6) La Grande Bellezza, uno dei film più sopravvalutati secondo Hall of Series – Comunità di Recupero

“È solo un tentativo di emulare Fellini.” Lo hanno detto in tanti, fin da subito. Fin da quando, dall’altra parte del mondo, nel lontano 2014, Paolo Sorrentino vinceva l’Oscar per il Miglior Film Straniero. Secondo molti, non era necessario vedere in quella pellicola il volto del nuovo cinema italiano. La Grande Bellezza (disponibile su Netflix) non meritava un riconoscimento così prestigioso perché ritenuto eccessivamente pretenzioso, criptico e divisivo. Ma in questo caso – e chi ci segue lo sa bene – non siamo d’accordo.
La Grande Bellezza non ha mai cercato di essere un nuovo 8½ né ha provato a trasformare Sorrentino in un Federico Fellini dei giorni nostri. Quello che il regista ha costruito va oltre il semplice omaggio superando qualsiasi tentativo di emulazione. In quella Roma sospesa tra sacro e decadente, Sorrentino non copia, ma ricalibra e reinterpreta, riportando al centro del discorso cinematografico temi cari al cinema degli anni ’60 rivestendoli però di una sensibilità contemporanea, profondamente sua. E nulla di nuovo sul fronte Sorrentiniano: i suoi film sono spesso finiti nel mirino della critica, accusati di essere meri esercizi di stile, eleganti ma privi di sostanza. Una lettura che è tornata a galla anche con il recente Parthenope (qui la nostra recensione) e che ritorna ciclicamente in ogni nuova uscita.
Probabilmente, è proprio per questo che Sorrentino viene considerato da molti uno dei registi italiani più sopravvalutati, e il suo successo internazionale non smette di generare perplessità. Ma noi da questa posizione non ci spostiamo: Sorrentino merita ogni riconoscimento ottenuto, costruito passo dopo passo con firma che ancora oggi resta solo sua. E se siete curiosi di esplorare il suo cinema, qui vi lasciamo la classifica dei suoi migliori film.
5) La Vita è Bella

Soltanto poche settimane fa occupava il primo posto tra i Migliori film italiani da vedere almeno una volta nella vita. E invece oggi, con Hall of Series – Comunità di Recupero, apre la Top 5 dei film più sopravvalutati di sempre. Il colpo di scena, si sa, è sempre dietro l’angolo. Ed è così che La Vita è Bella passa dalle stelle alle stalle, conquistando il quinto posto in una classifica che non fa sconti a nessuno. Neanche i tre premi Oscar – su un totale di ben sette candidature – sono riusciti ad addolcire il giudizio della community, che è andata dritta per la sua strada, e non è certo la sola. Da tempo, infatti, la pellicola di Roberto Benigni è accusata di essere un tentativo fin troppo calcolato di commuovere a qualunque costo, anche a quello di sacrificare l’autenticità narrativa.
Secondo molti, la drammatica cornice della Seconda Guerra Mondiale viene completamente ridimensionata per lasciare spazio a un racconto familiare che, seppur emozionante, semplifica e alleggerisce il contesto storico di riferimento. E nemmeno all’estero le cose sono sempre andate per il verso giusto. Nonostante il trionfo agli Oscar, l’ironia di Benigni è stata spesso giudicata eccessiva, fuori luogo e inadeguata per una narrazione che si muove all’interno di uno dei momenti più oscuri della storia. Il consenso internazionale, secondo diverse opinioni, avrebbe gonfiato in maniera spropositata la reputazione del film, attribuendogli un valore che – per molti – non possiede realmente. Un’altra critica ricorrente riguarda la scissione netta e incoerente tra la prima e la seconda parte della pellicola: l’approccio da commedia romantica che domina l’inizio si scontra con l’orrore che emerge nella seconda metà, creando un’alterazione narrativa difficile da non notare.
Insomma, nonostante l’enorme successo internazionale e i riconoscimenti prestigiosi, La Vita è Bella continua a essere considerato da una parte del pubblico come uno dei film più sopravvalutati della storia del cinema. L’ironia e alcune scelte – certamente originali ma divisive – non hanno convinto tutti. E, col tempo, quel grande applauso della notte degli Oscar si è trasformato in un lungo, lento passo indietro.





