che affronta la morte dei suoi cari nell’arco di pochi anni in circostanze sospette, motivo per il quale decide di puntare il dito contro un famoso e brillante scrittore per cui lavorava, che aveva denunciato per stupro tempo prima; secondo Luciana Kloster starebbe uccidendo la famiglia per punire il suo gesto di averlo denunciato. Assistiamo così ad una tragedia dietro l’altra: dalla morte della moglie e la figlia di Kloster alle morti dei famigliari di Luciana, per arrivare al finale in cui la giovane fa di tutto pur di salvare la sorella, unica superstite, dalle grinfie di Kloster.

La trama è avvincente, non riusciamo a capire fino alla fine se il responsabile delle morti sia davvero Kloster o se sia solo fantasia di Luciana, e questo è uno dei punti a favore del film. I protagonisti del resto non rendono a pieno nelle loro performance, soprattutto Macarena Achaga che interpreta Luciana e Diego Peretti che interpreta Kloster. Tutto sommato è un film piacevole e anche originale, peccato che il finale è letteralmente uno dei peggiori finali di film horror e rovini tutto quello che di buono si era costruito: Kloster non ottiene la punizione auspicata, Luciana decide di suicidarsi per salvare la sorella dalle grinfie di Kloster, il caso vuole che la scena finale vede Kloster e la sorella di Luciana insieme, molto probabilmente amanti ed è paradossale e assurdo visto che la sorella di Luciana ha la stessa età che avrebbe avuto la figlia dello scrittore, se fosse viva.

Il regista ha deciso di puntare su un finale noir in cui trionfa il male e vince l’antagonista, tutto ciò che di peggio poteva accadere.