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Le 7 colonne sonore sci-fi che hanno fatto la storia del cinema

Interstellar

5. Le migliori colonne sonore dei film sci-fi: Interstellar

Matthew McConaughey nei panni del protagonista di Interstellar Jospeh Cooper
Credits: Warner Bros

Proseguiamo facendo un bel salto in avanti nel tempo e parlando di quello che è – in questa lista – l’unico film sci-fi del nuovo millennio. Per realizzare la colonna sonora di Interstellar Christopher Nolan si rivolge a un gigante come Hans Zimmer, firma delle leggendarie musiche de Il Gladiatore o di Pirati dei Caraibi e a lavoro col regista britannico già nella trilogia del Cavaliere Oscuro e in Inception. La genesi della colonna sonora di Interstellar è già di per se interessantissima. Nolan ha affidato il compito a Zimmer spedendogli semplicemente un racconto incentrato sul legame tra un padre e una figlia. Il compositore ha lavorato dunque su questo input, senza sapere altro della storia. Quando poi il regista gli ha svelato il disegno completo ci si è resi conto di come le musiche di Zimmer si adattassero alla perfezione al racconto di Nolan.

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Il musicista compie una scelta orientata verso un minimalismo di fondo che lascia ampio spazio alla dimensione intima del racconto. Col suo stratagemma, Nolan ha fatto concentrare Zimmer più sul legame che intercorre nel film tra Murph e suo padre. Era sua intenzione infatti arricchire il racconto con una colonna sonora lontana dall’epica di molti lavori di fantascienza. L’anti modello di Star Wars diciamo. La volontà di Nolan era quella piuttosto di puntare sul lato più personale del dramma. Che è poi il nucleo finale dell’intero film.

C’è un elemento in particolare che sorprende nella colonna sonora di Interstellar. Hans Zimmer fa ricorso a uno strumento particolare: un organo a canne. Uno di quelli che si trovano nelle chiese. È una scelta interessante, perché questa musica di matrice religiosa oltre a esaltare il lato intimo del racconto – come dicevamo – pone anche l’accento – per contrapposizione – su un elemento fondamentale della narrazione. La fede fa un po’ da contraltare al destino. All’idea ciclica del tempo che si rincorre nel film. Murph non ha mai smesso di credere in suo padre. Ha sempre avuto fede in quell’uomo che – alla fine – ha sempre orientato ogni sua mossa. La fede è la cassa di risonanza dell’agire umano ed è il motore di quell’amore tra padre e figlia che – come in fin dei conti ha sempre voluto Nolan – rappresenta il nucleo primigenio di Interstellar.

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